~Paura~

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Martina finì di cambiarsi in silenzio. La strana "sfida" accettata un paio di giorni fa non la metteva a disagio. Però, dato che quel giorno Liria e Arisa se n'erano andate via prima, aveva deciso di aspettare che tutti gli altri se ne andassero per cambiarsi. O almeno... Credeva che se ne fossero andati tutti. Dopo aver finito di mettersi la sua maglia verde, prese le proprie cose ed uscì dirigendosi verso la scuola per poter poi uscire. Non era preoccupata, che poteva succedere infondo? La vita non è un film, ma le cose brutte purtroppo succedono comunque. La castana sentì qualcuno metterle una mano sulla bocca e l'altra sul seno sollevandola. Inizialmente Martina non ci capì un cazzo, ma istintivamente scalciò quando sentì la mano che aveva sulla bocca scendere alla propria vita per tenerla ferma. Venne spinta ad un muro di colpo, ritrovandosi davanti un ragazzo della squadra di cui non ricordava il nome.
«Che cazzo... Lasciami» sbottò la Stonewall prendendogli i polsi e allontanandolo, tentando poi di dargli una gomitata per fuggire. Il ragazzo però sembrò conoscere le intenzioni della minore e riuscì ad evitare il colpo, approfittandone per prenderle i polsi e legarglieli dietro la schiena. Le mise anche un bavaglio per farla star zitta e le mise le mani sul culo, sollevandola nuovamente e strizzando con forza. Martina mugulò dolorante, mentre pensava velocemente a cosa fare. Una delle mani del ragazzo sguisciò sotto la sua maglia e andò a levarle il reggiseno per poi palparla con forza. Il respiro della ragazza man mano aumentava per la paura, scuotendo la testa nel tentativo di far cadere il bavaglio per poter urlare. Però la scuola era vuota, anche urlando non avrebbe ottenuta nulla. Quando il ragazzo iniziò ad abbassarle i pantaloni, istintivamente presa dal panico gli diede una testata. Riuscì a farsi lasciare e subito corse dentro la scuola che fortunatamente aveva la portata aperta. Corse verso l'uscita, tra i vari corridoi, senza vedere dove andasse e si ritrovò a sbattere contro qualcuno cadendo poi a terra. Alzò subito lo sguardo pieno di paura all'idea di aver sbattuto contro un qualche amico del ragazzo che stava per stuprarla, ma davanti si ritrovò Aiden.
«...Stonewall?» disse basito il rosato, accucciandosi davanti a lei slegandole le mani e levandole il bavaglio. Istintivamente, la ragazza lo abbracciò spaventata, tremando leggermente. Aiden rimase davvero molto spiazzato, però ricambiò stringendola a sè.
«Che diavolo è successo?» chiese, ma in risposta la ragazza iniziò a piangere. Il ragazzo non sapeva che fare, non aveva mai dovuto consolare nessuno ed ora doveva farlo per la ragazza che più odiava. Una parte di lui gli disse di staccarsi, ridere delle sue lacrime e insultarla. Ma una parte molto più grande schiaffeggiò quella stronza perché voleva capire cosa fosse successo e voleva aiutare la ragazza.
«Martina... Mi spieghi che è successo?» chiese piano, stavolta con più dolcezza.
«U-Un... Un ragazzo... Non so il s-suo nome p-però è della s-squadra... M-Mi ha legato i polsi e mi ha i-imbavagliata... M-Mi ha bloccata al muro e... H-Ha... H-Ha tentato... D-Di...» provò a spiegare Martina, ma verso la fine la voce le morì in gola e le sfuggì un singhiozzo. Istintivamente Aiden la strinse di più a se, poi iniziò ad accarezzarle i capelli.
«Ehy... Calmati ora, sei riuscita a scappare no? Va tutto bene adesso... Non ti farà più nulla. Ti accompagno a casa e domani parlo col coach per far cacciare quello stronzo dalla squadra, va bene?» disse Aiden con una strana protettività nella voce. Aveva capito cosa voleva fare quel ragazzo e la cosa gli dava davvero sui nervi. Martina si iniziò a tranquillizzare ed annuì piano, staccandosi da lui e rialzandosi. Anche il rosato si rialzò e accompagnò la castana a casa spiegando per lei a Caleb cosa fosse successo.

Dopo che Aiden se ne fu andato, la ragazza si rifugiò tra le braccia del fratello ricominciando a piangere. Il punk la prese in braccio e le accarezzò i capelli, andando in camera così che la ragazza potesse mettersi un altro reggiseno. La tenne stretta a se tutta la sera e alla fine dormirono insieme nel letto del maggiore. Martina riuscì a dormire abbastanza tranquilla, ma non sapeva che il vero incubo sarebbe iniziato il giorno dopo.

Il mio stupido ragazzo popolare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora