03 - Be my guest, I guess...

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Cazzo.  Cazzo, cazzo, cazzo. E' qui, dietro di me. Sento la sua vicinanza, il suo respiro, i suoi occhi alle mie spalle. Fa che non entri nessuno, cazzo! 
Mi giro con l'intento di dargli uno schiaffo in pieno volto, ma, rapido, la sua mano mi blocca il polso. Connor non si è mai azzardato ad interferire quando lo prendevo di mira, perché questo... questo Connor Secondo si è permesso perfino di bloccarmi? Mi fissa dritto negli occhi e mi abbassa lentamente la mano, mostrando un volto apatico, vuoto, per niente amichevole. 

- Perché voleva colpirmi, detective? C'è, forse, qualcosa che non va? -

Un pezzo di latta che non sa stare al suo posto, ecco che cos'è! Mi libero dalla sua stretta e mi rimetto a posto i pantaloni. Devo assolutamente fargli capire chi è il capo, non posso permettere che mi metta i piedi in testa. Diventerei lo zimbello della Centrale, e non voglio che accada! Già ho fin troppi colleghi rompicoglioni, ci manca solo che inizino a deridermi per colpa del nuovo pezzo di plastica.

- Te. Sei te che non funzioni. Vedi di starmi alla larga. -

Certo, starmi alla larga. Come se fosse possibile. Lo so, è stato assegnato a me, non mi lascerà mai in pace. Ricordo ancora Connor che camminava dietro ad Hank con quell'aria da saccente. Certo che ne è passato di tempo! L'unica, grande, differenza è che Connor si è sempre mostrato gentile e sottomesso, questo qui invece sembra essere... difettoso? Oppure hanno progettato così i nuovi RK? Gli do una spallata, vado a lavarmi le mani ed esco velocemente dal bagno. Ovviamente mi rimane attaccato al culo. C'erano forse dei dubbi?
Me ne vado alla scrivania, mi accomodo sulla sedia, metto i piedi sul tavolo e recupero il tablet. Ne ho di lavoro da fare... in effetti potrei scaricare un po' di cazzate al mio nuovo giocattolino. E' lì, in piedi davanti a me, a fissarmi in completo silenzio. Mi guardo attorno, poi gli indico la scrivania in fondo, quella di Hank. L'ubriacone è gobbo sul computer, mentre Connor se ne sta scompostamente seduto sulla scrivania. All'inizio era perfettino, ma evidentemente la vicinanza con Hank lo ha reso più... umano? Cazzo, qualche mese fa non avrei mai pensato di poter dire o pensare alle parole "Connor" e "umano" nella stessa frase. I tempi sono proprio cambiati.

- Ehi pezzo di latta. - inizio a dire facendogli un gesto con la testa, sempre in direzione dei due. - Quello è un altro coglioncello come te. Vacci a parlare. Poi torni qui, inizio a prepararti del lavoro da fare. -

E per lavoro, ovviamente, intendo tutte le noiosissime scartoffie che ho in arretrato! Documenti da archiviare, controllare alcune cose da mandare al capo, finire il lavoro di Tina per colpa di quella maledetta scommessa persa. Insomma, tutti compiti noiosi da fare al computer. Ottimi per un androide che non può annoiarsi, no? 
Lo guardo andarsene lentamente da Hank e Connor e così me la rido sotto i baffi. Almeno, ora, sembra obbedire. Inizio ad armeggiare con il computer. Ecco qui, almeno una ventina di documenti da controllare. Posso iniziare a fargli fare queste cose, almeno ho un po' di tempo per starmene al telefono. 

- Detective? -

Ecco il robottino. Ma come? E' già tornato? Sbuffo e mi alzo in piedi, lasciandogli così il posto.

- Speravo che le presentazioni andassero avanti ancora per un po'. -

Mi metto a guardare i due in lontananza. Connor mi sta facendo un segno di saluto. Per ricambiare gli mostro il dito medio. Adoro quando si demoralizza e si mette a guardare altrove con quell'espressione da cane bastonato.

- Questo non è un comportamento maturo, detective Reed. Posso consigliarle di mantenere un atteggiamento riguardoso almeno sul posto di lavoro? -

- Senti "atteggiamento riguardoso", mettiti al computer e inizia a lavorare. Io ho altro da fare. -

"Fucking" Android  -   Gavin X RK900Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora