CAPILOTO PRIMO

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Da quando era scappata non si era fermata su di un pianeta per più di un giorno. Si fermava, faceva rifornimento, mangiava qualcosa in qualche chiosco e ripartiva. Evitava completamente i pianeti di dominio dell'Impero e si rifugiava in posti isolati, lontani da occhi indiscreti.
Non sapeva dove stesse andando, sapeva solo che non sarebbe tornata indietro. Dopo quello che aveva visto, dopo le urla dei bambini che aveva sentito e le loro madri straziate a terra morte in una pozza di sangue, non poteva tornare da Korius. Anni prima, quando lui l'aveva risparmiata aveva pensato che sarebbe stato in grado di plagiarla al Lato Oscuro, dimenticandosi che lei aveva appreso per prime le vie della luce, e che in ogni caso non le avrebbe mai dimenticate.
Si sedette su di un sasso in riva ad un lago di quel pianeta brullicante di vegetazione. Era in viaggio da una settimana e aveva percorso molti pianeti, alcuni avanzati ed altri selvaggi come quello, aveva incontrato molta gente e visto molte razze diverse, alcune mai viste prima.

Un suono acuto la fece sobbalzare facendola girare verso la navicella, un droide uscì dal vano d'entrata squittendo qualcosa - non lo so S2, molto probabilmente Korius ha già mandato qualcuno a cercarmi....non so dove andare, non conosco nessuno al di fuori dell'Impero. Non ho più una casa ormai - si alzò andandosene di gran fretta nella navicella seguita dal droide, si mise al volante e chiuse le porte impugnando i comandi della navicella. Cosa avrebbe fatto da quel momento in poi? Sarebbe dovuta scappare tutta la vita? E se l'avessero trovata l'avrebbero uccisa o riportata da Korius come prigioniera? Staccò le mani tremanti dai comandi prendendo un lungo sospiro, appoggiò la testa sullo schienale della sedia e guardò fuori dalla navicella: era inutile andarsene da li, aveva percorso almeno tre sistemi e si era fermata almeno su cinque pianeti, era stanca e aveva bisogno di riposare per un giorno. Guardò sulla sedia affianco a se la tuta imperiale che Korius le aveva fatto fare seguendo le sue preferenze: pantaloni stretti di tela nera, casacca nera morbida sul davanti e un po' accollata con una lunga scollatura sulla schiena che metteva in mostra il tatuaggio lungo tutta la schiena, scarpe di cuoio nero e un cappotto con cappuccio nero con inserti argentati sul bordo. S2 fischiettò qualcosa e lei fece una smorfia, tra la risata e il disgusto - mi ricordo quando ho sfilato per lui con quella, ne era così fiero. Mi disse "semplice e pratico ma elegante e pungente, proprio come sei tu". Che sciocca sono stata, anni di addestramento e caccia, e per cosa? A questo punto immagino che in tutto questo tempo le persone che ho ucciso fossero solo degli innocenti, immagino che il mio addestramento fosse servito solo a quello. Io, un burattino perfetto nelle mani di un uomo corrotto dal potere e dalla fama - si voltò verso il droide con le lacrime intrappolate negli occhi - che cosa ho fatto S2?... Che cosa ho fatto... Sono un mostro! - disse, avrebbe tanto voluto piangere ma neanche una lacrima le scivolava sul volto, per troppo tempo era stata abituata a trattenerle e ormai non sapeva più che cosa volesse dire sentire il viso rigato dalla tristezza. In un impeto di rabbia prese la sua spada e aprì il vano d'uscita, si gettò fuori tranciando ogni cosa sul suo passaggio: alberi, cespugli, rocce. Più distruggeva e più la sua rabbia aumentava e più il suo viso si contorceva in una smorfia di orrore. Si fermò dopo aver distrutto una decina di alberi e metà dei cespugli attorno alla navicella, S2 la guardava dalla cima del vano della nave e, anche se non aveva un volto ne poteva esprimerlo in alcun modo, pareva quasi affranto, rattristato. Quando Hikka si guardò attorno crollò sulle ginocchia spegnendo la spada. Guardandosi le mani tremanti per l'adrenalina ebbe un fremito, la sera stava calando ed era meglio rientrare nella navicella. Si alzò barcollando rimettendo la spada nella cinta salendo velocemente nella nave - andiamocene S2, forse ce un posto dove possiamo andare, dopo tutto -

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