CAPITOLO TERZO

31 3 0
                                    

Erano passate più di due settimane da quando era arrivata all'abbeveratoio e nel tempo in cui era rimasta a vivere li Ova le aveva creato una casetta identica a quella del ragazzo, posizionata poco più sopra e delle stesse dimensioni. Lavorava come cameriera nella locanda con alcuni giorni di riposo ed aveva fatto amicizia con Juro che, quando smontava dal turno al bar la sera, veniva a trovarla.

In circa due settimane è mezza era riuscita a sistemarsi trovando anche un lavoretto per pagarsi, in futuro, una vita lontana dalla locanda. La sua vecchia vita non le era mai sembrata così lontana, ma sapeva che non era così: ogni volta che guardava verso l'orizzonte a nord, dove sorgeva il sole di quel pianeta sabbioso, c'era la sua navetta ad osservarla: una nave dell'Impero.

Quella sera aveva smontato il turno prima e si era appollaiata sopra i gradini alti del retro dell'abbeveratorio, osservava il sole tramontare piano mentre il venticello caldo le spazzava i capelli a sinistra - bello, vero?- una voce profonda la fece voltare verso dallato in cui il vento le spostava i capelli: Juro era seduto poco più sotto di lei con le gambe a penzoloni dalle scalette, scrutando il vuoto al di sotto - anche tu hai finito prima il turno? -chiese lei spostando i capelli all'indietro, il ragazzo la guardò - Ova mi ha dato delle ore di riposo pagate - lei annuì guardandolo di sfuggita: indossava dei pantaloni di stoffa color marroncino, una casacca color avorio tenuta aperta sul davanti, i capelli sventolati dal vento - posso chiederti una cosa? - disse poi lui, lei guardò diritta verso di se - si, dimmi pure - rispose, non era solita ricevere domande dalle persone ma era curiosa di sapere cosa volesse chiederle. Il ragazzo la guardò - come mai "Nova Omusa"? Ha un significato? - lei tirò su col naso facendo una smorfia - Nova era il soprannome che mi aveva dato un maestro Jedi del mio pianeta natale, diceva che Hikka non si addiceva alla mia personalità - le uscì un mezzo sorriso, guardò il fondo della ripida con malinconia per poi girarsi vero Juro - Omusa invece era il nome della prima nave che riuscì a distruggere con un caccia TIE. - a quelle parole Juro spalancò gli occhi - hai pilotato un caccia TIE? - lei aggrottò le sopracciglia - si certo. ero un sicario imperiale - lo disse bruscamente, con troppa irriverenza, facendo zittire il ragazzo che si voltò a guardare la stella tramontare - deve essere stata una vita complicata la tua - disse quasi sottovoce, lei annuì - direi di si - disse lei, una specie di rabbia la assalì pesandole sulle spalle, come se dire quelle parole la rendesse debole, e lei odiava essere debole - il Generale Korius mi ha allevata come sua figlia e come sua apprendista. Ero la sua più grande sfida: così debole ma allo stesso tempo impossibile da piegare, impossibile da domare - si fermò un secondo per guardare il sole tramontare dietro un picco di roccia - cosa vorresti dire? - chiese il ragazzo e lei sospirò - che sono il più grande orgoglio e fallimento di un Generale - strinse i denti e i pugni, se non ci fosse stato Juro probabilmente sarebbe esplosa scagliando la sua rabbia su qualsiasi cosa le fosse arrivata a tiro. Si alzò guardando Juro - scusami, sono stanca, ti dispiace se vado? - disse cercando di apparire gentile, il ragazzo sorrise alzandosi a sua volta - ci vediamo domani - lei iniziò a salire le scale di gran fretta, non sapeva dove conducessero ma non le importava, voleva solo scappare da quella sensazione di rabbia e paura che la pervadevano senza controllo. Arrivò in cima ad una radura sabbiosa che dava su delle collinette, non c'era nessuno e il sole era quasi del tutto tramontato, si mise al centro della radura in piedi guardando l'orizzonte: una vasta terra rossiccia intervallata da collinette di roccia rosata. D'un tratto una angoscia l'avvolse, rabbia e ferocia iniziarono a scorrerle lungo il corpo come un fiume in piena, avrebbe voluto correre via, ma dove poteva andare? Si guardò attorno ansimante, sentendo un'energia crescerle dentro, sempre più forte. Alla fine la rabbia prevalse, si voltò verso un masso tendendogli un braccio, la roccia si spaccò a metà iniziando a frammentarsi in pezzi sempre più piccoli mentre gridava. Abbassò il braccio cadendo sulle ginocchia urlando di frustrazione portandosi le mani alla testa, altre rocce attorno a lei iniziarono a rompersi e sollevarsi. Poggiò le mani a terra smettendo di gridare, guardò in basso verso il terreno sabbioso e rosato, nella sua testa si fecero strada delle parole con la stessa voce calda e profonda di Korius: "Io lo percepisco, sento il lato oscuro forte e potente dentro di te, lasciati andare al suo potere figlia mia, abbandonati alla passione, senti la rabbia scorrere nelle tue vene come la sento io. Abbraccia l'oscuro potere della Forza e sarai invincibile!" d'un tratto alzò la testa prendendo fiato - NOOO! - gridò e sbatté un pugno per terra, le pietre ricaddero al suolo con un tonfo pesante alzando la sabbia dal terrendo creando una nuvola di polvere. Rimase li a terra in ginocchio sentendo la faccia sempre più calda e bagnata, si portò una mano al viso rimanendo sorpresa di quello che sentì: lacrime. Una voce la chiamò in mezzo alla polvere con il suo vero nome: era Ova. Lei non disse nulla, non aveva voglia di chiamare aiuto, quando Ova la trovò le mise le braccia ossute e ruvide attorno alle spalle provocandole quasi un fastidio lungo tutta la schiena - bambina mia, ma che è successo? - chiese preoccupata e lei alzò lo sguardo verso l'amica che cambiò espressione, divenendo quasi spaventata - lui mi sente.... so cosa vuole Ova, ma io non posso farlo, non posso.- Ova la strinse inginocchiandosi a terra con lei - non puoi fare cosa? - lei tirò su col naso abbracciando l'amica senza dire una parola. La lucertola la aiutò ad alzarsi e sorreggendola con un braccio la portò nella sua casa, la poggiò sul divanetto che le aveva regalato e si sedette di fronte a lei su una sedia porgendole una tazza di linfa fumante - che cosa sta succedendo Nova? Non sei scappata solamente per gli orrori che hai visto, non è vero? - non rispose subito alla domanda, guardò a lungo la tazza di linfa ribollire del liquido verdognolo, quasi ipnotizzata. Tirò su col naso scuotendosi dalla trance in cui era entrata scrollando le spalle - lo so che lo senti come lo sente lui, so che lo sai. Sai riconoscere le vie della Forza - a quelle parole la lucertola drizzò la schiena - in questo momento percepisco solo molta rabbia, comune negli apprendisti del lato oscuro, ma tu non sei così giusto? - Nova non disse nulla, non perché non volesse rispondere ma perché non sapeva come, Ova la guardava silenziosa sorseggiando la linfa - non so cosa sono - disse poi abbassando lo sguardo sul tavolo in legno davanti a se - non sono ne luce ne oscurità, non sono ne buona ne cattiva - Ova sbuffò poggiando la tazza sul tavolino di fronte a lei - che cosa senti dentro di te, mmh? - Nova sospirò - sento il richiamo del lato oscuro, ma allo stesso tempo lo temo. E così anche per la luce. Non posso stare da una parte o dall'altra: sono troppo buona per il lato oscuro e troppo cattiva per il lato chiaro - Ova fece un mezzo sorriso - credo che tu sappia, in cuor tuo, quale sia la risposta - la lucertola si sporse verso di lei - hai mai sentito la storia dei Jedi Grigi? - Nova non disse nulla, scosse solamente la testa mentre l'amica si riappoggiava allo schienale della sedia - sono Jedi che, dal quel che si racconta, vivono al di fuori dalle regole del Consiglio dei Jedi e al di fuori dei Sith, sono la via di mezzo tra un lato e l'altro: ne buoni ne cattivi. Comprendono, studiano e usano entrambi i lati della Forza, credono che non ci sia bene e male ma solo la Forza come entità, che non sia separata tra luce e buio, per questo la usano indistintamente- Nova aggrottò le sopracciglia - cioè esisterebbero Jedi che usano anche il lato oscuro? - Ova annuì sorseggiando la linfa dal bicchiere in legno - questi maestri della Forza, secondo le voci che circolano, non sono ben visti dai Jedi e non sono presi in considerazione dal lato oscuro, vivono in pace usando la Forza quando e solo se necessario. Come i Sith provano passioni, rabbia, odio e come i Jedi compassione, altruismo, pietà. - Ova bevve un altro sorso di linfa lentamente mentre Nova si distendeva sempre più sul divanetto - attenta però - l'avvertì l'amica - che io sappia è solamente una voce, non so se sia vero. Il confine tra luce ed oscurità appartiene solamente a chi ha visto i due lati e ne è rimasto inviolato, non corrotto, non sedotto. Cosa molto, molto rara. Quasi impossibile...a quanto ne so - Nova deglutì, si sentiva la bocca impastata e amara - tutto quello che mi hai detto non mi è servito a niente allora, se questa è solo una storia per ragazzini Jedi - gli occhi le si fecero pesanti piano piano, un peso le si accasciava sulle mani e sulle braccia - ...io non posso.... scegliere - disse, Ova sorrise sommessamente - è vero, soprattutto questa sera - disse alzandosi dalla sedia mentre la vista di Nova diventava sempre più sfocata - .... che cosa...cosa mi hai dato? - sbiascicò e Ova si voltò a guardarla - non odiarmi domani, prenditi un giorno libero. Il sonnifero può dare un po' di capogiri anche finito l'effetto - detto ciò la lucertola si voltò mentre Nova si appesantiva sempre di più, le cadde il bicchiere di linfa vuoto dalle mani mentre scorgeva Ova andarsene dalla porta. Pochi secondi dopo si accasciò completamente al divanetto addormentata.

La Rivolta Della Forza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora