CAPITOLO QUINTO

16 4 0
                                    

La piazza della città commerciale principale di Konnubian era un tripudio di specie differenti provenienti da tutta la galassia conosciuta. Vi si riunivano mercanti, venditori di schiavi e di rottami, spesso anche luogo di scambi, baratti e ingaggio di sicari.

Camminando a passo svelto con S2 al fianco, sfilava velocemente tra passante e passante con un velo nero sul viso, non voleva rischiare di essere riconosciuta. Juro la seguiva un pò impacciato, impattando molto spesso contro qualcuno.

Arrivati davanti un vicolo si fermò guardandosi attorno con sospetto per poi imboccare la strada fino in fondo. Il vicolo era buio, incastrato tra due enormi palazzi di cemento armato. Quando arrivarono in fondo lei si fermò, girandosi verso il ragazzo – non dire nulla, non parlare, non guardare nessuno negli occhi. Se qualcuno te lo chiede tu sei il mio schiavo – disse, la voce camuffata da un distorsore attaccato alla gola, nascosto dal velo. Il ragazzo annuì – tirati su il cappuccio del mantello e cerca di non farti notare – fu lultima cosa che disse prima di aprire la pesante porta in acciaio: linterno brulicava di mercanti e venditori di schiavi. Un tizio vestito di verde si avvicinò a braccia conserte guardandola dallalto in basso, lei tirò fuori una tessera dorata e indicò Juro ed S2 – loro sono con me – disse e il tizio annuì lasciandoli passare. Juro la guardò di sfuggita mentre lei si voltava verso di loro, gli lanciò uno sguardo di avvertimento, se avesse fatto un passo falso non avrebbe esitato a lasciarlo li. Si addentrò nel locale dove tutti bevevano facevano affari e si divertivano a scommettere, arrivata davanti un tavolo si fermò guardando insistentemente un uomo dalla pelle verdastra con gli occhi grandi di colore arancione e i capelli ordinati neri tenuti allindietro da un sacco di gel. Luomo alzò la testa dopo un lancio di dado sul tavolo, passando da allegro a sorpreso – ci conosciamo? – disse – forse – rispose lei, la voce gracchiante e più profonda – mi serve una nave –luomo sorrise – e cosa ti fa pensare che io ne abbia una? – lei lo indicò con un cenno del capo – sei un contrabbandiere famoso da dove vengo io, mi hanno parlato bene delle tue navi – luomo sorrise sedendosi su una sedia dietro di lui – beh, non so chi sia stato a dirti queste cose, ma qui è tutto in regola – Nova scosse la testa - Non giocare con me, dimmi che cosa possiedi – luomo la guardò con aria di sfida - altrimenti? –lei estrasse una pistola facendo uno scatto in avanti, puntandogliela alla gola senza mostrare quello che stava accadendo per non creare confusione – altrimenti ti farò un buco in testa e darò il tuo cervello in pasto ai cani qui fuori – luomo gemette guardando larma – non ho paura delle minacce – tremò e lei sorrise – siamo sicuri? Perché le tue braccia sono ricresciute più corte dallultima volta che ci siamo visti, potrei ritagliartele, vediamo che succede– luomo sbarrò gli occhi aggrappando le viscide mani alla sedia – ti prego, non di nuovo non ho fatto nulla questa volta! – Nova affondò di più la punta della pistola nella carne dellessere – ti propongo un baratto, un baratto al buio – luomo rimase immobile a fissarla - non posso rifiutare è cosi? – lei sorrise sotto il velo scuro – vedo che ci intendiamo – luomo verde sbuffò – e va bene, va bene. Ti mostrerò le mie navi, ma non qui – lei si staccò da lui riponendo larma nel cinturino, coprendolo con il mantello nero, il tizio si alzò dalla sedia facendogli segno si seguirlo: mentre camminava verso una porta aperta ballonzolava sulle corte e tozze gambe coperte da una vestaglia gialla. Attraversarono la porta che si richiuse subito dopo lasciandoli davanti ad un tavolo, il tizio lo accese premendo un bottone a lato e dei modellini ologrammatici si proiettarono in aria: cerano navi di tutte le dimensioni, ma una spiccò alla sua attenzione – quella nave – indicò un vascello a forma di punta di freccia completamente nero e un po bombato nel mezzo – quello è un vascello che ho vinto ad una corsa, roba di alta classe, davvero veloce e scattante, per lasciarsi dietro delle navi ad alta velocità è fenomenale, mai guidato nulla di simile. Se invece cerchi qualcosa di più sportivo ho delle navi ad un buon prezzo - lei lo stoppò facendo un cenno con la mano – voglio quella che ti ho indicato. Lo scambio mi pare equo. Un vascello Lambda Class Imperiale per quello – luomo schiacciò un pulsante e un paio di chiavi spuntarono su una piccola pedana – un Lambda è una cosa pericolosa da barattare, ma ho fatto un vero affare se davvero è questo il vascello che scambi – lei non disse nulla, allungò un braccio e fece volare le chiavi della nuova nave nella mano per poi gettare alluomo quelle della Lambda – se dirai che sono stata qui, ti ucciderò. E una promessa- lei si voltò facendo cenno col capo a Juro di seguirla, uscì dalla porta incamminandosi a passo svelto tra la folla. Qualcuno le prese un braccio mentre camminava e lei si voltò di scatto mettendo l'altra mano sulla spada: una ragazza dalla pelle bronzea e gli occhi ambrati la guardava intensamente, il viso nascosto da un velo grigio. Si fissarono per dei lunghi secondi senza dire nulla prima che la ragazza la lasciasse andare, lei le lanciò uno sguardo indagatore per poi iniziare di nuovo a camminare fuori dal locale.

La Rivolta Della Forza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora