...ma chi era quel deficiente che correva in mezzo ai corridoi? Insomma, era vietato!
Ma è mai possibile che nessuno abbia rispetto per le regole?
Sbuffai già stanca guardando il soggetto che si avvicinava sempre di più al mio splendido viso.<<Cheryl Bombshell...>> disse la ragazza dai capelli neri.
<<Eva Peron...>> ribattei immediatamente, era l'unica persona che mi stava accanto...anche se a volte rispondevo a tono.
<<Come stai? Ti vedo un p-...>>
<<Sto bene, grazie.>> non volevo divulgarmi troppo chiedendo il solito "e tu?". Anche perché non mi interessava di come stessero le persone, sinceramente.
<<Hai visto? Arriveranno dei nuovi ragazzi a scuola!>> disse mezza entusiasta. Infatti nascondeva qualcosa sotto quella lingua latina.
Appena prestai attenzione a quelle parole sentii il mondo cadermi addosso, completamente.
Ma come è possibile? Nuovi ragazzi a scuola? Non ci posso credere.<<A-ah...davvero?>> mi finsi interessata al discorso.
<<Si! Stanno per arrivare!>> disse entusiasta più del dovuto, per i miei gusti.
<<Ma come...>> la guardai mezza preoccupata e interdetta.
<<Dai su vieni con me!>> disse prendendomi la mano.
<<No!>> mi liberai dalla presa urlandole contro.
Non avevo voglia di rovinarmi la giornata con altri esemplari di uomini primitivi, mi bastavano già quelli che avevo in classe ogni giorno. In più non li conoscevo neanche. Mai fidarsi...
Guardai per un momento Veronica Lodge e poi chiusi l'armadietto allontanandomi il più possibile.
La ragazza mi guardò per qualche istante per poi sospirare e andare via.
Mi girai per vedere se stesse ancora guardando e ad un certo punto velocizzai il passo dirigendomi verso il bagno.
Non ce la posso fare psicologicamente.
Non sopportavo l'idea di avere qualcun altro in mezzo ai piedi. Non quest'anno, non proprio ora!
Iniziai a pensare a cosa causerebbe la presenza di quelle scimmie non ancora evolute, probabilmente guai e solo guai.
Allora...le classi sarebbero più numerose, il numero di armadietti...
In quel momento pensai a tantissime conseguenze, la mia mente non riusciva a contarle tutte.Arrivai davanti alla porta del bagno, mi guardai intorno per vedere se qualcuno mi stesse guardando o seguendo e poi entrai. Non sia mai...
Appoggiai le mani al lavandino e mi guardai allo specchio fissando l'immagine nella mia mente. Nessuno può farmi nulla, sono una Blossom.
Mi ripetei questa frase per minimo diciotto volte. Purtroppo c'erano vantaggi e svantaggi nell'essere una Blossom.
Direi...molti svantaggi. L'unica cosa buona era che tutti mi stavano alla larga, sapevano che qualsiasi cosa di stupido sarebbe uscito dalla loro fogna mi avrebbe fatta arrabbiare o...piangere.
In quel periodo mi sentivo sotterrata, passavo la maggior parte del tempo a versare lacrime.Abbassai lo sguardo fissando il bianco candido del lavamano. Mi trasmetteva pace, in qualche modo. Quel colore mi ricordava tanto della mia passeggiata mattutina dove alzavo lo sguardo notando la morbidezza delle nuvole che volevo tanto toccare. Volevo sentirmi leggera, senza pensieri, senza problemi e senza...ostacoli, così poi da potermi innalzare e passare in mezzo a quel finto zucchero filato che mi attirava tanto.
Volevo sentire il vento accarezzarmi il viso come per tranquillizzarmi dopo una nottata passata tra fuoco e fiamme.Dopo svariati minuti rialzai lo sguardo e notai, attraverso lo specchio, la porta aperta di uno dei bagni. Quindi decisi di entrare e chiudermi dentro. Presi il telefono per controllare l'orario. Tra un po' ci sarà la pausa pranzo.
Mancava anche questo da aggiungere alla mia lista: la pausa pranzo.
Sospirai ormai stanca e appoggiai la schiena contro la parete del bagno.
Che faccio?
Questa era la domanda cruciale che ormai vagava nella mia mente da più di qualche minuto. Cosa facevo? Non sapevo dove andare, tutte le opzioni scomparivano nel nulla.Decisi di uscire da quel posto disgustoso ma, tempo di nulla, mi ritrovai davanti la ragazza con la quale avevo alzato la voce precedentemente.
<<Ehi...>> mi disse guardandomi preoccupata.
<<Mi perseguiti?>> domandai. Sembrava che mi stesse seguendo.
<<Io? No, volevo solo vedere come stavi...ti ho cercata in giro e non ti ho trovata, alla fine sono venuta qui.>> disse sicura.
<<Capisco.>> capivo perfettamente.
<<Vuoi venire a pranzare con me?>> mi chiese con un piccolo sorriso stampato sul volto.
Annuì immediatamente e lentamente, anche se la cosa non mi faceva impazzire.
Ma era l'unica opzione possibile, quindi cosa fare? E poi non è da Cheryl Blossom trascorrere la pausa pranzo da sola...di solito passavo sempre tra i tavoli a infastidire gli altri e a commentare i loro sacchi di spazzatura che chiamavano vestiti. Ptf...
Il gusto della moda in questa scuola scarseggiava, e tanto.Diciamo che la ragazza dai capelli neri mi aveva salvata appena in tempo da una situazione di panico totale. La guardai per qualche secondo per poi incamminarmi verso l'uscita.
<<Cheryl aspetta...>> mi disse fermandomi.
<<Mh?>> mi girai guardandola negli occhi.
<<Ti devo dire una cosa.>>
In quel momento stavo già pensando al peggio.
<<Cosa?>> chiesi mezza curiosa e agitata.
<<Vedi...quei ragazzi che arriveranno presto a scuola...>> si mise a parlare lentamente, metteva tantissima ansia e in quel momento sentivo il mio cuore andare a mille per l'agitazione.
<<Si?>> cercai di incitarla a parlare.
<<L-loro sono de-..>> smise di parlare notando la porta aprirsi.
Mi girai e notai una ragazza a me sconosciuta entrare nel bagno.
La scrutai. Dilettante, neanche un foulard si sa mettere.
La fissai per qualche istante.<<Ehi tu, sbrigati ed esci di qui.>> dissi guardandola.
<<E tu saresti?>> mi chiese girandosi.
Ma come? Chi ero io?
Mi avvicinai a lei.<<Lo scoprirai presto.>> feci un sorrisetto per poi girarmi verso Veronica.
<<Andiamo?>> mi chiese la latina dai capelli neri.
<<Certamente.>> risposi sicura per poi lanciare un'occhiata alla ragazza a me ancora ignota.
Non capivo, ma da dove era spuntata? E poi come osava rivolgersi in quel modo a Cheryl Marjorie Blossom? Forse ancora il suo microscopico cervello non era venuto a conoscenza della persona dal quoziente intellettivo massimo.
Decisi di uscire da quel lurido posto dirigendomi verso la sala pranzo, seguita dalla Lodge.
Durante il tragitto la mente mi riproponeva svariate volte l'immagine di quella ragazza. Chi era? Da dove veniva? E soprattutto...come mai non sapeva della mia esistenza?
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Give me a red lipstick
FanfictionCheryl Marjorie Blossom, 17 anni, prima della classe e presidentessa del corpo studentesco della Abraham Lincoln High School. La ragazza dai capelli rossi e occhi marroni mostra un certo interesse per la moda grazie al suo raffinato modo di vestirsi...