Chapter 1 - void

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No, ti prego...lasciami stare. Lasciami stare!
Iniziai a correre non sapendo in quale direzione andare. Ma dove sono?
Mi domandai mentre continuavo a correre senza una direzione, nel buio più totale.
Una figura alta e nera continuava a seguirmi, ma chi era?
Aiutatemi!
Mi fermai di colpo per riprendere fiato e la figura si avvicinò tenendomi in trappola.
Le lacrime iniziarono a bagnare e rigare il mio volto sciogliendo il trucco, non mi ero mai sentita così vuota. Iniziai a sentire un forte mal di testa e i miei piedi sembravano dei mattoni, il cuore assomigliava ad una mela marcia che stava per essere schiacciata sotto la pressione di una mano gigante.
Un forte dolore iniziava ad espandersi nel mio corpo partendo proprio dal petto, una sensazione così spiacevole...
La figura mi teneva ferma e mi guardava.
B-basta, perfavore...

Ad un certo punto mi svegliai urlando guardandomi intorno disorientata. Cosa mi sta succedendo?
Mi toccai il viso sentendo le lacrime e successivamente mi posai una mano sul petto, il mio cuore.
Il mio cuore non stava sicuramente bene, mi sentivo vuota.

Iniziava così quel periodo, dove l'oscurità cominciava a prendere possesso della tua anima.
Iniziavano così le lacrime ed il dolore.
Ti svegliavi sul letto e incominciavi a pensare, ad un qualcosa oppure a tutto. Tutto quello che non poteva andare bene.
Allora iniziavi a piangere...e ti chiudevi.
Sentivi quel dolore nel petto, che diventava sempre più grande ogni minuto che passava.
Allora pensavi che tutto stesse per finire.
Le lacrime cominciavano a scendere dal tuo volto, attraversavano la tua pelle fino a toccare le morbide coperte.
Il dolore dentro te aumentava in un modo spropositato.
Sentivi come se qualcuno ti stesse prendendo il cuore, e lo stesse disintegrando senza pietà.
Poi arrivava il momento del vuoto.
Un vuoto che non potevi colmare facilmente. Allora sentivi il bisogno di qualcosa. Ma che, stando chiuso dentro quattro mura, non potevi avere.
Fuori pioveva. Il rumore della pioggia sui vetri che rimbombava nella tua mente.
Dopo svariati minuti, decidevi di lasciarti andare.
Sentivi questo dolore che ti ricopriva, allora pensavi davvero che fosse finita.

Dopo un po' mi alzai e mi affacciai alla finestra notando le solite goccioline d'acqua correre sul vetro come se fossero in una gara, ma in realtà la scia che loro lasciavano sembrava soltanto una gabbia. Sono in trappola.
Rimasi a fissare quelle gocce per troppo tempo fino a quando sentì vibrare il mio telefono. Mi girai, mi avvicinai e lo presi tra le mani guardando lo schermo.
Era la sveglia che stava per suonare e, per fortuna, la spensi subito.
Un'altra notte passata all'inferno.
Scossi la testa ancora turbata dal pensiero di quell'incubo che mi stava mangiando viva. Sospirai e gettai il telefono in mezzo al letto, probabilmente nessuno era ancora sveglio alle 5 di mattina. Ma io dovevo alzarmi presto, dovevo truccarmi per apparire al meglio, dovevo scegliere i vestiti con cura perché dovevo essere notata da quei trogloditi della scuola, dovevo ripassare gli argomenti fatti il giorno prima per riportare alla mente tutto ciò che avevano spiegato i professori, insomma: la mia mattinata doveva iniziare al meglio. Ma alla fine quel silenzio che mi portava pace veniva distrutto dalla voce graffiata di mia madre che veniva in camera mia per dirmi di prepararmi, ma alla fine mi trovava sempre pronta.

Mi preparai e presi lo zaino mettendomelo sulle spalle, scesi le scale lentamente per paura di esser sentita da quella pazza ma, dopo aver sceso l'ultimo gradino, la sentì urlare, di nuovo.

<<Sbrigati! Fai tardi!>> disse già arrabbiata di prima mattina, la sua luna era sempre storta.
<<Sì.>> risposi freddamente, che dovevo dirle? Che il suo modo di rivolgersi a sua figlia era del tutto inappropriato? Ma conosco mia madre, mi avrebbe uccisa al suo solito con lo sguardo.

Uscii di casa e iniziai a passeggiare verso la scuola. Fuori mi sentivo così libera, quella casa aveva un'aria così pesante quando c'era mia madre. Soprattutto dopo la morte di mio fratello, ma riuscii a superare questa cosa...più o meno.
Mi guardai intorno notando la strada vuota, finalmente un po' di pace. Sentire il canto degli uccellini e il rumore delle foglie mosse dal vento... Sono in pace.
Feci un sorriso spontaneo al pensiero del silenzio che mi circondava e che volevo avere per sempre nelle mie orecchie. All'improvviso quel dolore che sentivo si era alleviato, come se avessi tolto un peso dalle mie spalle. La mia mente si era liberata per un momento da tutti quei pensieri crudeli fino a quando notai dei ragazzi con le loro moto. Sospirai e corsi velocemente a scuola, non volevo che quel magnifico momento di pace venisse rovinato dal rumore esasperante delle loro moto.

Dopo qualche minuto arrivai a scuola e percorsi velocemente il corridoio.

<<Buongiorno..>> dissi prendendo posto appena entrata in classe.

Mi guardai intorno notando le solite facce primitive degli anni precedenti, sospirai e iniziai a guardare due ragazzi che si stavano baciando. Mh...

Distolsi lo sguardo e presi quaderno e libro dallo zaino.

<<Aprite il libro a pagina quindici, e voi due...smettetela di sbaciucchiarvi!>> disse la donna guardando la coppia.

Aprii il mio libro un po' scocciata dalla voce di quella strega.

Dopo qualche minuto la vecchia con gli occhiali iniziò a spiegare ma, sinceramente, ero molto più interessata ai pensieri che mi stavano tormentando in quel momento invece che al suo discorso.

<<Signorina Blossom? Mi sta ascoltando?>>

Quell'odiosa voce interruppe il mio stato di pura concentrazione.

<<Allora?>>

<<Mi scusi>> dissi tornando ad ascoltare la spiegazione della professoressa di chimica.

Probabilmente quella brutta vecchia racchia non sapeva fare altro nella sua vita monotona, sempre discorsi sugli elementi e quant'altro.

Al suono della campanella uscii immediatamente dalla classe. Mi avvicinai al mio armadietto e poi lo aprii, scambiai i libri e mi guardai allo specchio sistemandomi i capelli. Semplicemente perfetta.

Mi guardai intorno e poi mi resi conto di quanto mi urtasse il sistema nervoso il momento del cambio dell'ora, incontri più gente nei corridoi della scuola che in tutta la tua vita. Infatti all'improvviso notai qualcuno corrermi incontro...

Give me a red lipstickDove le storie prendono vita. Scoprilo ora