Entrai al Dear Irving e notai un po' di persone girarsi puntandomi gli occhi addosso.
<<Che avete da guardare?!>> dissi in modo scontroso per poi riprendere a camminare.
Mi guardai intorno mentre i miei occhi brillavano come diamanti, quel posto era più che stupendo. Era una distrazione, da tutto.
Entrai nell'ascensore e guardai il vuoto, in quel momento non riuscivo a non pensare ad Antoinette.
Il suo sguardo mi aveva colpita, credevo sapesse tenermi testa. Non avrei mai pensato di poter incontrare una persona come lei.
Non hai paura, Topaz?
Non hai paura del mio carattere?
Non hai paura dell'oscurità che si nasconde dietro il mio bel volto?
Darling, I'm a nightmare dressed like a daydream.Guardai i numeri dei pulsanti dell'ascensore, erano tantissimi...come i motivi per cui mi rendevi felice, ragazza dai capelli rosa.
Però dovevi sapere una cosa, ero intrappolata nella mia mente con una figura nera che, ogni volta, cercava di prendermi e di uccidermi.
Ogni notte questo orribile incubo occupava la mia mente per svariate volte, finché non mi svegliavo con il volto bagnato e un vuoto dentro.
Ti prego Antoinette...
Vieni, inseguimi tra i cunicoli della mia mente tastando al buio gli spigoli acuti delle mie paure.
Trovami nell'angolo più nero, osservami.
Raccoglimi dolcemente scrollando la polvere dai miei vestiti.
Io ti seguirò.
Ovunque.Le porte dell'ascensore si aprirono all'improvviso e uscii guardandomi intorno.
Le luci gialle dei lampadari attirarono la mia attenzione, alla vista ogni lampadina assomigliava ad un piccolo sole che si collegava agli altri tramite le braccia della struttura. Essa assumeva uno stile moderno grazie all'arredamento.
Il tetto aveva un immagine astratta formata da tantissime forme geometriche colorate di rosso e giallo scuro.
Le mura, invece, erano in legno. Si poteva notare, però, il distacco di colore con dei quadri appesi. Scrutai le mura notando un quadro a dir poco meraviglioso: la Nascita di Venere.
Oh caro Botticelli, la tua creatura mi affascinava così tanto che potei sentire la mia mente volare tra i mille pensieri ed i miei occhi viaggiare velocemente tra i colori delicati della tempera utilizzata.
Questa magnificenza era stata realizzata attorno al 1484-1485, per la villa di Castello di Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici. Il tema scelto stava a mostrare il significato spirituale che la filosofia neoplatonica attribuiva alla bellezza, cioè a Venere. Era tramite essa, infatti, che l'uomo si avvicinava a Dio ed era sull'amore che l'universo intero si reggeva.
Venere, appena nata dalla schiuma del mare, ma già donna, nuda su un'enorme conchiglia, veniva sospinta da Zefiro, abbracciato a Clori, verso il litorale dell'isola di Cipro, dove Flora l'accoglieva porgendole un mantello rosso cosparso di fiori per coprirla. La dea, infatti, appariva fragile e delicata.
Come la mia Antoinette.
Successivamente notai, attraverso delle porte in vetro, un piccolo balconcino nel quale potevo benissimo sorvegliare quasi l'intera città. Ma girando lo sguardo vidi dei vetri panoramici e decisi di avvicinarmici.
Guardai fuori incantata, il cielo appariva più colorato che mai. Cavolo, quei colori...passavano dal giallo luminoso fino al blu scuretto. Quel quadro che si era formato davanti ai miei occhi riscaldava il mio cuore e la mia anima, mi sentivo bene in qualche modo. E poi quelle nuvole che assorbivano il colore del cielo come se fossero dei pezzetti di cotone venuti a contatto con dell'acqua colorata. Mi incantai a guardarle per alcuni minuti per poi sedermi su uno dei divani marroncini, davanti a me c'era un tavolino rotondo di un marmo bianco greco e sopra di esso notai una piccola candela che mi ricordava tanto il colore del cielo che guardai qualche attimo prima.
La cameriera si avvicinò chiedendomi cosa volessi da bere.
<<Una cherry cola, perfavore.>>dissi sicura di me.
<<Arriva subito..>> disse la ragazza per poi allontanarsi.
Qualche minuto dopo arrivò la mia bibita, presi la cannuccia tra il pollice e l'indice per poi portarla alle labbra. Mi misi comoda e ritornai a pensare a quelle fantastiche sfumature che poi mi condussero al colore dei capelli di Antoinette, ogni cosa mi conduceva a lei.
Mi basterebbe solo vederti. Solo questo.
Stringerti la mano e accarezzarti le dita.
Vieni qui. Vieni a prendermi.All'improvviso le porte dell'ascensore da cui ero arrivata si aprirono e notai una ragazza uscire sfoggiando i suoi capelli...rosa?!
Quando parli del diavolo
La scrutai per bene.
Che ci fa qui? È da sola? Non credo
La giovane donna che indossava la sua solita giacca dei serpents si sedette sul divanetto che stava poco più avanti del mio, ci separavano soltanto due tavolini e mezzo metro di spazio.
Potevo già sentire il mio cuore impazzire e le gambe tremare.
Cosa mi stai facendo
I miei occhi puntarono immediatamente alle sue labbra.
Iniziai a giocherellare con la cannuccia pensando già al nostro primo bacio.Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia, quandella altrui saluta,
chogne lingua devèn, tremando, muta,
e li occhi no lardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente e dumiltà vestuta,
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ntender no la può chi no la prova;
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien damore,
che va dicendo a lanima: Sospira.Guardai la mia piccola donna prendere una coca cola alla spina, ridacchiai. Sembrava tanto una bambina con il suo succo preferito.
Oh, ma non mi dire...ti piacciono le bevande con i cubetti di ghiaccio a forma di cuore, Tee-Tee?
Nella mia mente già le assegnai un nomignolo alquanto interessante.
Sul mio viso si formò un enorme sorriso e sentii quella fantastica sensazione delle farfalle nello stomaco.
Aumentarono anche il battito cardiaco, la pressione sanguigna e la frequenza respiratoria.
Insomma, stavo per cedere.
Alla vista di quella dea il mio corpo non reggeva, io l'avevo trovata la persona giusta per me.
L'avevo di fronte, avevo impresso la sua immagine nella mia mente talmente tante di quelle volte da ricordarmi anche i dettagli della collana e dei bracciali che indossava decorosamente.
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Give me a red lipstick
FanfictionCheryl Marjorie Blossom, 17 anni, prima della classe e presidentessa del corpo studentesco della Abraham Lincoln High School. La ragazza dai capelli rossi e occhi marroni mostra un certo interesse per la moda grazie al suo raffinato modo di vestirsi...