Capitolo 7

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Harry era a qualche centimetro di distanza da me; non riuscivo a reggere per troppo tempo il suo sguardo, così mi ritrovavo a volte a fissare la bevanda scura tra le mie mani. Mentre la sorseggiavo, mi preparavo psicologicamente a quello che stavo per ascoltare; avevo quasi il timore che fosse qualcosa più grande di me, che non sarei riuscita ad affrontare o ad accettare. Ma avevo 20 anni, ed essere adulti significava anche questo: accettare le verità scomode. Harry si passava continuamente una mano tra i ricci, ed avevo imparato che quel gesto celava il suo nervosismo. Sembrava non sapere da dove cominciare, e la cosa mi rendeva ancora più preoccupata, perché mi sembrava un ragazzo molto deciso e risoluto, senza peli sulla lingua. Lo guardai, mentre continuava a stringere in un pugno i suoi capelli, ed il suo sguardo sembrava perso nel vuoto.

"E' una storia lunga millenni, e molto complicata" disse ad un tratto, continuando a guardare un punto impreciso davanti a lui.

"Cercherò di renderla semplice, e più accettabile" continuò, guardandomi finalmente. Mi sorrise appena, sembrava essersi addolcito, non l'avevo mai visto così vulnerabile.

"Sono pronta" bisbigliai, con poca sicurezza nella mia voce.

Ero sicura che Harry percepiva la mia ansia, e il mio timore; poggiò la sua grande mano calda sulla mia, che tremava appena e sudava freddo. Quel gesto mi tranquillizzò un po', e mi rasserenai sotto il suo calore.

"Conosci un po' di storia greca?"

La sua domanda mi prese un po' alla sprovvista, non me l'aspettavo visto l'importanza che sembrava avere quello che doveva dirmi. Così, con un cipiglio sul volto, annuii.

"So che tuo padre è greco, come il mio"

Quella affermazione mi fece sussultare; come sapeva che mio padre era greco? E soprattutto, quante possibilità c'erano che lo fosse anche il suo? Okay, l'Inghilterra è un grande paese, aperto a tante nazionalità, soprattutto in una città grande come Brighton; ma sul serio, quell'informazione era decisamente inquietante.

"Ma il tuo cognome è Styles, non sembra greco" notai, confusa.

"Beh Diana, l'ho semplicemente cambiato all'anagrafe" disse con tono ovvio, facendo una piccola risata profonda. Mi maledii mentalmente per non averci pensato prima.

"Comunque" continuò, ritornando serio, "le nostre famiglie in realtà si conoscono, da anni".

Spalancai gli occhi. Cosa? Io non avevo mai visto Harry prima d'ora, tanto meno conoscevo un certo signor Styles, e non avevo la più pallida idea di come fosse sua madre. Cominciai ad andare nel panico, e il riccio se ne accorse; strinse di più la sua mano attorno alla mia.

"Non lo sapevo nemmeno io, fino a qualche anno fa" disse per tranquillizzarmi, come se mi avesse letto nel pensiero. Sorseggiai il mio caffè, senza proferire parola; sinceramente, non sapevo cosa dire. Tornai a guardarlo, mentre istintivamente cominciai a muovere nervosamente la mia gamba destra.

"Ti prego Diana, calmati. Se hai bisogno di tempo dimmelo, magari possiamo parlarne un altro gior.."

"No" lo interruppi immediatamente. "Voglio sapere tutto".

Harry annuì, e prese un grande respiro, prima di ricominciare a parlare.

"Tu vivevi a Seaford ed io in una piccola cittadina vicino a Inverness, in Scozia. Avevano scelto apposta due posti così lontani, avevano deciso di non farci incontrare mai" disse, tirando un sospiro. Inclinai la testa di lato, tutto quello che stava dicendo sembrava assurdo; cominciai a dubitare delle sue parole, e pensai che volesse solo prendermi in giro, o che fosse solo uno strano modo per provarci con me.

«𝔸𝕞𝕠𝕣𝕖 𝕖 ℙ𝕤𝕚𝕔𝕙𝕖» [H.S]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora