Capitolo 3

241 22 13
                                    

"Ma intanto Psiche, bellissima com'era, non ricavava alcun frutto dalla sua grazia. Tutti la ammiravano, la lodavano, e pure non un re, non un principe, nemmeno un plebeo veniva a chiederla in sposa. Restavano lì a contemplare quelle divine sembianze come si ammira una statua di suprema fattura. Un giorno le due sorelle più grandi, la cui bellezza, modesta, era passata inosservata al gran pubblico, si fidanzarono con principi del sangue e celebrarono nozze felici mentre Psiche, rimasta vergine, sola nella vuota casa, piangeva il suo triste abbandono e sofferente e intristita finì per odiare la sua stessa bellezza che pure tutti ammiravano. E così l'infelice padre della sventurata fanciulla, temendo una maledizione celeste e la collera degli dei, interrogò l'antichissimo oracolo del dio Milesio e con preghiere e con vittime chiese a questa potente divinità per la vergine negletta nozze e marito. E Apollo, benché greco e ionico, per compiacere l'autore di questo romanzo, gli rispose in latino così: <Come a nozze, di morte vesti la tua fanciulla ed esponila o re su un'alta cima brulla non aspettarti un genero da umana stirpe nato ma un feroce, terribile, malvagio drago alato che volando per l'aria ogni cosa funesta e col ferro e col fuoco ogni essere molesta. Giove stesso lo teme, treman gli dei di lui, orrore ne hanno i fiumi d'Averno e i regni bui>. Il re che un tempo era stato felice, sentito il sacro responso, fece ritorno a casa coll'animo colmo di tristezza e riferì alla moglie i comandi del funesto oracolo. Per più giorni non fecero che piangere, gemere, lamentarsi. "

"Si papà, sto mangiando" risposi, roteando gli occhi al cielo e sorridendo per l'eccessiva premura di mio padre.

"Bene tesoro, non vedo l'ora che arrivino le feste di Natale per poterti rivedere! Manchi molto a me e alla mamma" rispose dall'altro capo del telefono.

"Mi mancate tanto anche voi. Ora devo andare papà, abbiamo lezione, salutami la mamma"

"Certo cara, salutaci Grace, un bacione a entrambe"

"Salve, signor Calipso!" urlò Grace, che era seduta accanto a me sulla nostra panchina.

"Ci sentiamo" dissi, prima di terminare la chiamata.

Infilai il telefono nella tasca dei miei jeans, e guardai il tipico cielo annuvolato di Brighton. Voltai lo sguardo verso Grace, che era intenta a messaggiare intensamente con qualcuno, e subito mi ricordai della sera precedente; sorrisi sotto i baffi.

"Grace?" la chiamai.

"Mhm?" mugolò, continuando a fissare il suo telefono.

"Scommetto che hai preferito il biondino. E' proprio il tuo tipo" dissi continuando a sorridere, ma tornando a guardare il cielo cupo. Con la coda dell'occhio però, notai la sua testa alzarsi di scatto, e avrei potuto scommettere anche che fosse arrossita improvvisamente.

"E' carino" borbottò, riportando lo sguardo sul telefono.

Le tirai un leggero pizzicotto sul fianco, che la fece sussultare appena, ma perlomeno attirai la sua attenzione.

"Allora, vuoi raccontarmi tutto o stai aspettando una richiesta ufficiale firmata dalla regina?" esclamai, portando le mani verso il cielo in segno di disperazione.

Grace si guardò intorno, avvicinandosi a me, come se stesse per parlarmi di un file top secret della CIA.

"Si chiama Niall, è al terzo anno, frequenta il corso di giornalismo, si è trasferito da poco ed è amico del" si fermò improvvisamente, e il suo sguardo si spostò dietro di me.

"Di chi?" chiesi curiosa, con un'espressione confusa.

La mia amica alzò il suo indice, puntandolo contro qualcosa alle mie spalle. La guardai ancora stranita, e lentamente mi voltai. Il cuore in un attimo mi arrivò in gola.

«𝔸𝕞𝕠𝕣𝕖 𝕖 ℙ𝕤𝕚𝕔𝕙𝕖» [H.S]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora