Capitolo 11

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«Ma quello che non si dissero, rientrando a casa, le due rispettabili sorelle, divorate com'erano dall'invidia e dalla bile! Una, alla fine, garrì: 'Fortuna orba, crudele e malvagia. Bel gusto il tuo a farci nascere dagli stessi genitori e poi darci una sorte così diversa. Noi che siamo le più grandi, facciamo le serve a dei mariti stranieri e siamo costrette a vivere come delle esiliate, lontano dalla nostra casa, dalla nostra patria, dai nostri genitori; quella li invece, la più giovane l'ultimo parto di un ventre ormai esausto, ha ricchezze a non finire e un dio per marito e di tutta questa fortuna non sa nemmeno farne buon uso. Ma hai visto, sorella, quanti e quali tesori in quella casa e che splendide vesti e che luccichio di gioielli? Sembra di camminare addirittura sull'oro, se poi ha anche un bel marito, come lei dice, è proprio la donna più fortunata del mondo. E non è detto poi che vivendo insieme e crescendo l'affetto, il marito, che è un dio, non finisca per far diventare dea anche lei. Sta a vedere, perdio, che sarà proprio così: quel suo modo di fare, quel suo comportamento, quella già si vede sul piedistallo, ha per schiave delle voci, dà ordini ai venti, mi sa che nella donna c'è già la dea.' »

Dietro la figura imponente di Harry, spuntarono le chiome dei suoi due amici fidati.

"Niall" esclamò confusa la mia migliore amica.

Il biondino, che prima guardava accigliato Rachel, portò il suo sguardo su Grace; sembrava sorpreso di ritrovarsela davanti, infatti la sua bocca assunse la forma di una "o".

"Grace, torna nella tua camera" fu tutto quello che disse Niall, mentre notavo i suoi pugni stringersi sempre di più, fino al punto in cui le sue nocche divennero bianche per la tensione.

"Diana, andate" mi disse Harry, che non spostò il suo sguardo da Natalie.

Quest'ultima alzava gli occhi al cielo ripetutamente, sbuffando di tanto in tanto; non sembrava per niente sorpresa da quella situazione, al contrario di me e Grace.

"Io non vado da nessuna parte" risposi, incrociando le mie braccia, e prendendo una posizione. Harry e quei due cretini dei suoi amici non potevano dirci cosa dovevamo fare.

Vidi il riccio voltarsi verso Liam, si scambiarono uno sguardo d'intesa, seguito da un cenno della testa da parte di entrambi.

"Perchè dovete farmi sprecare energia inutile?" borbottò Liam, mentre con due grandi falcate si avvicinò a noi. Ci guardò per qualche secondo, e rivolsi uno sguardo alla mia amica prima di essere sollevate entrambe in aria, ciascuna su una spalla di quell' energumeno.

"Fammi scendere Liam, non sto scherzando" urlai, battendo i miei pugni contro la sua schiena, e cercando di tirargli dei calci sul torace.

Ovviamente fu tutto inutile, perché uscimmo da quella stanza mentre Liam ridacchiava per la mia reazione esagitata.

HARRY'S POV:

Sapevo che prima o poi sarebbe successo. L'avrebbero trovata, esattamente come ho fatto io; ma non potevo permettere che le rifacessero del male. Lentamente mi avvicinai a Rachel che era immobile davanti a me, riducendo sempre di più lo spazio tra di noi; mi guardava furiosa, cercando di mantenere comunque un contegno.

"Ora che avete fatto gli eroi, siete fieri?" disse, con tono di sfida.

Questo non fece altro che farmi prudere ancora di più le mani, e sentivo il sangue ribollire nelle mie vene. Avventai una mia mano al collo sottile della pazza bionda davanti a me; strinsi sempre più forte la mia presa, mentre la vedevo arrancare in cerca di ossigeno. Con la coda dell'occhio vidi Natalie avvicinarsi per poter aiutare la sorella, ma immediatamente Niall la scaraventò contro la parete, facendola gemere di dolore.

«𝔸𝕞𝕠𝕣𝕖 𝕖 ℙ𝕤𝕚𝕔𝕙𝕖» [H.S]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora