Capitolo 10

158 19 4
                                    

"Diana sei troppo strana, mi stai nascondendo qualcosa?"

Grace era finalmente tornata, mi mancava così tanto, avevo bisogno della mia spalla.

Mi stavo nervosamente torturando le dita mentre la mia amica rimetteva a posto tutta la sua roba dalla valigia.

"Io? Cosa?" risposi con voce decisamente troppo acuta.

Non sapevo da dove iniziare, cosa raccontarle; dovevo dirle tutto quello che mi ha detto Harry, o solo metterla a conoscenza del nostro avvicinamento? E se le avessi raccontato tutto nei dettagli, mi avrebbe creduto? Persino io faccio ancora fatica a metabolizzare tutto.

La mia amica si fermò un attimo per voltarsi e guardarmi, e poggiò le mani sui suoi fianchi magri.

"Ti conosco da troppo tempo, lo sento che c'è qualcosa che devi dirmi".

Mi conosceva davvero troppo bene per ingannarla.

Sbuffai, alzandomi e cominciando a percorrere tutto il perimetro della nostra stanza. Mi fermai davanti alla finestra che dava sul giardino del college, e mentre riflettevo sulle parole giuste da usare, poggiai lo sguardo sui nuvoloni grigi che minacciavano un forte temporale.

"E vabene, però giurami che non mi prenderai per pazza" dissi sospirando, rigirandomi verso la mia amica.

Grace alzò le sopracciglia, incrociando le braccia sul suo petto, aspettando che continuassi a parlare.

"Beh, io ed Harry abbiamo avuto una conversazione qualche giorno fa. Fui io a insistere, perché sentivo che c'era un qualcosa, e sapevo che anche lui ne era a conoscenza" cominciai, sedendomi sul mio letto. La mia amica mi imitò, sedendosi sul suo, che era accanto al mio.

"Il fatto è che ogni volta che Harry era vicino a me, l'aria si riempiva di un odore stranamente piacevole. Non avevo mai sentito una cosa del genere, e la prima volta che mi successe pensai che stessi solo impazzendo; ma capitava ogni volta che incrociavo il suo sguardo, e capii che c'era qualcosa che non andava"

La mia amica spalancò gli occhi, sembrò ricordare qualcosa.

"La festa di Jason?"

"Esatto" risposi, "successe anche lì".

"Perchè non me l'hai detto subito?" mi chiese Grace, con un velo di preoccupazione nella sua voce.

"Perchè dovevo prima capirci qualcosa io, e l'unico modo per farlo era parlare con la causa di tutto" dissi d'un fiato.

Mi fermai qualche secondo per respirare profondamente, e poi continuai.

"Harry mi ha spiegato il perché sentissi questo forte legame tra noi. A quanto pare le nostre famiglie si conoscono da millenni, da sempre probabilmente"

Cercai di raccontare tutto il più velocemente possibile, perché ascoltando le mie parole ad alta voce mi sembrava sempre di più una cosa assurda.

"Cosa? Come, i tuoi non sono tipo greci?" chiese con tono ovvio la mia amica. Annuii.

"Anche i suoi, Grace" risposi, con voce calma.

"Lui si chiama Eros, ti ricordi?" chiesi, cercando di girarci intorno.

La mia amica annuì, con aria confusa.

"Beh, a quanto pare è l'autentico Eros. Lui è il dio dell'Amore, ed io sono la povera terrestre Psiche" dissi, cercando di sdrammatizzare. Che idiota.

La mia amica sbarrò gli occhi, e rimase muta. Durò qualche secondo questa sua pietrificazione, perché poi scoppiò in una fragorosa risata. Come biasimarla.

«𝔸𝕞𝕠𝕣𝕖 𝕖 ℙ𝕤𝕚𝕔𝕙𝕖» [H.S]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora