Non c'era voce.
Non c'era melodia generata da quelle corde che riuscisse ad udire.
La creatura si sforzava caparbiamente di emettere un suono distinguibile, almeno uno, sollecitata ancora e ancora sotto la furente pressione delle dita del suo padrone.
Ma era silente, muta, taceva.
Eppure le vibrazioni della cassa di risonanza si diffondevano nei polpastrelli, diramandosi mano a mano nei polsi fino ad estendersi come lacci alla gabbia toracica, lì dove tentavano di avvolgere il muscolo cardiaco in una morsa stretta e resistente.
Ma ecco che i nodi cedevano, deboli e sfilacciati, strappandosi fino a diventare parte di quella ruggine che gli incrostava lo spirito.
Un'anima sorda di fronte alla sua creazione.
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The last bar
FanfictionTUTTI I DIRITTI RISERVATI Levi Ackerman, come ogni singolo giorno, si rifugia nella sua routine costituita da metro, musica e sogni intrappolati in un passato amaro. Ed è proprio una mattina che, recatosi nella stazione parigina, ode in lontananza...