Una volta raggiunti gli spogliatoi vicino al campo di Quidditch, Harry recuperò la sua Firebolt dall'armadietto e si sedette sulla panchina al centro della stanza. Chiuse gli occhi godendo del delizioso silenzio che lo circondava. Nessuna delle quattro squadre si sarebbe allenata quel pomeriggio, offrendogli così l'occasione di rimanere da solo, lontano dagli occhi di Hogwarts.
Iniziò il suo rituale di pulizia: lucidò il manico della scopa con un panno di camoscio per poi rassettare con pazienza gli esili giunchi che ne formavano l'estremità. Era quanto di più caro possedesse e prendersene cura era il suo modo di onorare la memoria di Sirius, suo defunto padrino e donatore di quel ricordo.
Fece per riporre la pezza nella sacca degli attrezzi, quando udì dei rumori provenire all'interno degli spogliatoi. Trattenne il respiro e tese l'orecchio, immobile, pregando che fosse stato solo il vento a far sbattere le pesanti tende cerate dell'entrata, ma imprecò tra sé quando udì un distinto ticchettio di suole far eco nella stanza. Convinto che fosse Ron venuto a chiedergli di allenarsi con lui, fece per dirgli che non ne aveva voglia, ma l'inaspettata entrata in scena di Draco Malfoy gli causò un attimo di confusione.
"E adesso che vuole?"
Attese che la serpe se ne uscisse con una delle sue consuete battute, ma Draco si limitò a rimanere in piedi a pochi metri da lui, assorto in un misterioso silenzio. Harry fu preso da un irrefrenabile desiderio di alzarsi e prenderlo a schiaffi, pur sapendo che il modo più efficace per umiliarlo fosse quello di ignorare completamente la sua presenza.
Così decise di rimanere seduto sulla panchina, fingendo di concentrarsi sul suo manico di scopa. Nessuno dei due osò fiatare per un interminabile lasso di tempo, durante il quale Harry ragionò sulla possibilità di sfruttare l'occasione per indagare sul conto di Malfoy, scoprendo, per una buona volta, se fosse effettivamente diventato un Mangiamorte. Draco aveva sempre avuto la nomea di un ragazzino prepotente e viziato, con la particolare inclinazione ad umiliare il prossimo, specialmente se si trattava di Harry. La sua presenza non passava mai inosservata. Quando entrava in una stanza c'era chi prendeva dalle sue labbra e lo seguiva come se fosse stato il messia, e chi invece era terrorizzato di poter essere la sua prossima vittima. Dall'inizio di quell'anno scolastico, però, era palesemente tormentato da qualcosa. Draco era infatti diventato schivo e misterioso e questo cambio di comportamento non era certo passato inosservato agli occhi di Harry. Sembrava perennemente angustiato da qualcosa, e la sua celebre smorfia boriosa ed arrogante mutava in una cupa espressione d'inquietudine quando pensava di non essere osservato.
Harry tentò di elaborare un piano che prevedesse un'involontaria confessione da parte di Draco, ma in cuor suo sapeva che non avrebbe mai funzionato. C'era infatti una falla, a parte il fatto che sarebbe stato troppo rischioso istigare Malfoy con domande inopportune. Harry sarebbe appunto stato l'unico testimone in caso di una sua confessione. E solo di quello aveva bisogno: testimoni, dal momento in cui nemmeno i suoi migliori amici sembravano dare il minimo credito alle sue ipotesi. Cercò così di continuare ad ignorare la sua presenza, nella vana speranza che Draco si stancasse di rimanere lì fermo a fissarlo e se ne andasse lasciandolo in pace.
Ma, all'improvviso il silenzio diventò quasi insopportabile.
- Maledizione, Malfoy! Che diavolo vuoi?!
Draco non reagì.
- Senti, - proferì spazientito Harry, stringendo la Firebolt tra le mani - non ho tempo per i tuoi scherzi. Vedi di andartene al più presto da qui prima che perda la pazienza e ti prenda a calci nel sedere.
Malfoy rispose alla minaccia solamente con un unico battito di ciglia che Harry interpretò come un segno di sfida - Sei diventato sordo?
Solo allora Draco mosse un passo verso Harry che, spaventato dall'improvviso movimento, si alzò dalla panchina lasciando che la Firebolt cadesse a terra. Con un movimento fluido estrasse la bacchetta dalla tasca dei pantaloni, pronto a difendersi dall'imminente aggressione. Ma Draco avanzò cauto. Si mosse con passi lenti, calibrati. Un palmo della sua mano destra spiegato verso Harry e l'altro rivolto verso il pavimento, come se avesse voluto fargli capire che le sue intenzioni erano pacifiche. Sebbene quel suo atteggiamento non fosse per nulla minaccioso, il Grifondoro non potè fare a meno che indietreggiare, domandandosi da quale Maledizione Senza Perdono sarebbe stato colpito. Ma Draco continuò ad avvicinarsi causando il panico in Harry che cercò di recuperare lo spazio retrocedendo, dando quindi il via ad una lenta danza, fino a che, stremato dall'insostenibile tensione che si era creata, arrestò la sua ritirata puntando minacciosamente la bacchetta in direzione del Serpeverde, pronto a scagliargli un incantesimo di repulsione. Cercò invano di radunare tutte le forze per un eventuale attacco, ma la sua mente non riusciva a focalizzarsi, ipnotizzata da quegli occhi grigio tempesta che lo fissavano come se volessero divorarlo. Draco sfruttò il suo attimo di esitazione e, con un lesto movimento, lo disarmò lanciando la sua bacchetta contro l'armadietto. Harry non ebbe nemmeno il tempo di protestare poiché fu zittito da qualcosa di caldo che serrò violentemente la sua bocca. Smise di respirare dallo spavento e per un attimo non vide nient'altro che un fitto buio. Quando finalmente realizzò di aver chiuso gli occhi, li aprì trovandovi quelli di Draco, chiusi, ad un paio di centimetri dai suoi occhiali. Le labbra erano premute contro le sue ed il suo fiato caldo gli sfiorava la guancia.
Lo stava baciando.
Il cuore di Harry accelerò i battiti, provocandogli così una scarica di adrenalina che gli permise di radunare tutte le forze per spingere Draco lontano dal suo corpo. Una volta assicuratosi che quel demonio si fosse trovato a debita distanza da lui, si strofinò energicamente la manica della felpa sulla bocca nel tentativo di togliere ogni traccia della follia di Malfoy dalla sua pelle. Ancora sconvolto, guardò la serpe con profondo disgusto.
- Non dirmi che non ti è piaciuto, Potter. - proferì Draco dandosi una sistemata ai vestiti.
- Ti ha dato di volta il cervello?! - esclamò Harry furioso.
Malfoy alzò un sopracciglio, quasi divertito.
- Che diavolo ti è saltato in mente?! - strepitò il Grifondoro, ma le parole gli morirono in bocca.
Draco scrollò le spalle. - Avevo voglia di baciarti, e l'ho fatto. Niente di trascendentale.
Il viso di Harry si congelò in una smorfia di disgusto.
- Ah, ora non fare la femminuccia imbarazzata. - lo canzonò Malfoy - Non abbiamo nemmeno usato la lingua.
Harry soffiò furente dalle narici cercando di mantenere la calma. Quello che era appena successo non aveva alcun senso, pensò tra sé. A meno che Draco non fosse letteralmente impazzito. "No." si disse "Deve esserci una ragione precisa dietro tutto questo. Quel manigoldo ha semplicemente deciso di farsi beffe di me." Doveva andarsene al più presto da lì, ma non sarebbe scappato con la coda tra le gambe. Se si fosse trattato di uno scherzo, fatto che reputava estremamente probabile, significava che qualcuno dei tirapiedi di Malfoy si nascondeva da qualche parte per assistere alla sua impresa di umiliarlo. Ma lui non ci sarebbe cascato. Avrebbe fatto ritorno al castello e si sarebbe semplicemente comportato come se niente fosse accaduto. "Ma come posso ignorare il fatto che Draco mi abbia baciato?!". Doveva uscire di lì prima che accadesse qualcosa di ben peggiore, così, facendo attenzione di non avvicinarglisi più del dovuto, Harry aggirò Draco, recuperò la bacchetta ed il suo manico di scopa, riponendolo velocemente nel suo armadietto, per poi voltarsi e trovarsi Draco ad un metro da lui, che lo fissava insistentemente.
- Malfoy. - lo riprese con tono accondiscendente - Lo so che questo scherzo fa parte di una delle tue stupide scommesse. Sarei proprio curioso di sapere chi ha vinto... anzi no, aspetta, a dir la verità non mi importa. Sta di fatto che se ci riprovi un altra volta, io ti ammazzo.
- Non è una stata una scommessa, Potter.
- Sì che lo è stata. - insistette Harry.
- Non è stata una dannatissima scommessa! - eruppe Draco come una furia - Diamine, apri gli occhi! - avanzò verso Harry - Non mi hai forse sognato anche tu la notte scorsa? E quella precedente? Non hai provato un devastante senso di eccitazione al risveglio? - esitò - Pensaci bene... non provi niente di diverso nei miei confronti?
Harry trasalì - E cosa diavolo dovrei provare?!
- Non mi desideri? Non hai una irrefrenabile voglia di possedermi? - la sua voce si era fatta roca. Fece per afferrare Harry, ma lui schivò prontamente la presa indietreggiando. Non riusciva a smettere di fissarlo, incredulo. Iniziò a tremare.
- Ebbene io sì, Potter. Ti desidero. - mormorò Draco - E so per certo che mi desideri anche tu.
Harry si sentì mancare - Di che c-cosa stai parlando?
- Di sesso, Potter. - chiarì Draco. - So che lo desideri tanto quanto me.
Solo allora Harry notò uno strano barlume nel suo sguardo.
- Lo so che sembra strano. - continuò il Serpeverde - Ma non lo capisci? Sono stato tuo nemico giurato per tanti anni ma ora, grazie a questo sogno rivelatore, ho finalmente capito perché finiamo sempre col punzecchiarci a vicenda. C'è qualcosa che ci attrae l'un l'altro.
Quelle parole sibilarono nelle orecchie di Harry provocandogli un forte senso di nausea. Suo malgrado, però, il tono con cui le aveva pronunciate aveva smosso in lui qualcosa che non avrebbe mai pensato di provare.
"Il sogno." pensò atterrito Harry "Lo abbiamo condiviso la stessa notte... ma com'è possibile?" si chiese, mentre cercava di tenere a bada una involontaria eccitazione causata dal ricordo di quello che fino a poco tempo prima aveva pensato si trattasse solo di un semplice sogno erotico. Non ricordava quasi nulla, nessuna immagine, solo l'ebbrezza che ne era conseguita una volta che si era svegliato. Non gli era mai capitato di ritrovarsi così tremendamente eccitato dopo un sogno, nemmeno dopo quelli che faceva su Ginny.
Guardò Draco e si ritrovò ad impallidire al pensiero di aver provato inconsciamente piacere con lui, anche se solo a livello onirico.
No. È stata tutta una coincidenza, si disse. "Lui non può sapere che cosa ho sognato. Sta giocando con me, è solo uno dei suoi scherzi. Vuole vedere fin dove si può spingere prima che io mi spezzi. Ma non mi spezzerò. Non per Draco Malfoy."
- Se le tue intenzioni sono quelle di burlarti di me, qualsiasi scommessa o scherzo tu abbia intrapreso non è andato a buon fine, non trovi? - gli domandò con ritrovata spavalderia, incrociando le braccia - E mi sembra che nessuno della tua cerchia di imbecilli sia qui ad applaudirti per il risultato ottenuto.
Ma nel momento in cui Harry terminò quella frase, dubitò delle sue stesse supposizioni, realizzando infatti che Draco non avrebbe mai rischiato di essere parte del suo stesso scherzo. Infatti, a rigor di logica, se avesse voluto veramente istigarlo, avrebbe dovuto schernirlo davanti a dei testimoni, senza però rimetterci la propria faccia. Quindi perché si era esposto in quel modo?
- Avanti, Malfoy, dacci un taglio. Hai diciassette anni e sei troppo vecchio per questi infantili raggiri. Non ti sembra che sia venuto il momento di crescere un po'?
- E tu quando lo farai, Potter? - sibilò il biondino - Smettila di negare quello che provi nei miei confronti.
Harry sbuffò esasperato - Ma la vuoi piantare con questa storia?! Come puoi solo pensare che io provi qualcosa per te, a parte un odio profondo? Non c'è niente di buono in te. Sei una persona orrenda, boriosa e prepotente. Per anni non hai fatto altro che insultare i miei amici ed i miei genitori. Non hai esitato a schernirmi ad ogni occasione... quindi perché pensi che io possa essere attratto da te? Da un individuo così vile?
Draco sembrò non essere minimamente offeso per le dure parole del Grifondoro, anzi, le sue labbra si piegarono in un sorrisetto quasi compiaciuto. - Oh, Potter, perché ti affanni così tanto? - disse scuotendo leggermente la testa - Sappiamo bene entrambi il reale motivo della tua ossessione nei miei confronti.
Harry non poté fare a meno di inarcare un sopracciglio, perplesso - Nessun altro a parte te stesso ha un'ossessione nei tuoi confronti, Malfoy.
- Siamo inevitabilmente attratti l'uno dall'altro. - continuò il Serpeverde avanzando verso di lui con movimenti lenti fino a ritrovarsi ad un palmo dal suo corpo - E questo lo sai.
Harry avrebbe voluto mollargli un sonoro ceffone, ma realizzò che, in quel momento, qualsiasi contatto con la serpe sarebbe stata la cosa più sbagliata da fare. Ebbe uno strano presentimento: se lo avesse anche solo sfiorato, ne sarebbe rimasto ustionato per sempre.
Il biondino si morse il labbro inferiore, evidentemente divertito dalla cocciutaggine del Grifondoro - Continui a negare, non è vero?
- Ah, ma smettila! - disse Harry, spazientito e si voltò per uscire da quei maledetti spogliatoi.
- Aspetta! - ribatté Draco afferrandolo prontamente il polso e strattonandolo verso di sé.
Harry fece per ribattere, ma si sentì nuovamente sopraffatto dalla serpe. Sebbene non fosse proprio il momento adatto per tali considerazioni, si accorse che Draco, nonostante fosse così mingherlino, era incredibilmente più forte e tenace di lui. L'aveva infatti preso per le spalle e scagliato con violenza contro l'armadietto. L'impatto fu tale che il mobile vacillò.
- Non voglio farti del male, Potter. - gli sussurrò all'orecchio - Voglio solo che tu capisca quanto può essere eccitante lasciarsi andare... con me. - mormorò in tono sensuale, facendo aderire il proprio corpo contro quello del Prescelto.
La vista di Harry si annebbiò. Riusciva a sentire il calore di Malfoy attraverso i suoi vestiti e si accorse che una parte recondita della sua mente non rigettava affatto il contatto con quel corpo. Sentirlo così vicino, infatti, lo fece irrimediabilmente eccitare. Cercò invano di pensare a qualcos'altro, qualsiasi altra cosa che potesse aiutarlo a distrarsi, a reagire. Poiché aveva funzionato la mattina stessa, cercò di focalizzarsi su Voldemort, ma fu tutto inutile. Il calore del corpo di Draco gli provocava dei brividi lungo la schiena. Gli era praticamente impossibile concentrarsi su qualsiasi altra cosa che non riguardasse quel contatto. Ma doveva mettercela tutta, se Malfoy si fosse accorto della sua eccitazione, allora l'avrebbe schernito per sempre. O forse peggio.
Harry smise di agitarsi, attanagliato dal panico più totale, così, per la seconda volta, Draco ne approfittò prendendogli prepotentemente il viso tra le mani e unendo le labbra con le sue. Harry strizzò gli occhi nel vano tentativo estraniarsi e riuscì così a mordere violentemente Draco che balzò all'indietro allibito. Una perla di sangue comparve sul suo labbro inferiore, ma lui non sembrava voler dare segni di resa.
Il Grifondoro lo scrutò, ansimante, cercando di capire se quell'azione così avventata avesse fatto infuriare la serpe o, peggio ancora, l'avesse eccitato.
Senza mai distogliere lo sguardo dal Grifondoro, il Serpeverde si toccò il labbro sanguinante con due dita.
Rimasero immobili uno di fronte all'altro. Poi, all'improvviso, spinto da una volontà non sua, Harry si avvicinò lentamente a Draco.
Qualche demone doveva essersi impossessato del suo corpo, poiché aveva perso ogni senso di razionalità. Il cuore gli batteva forte nel petto, forse per l'immane, ma inefficace, sforzo di resistere a quegli occhi colore tempesta. O forse per l'esordiente ed incauto desiderio di possedere Malfoy. Nonostante lottasse con tutte le forze per opporsi a quella follia, voleva assaggiare quelle labbra lucide di sangue.
Si ritrovò talmente vicino al viso di Draco che non riuscì a distinguere i loro respiri. Come ipnotizzato, tese le labbra verso quelle del ragazzo e le assaporò. All'improvviso si accorse di quanto assurdo ed inopportuno fosse stato quell'atto. Fece per ritrarsi, ma fu troppo tardi. Draco aveva intercettato i suoi pensieri ed eliminò le distanze tra loro, prendendo possesso della bocca del Prescelto, noncurante del labbro ferito che imporporò entrambi. Harry chiuse gli occhi abbandonandosi, stremato, a quel bacio, e non riuscì a far altro che rimanere immobile, non osando toccare niente di più che quella bocca. Draco invece spingeva il suo corpo contro quello del ragazzo moro, forse nell'intento di palesargli la propria eccitazione. Lo baciò con violenza, pretendendo di essere ricambiato e le sue mani toccavano frementi il petto e le spalle di Harry, il quale, preso da un momento di razionalità, pensò a quanto fossero esasperati i movimenti di Draco, come se non avesse avuto idea di cosa fare con le sue mani, la sua bocca ed il suo corpo, ma l'impetuoso desiderio di possederlo, di stringerlo a sé, fosse stato così inarrestabile da sopraffarlo.
Non era come essere toccato da una ragazza, pensò Harry, e c'era qualcosa di tremendamente strano in tutto ciò, ma non riusciva a reagire, non riusciva a respingere quelle carezze, quegli umidi baci. Pensò che se fosse rimasto immobile senza ricambiare quelle effusioni, allora forse Draco si sarebbe arreso, ma il Serpeverde era come in trance, dominato dalla sua passione e, non soddisfatto della propria voracità, cadde in ginocchio, sollevando la maglia di Harry fino al petto e lasciando che il suo respiro gli inumidisse l'ombelico, e per un attimo, l'universo si arrestò.
Draco baciò la pelle proprio sopra la cinta dei pantaloni del Prescelto, lasciandogli un marchio di sangue che si raffreddò all'istante.
Harry lottò invano contro i brividi dell'eccitazione ed in seguito lasciò che prendessero possesso di tutto il suo corpo. Imprecò a bassa voce e afferrò la testa di Draco tra le mani nel vano tentativo di interrompere quella follia. Solo allora si accorse di quanto desiderasse passare le dita tra quei capelli di un impossibile biondo argenteo.
- Fermati. - riuscì a mormorare.
- Lo vuoi davvero, Potter? - Malfoy lo guardò dal basso. La sua voce tremava dalla tensione, ma i suoi occhi ardevano di passione.
No, non voleva che si fermasse. Per niente al mondo.
Così Draco, con dei celeri movimenti, gli slacciò la cintura e gli sbottonò i pantaloni.
La mente di Harry non era più lucida da parecchi minuti, causandogli così un completo abbandono dei sensi. Malfoy emanava un'aura di calore talmente potente da stordirlo ed il suo profumo era così intenso da disorientarlo, rendendolo succube, senza la minima volontà di reagire. Forse gli aveva fatto un incantesimo paralizzante, ma, con le poche facoltà di pensiero che gli erano rimaste, Harry decise che, in quel momento, poco importava. Voleva solo che andasse fino in fondo. Gettò la testa all'indietro coprendosi il viso con le mani, cercando per l'ultima volta di raccogliere tutte le sue volontà per respingerlo, ma gemette quando sentì il caldo respiro del ragazzo penetrare attraverso la sua biancheria, solleticandogli i peli sul ventre. Le sue gambe iniziarono a dare segni di resa, così tentò di cercare un appiglio all'armadio.
Si morse il labbro inferiore per reprimere un mugolio. Il suo corpo aveva perso ogni volontà di essere governato, era diventato incontrollabile, completamente alla mercé di Draco Malfoy. Iniziò a tremare dal terrore al pensiero che quella serpe si sarebbe presto impossessata della sua virilità e lui non avrebbe avuto né la forza né la volontà di respingerlo. Ma, per qualche ignota ragione, Draco si acquietò di colpo, fissando l'eccitazione di Harry che si palesava oltre la biancheria intima, come se fosse stato indeciso sul da farsi. Come se avesse realizzato all'improvviso l'assurdità della situazione che lui stesso aveva creato.
Harry si sentì umiliato da quella esitazione, ma capì che era arrivato il momento di agire. Sfruttò quell'attimo di indecisione e assestò un pugno al viso di Draco che vacillò e cadde a terra stordito.
Dominato da una ritrovata forza, Harry si allacciò i pantaloni ed estrasse la bacchetta dalla tasca - Depulso! - esclamò a pieni polmoni, scaraventando il Serpeverde contro gli armadietti. Il colpo fu tale che tramortì il biondino all'istante. Il Grifondoro non perse altro tempo, uscì dagli spogliatoi correndo, fiondandosi all'esterno del campo di Quidditch e per un attimo si trovò disorientato. Si guardò le nocche della mano destra, quella con cui aveva colpito Malfoy. Sanguinava, ma il sangue era quello di Draco.Ebbe un conato improvviso e si gettò a carponi, vomitando sull'erba fresca. Inspirò aria nuova, cercando di riprendere lucidità.
"Che diavolo è successo?"
Avvertì dei passi dietro di lui, ma non osò voltarsi. - Vattene.
Ma Draco non si mosse. Allora Harry si alzò lentamente da terra e guardò l'esile figura che incombeva davanti a se. Il bel viso di Malfoy era deturpato: labbra e naso tumefatti, ma sembrava non provare il minimo dolore.
- Vattene. - ripeté Harry con voce roca, brandendo la bacchetta con aria minacciosa.
Draco abbassò lo sguardo e gli passò accanto, sparendo poi su per la collina, diretto al castello.***
- Sono sicuro che Harry si sia divertito negli spogliatoi.
Il ragazzo in questione trasalì guardando l'amico con aria allarmata.
- Sicuramente più di noi due. - commentò Ron volgendo uno sguardo ostile verso Hermione. - Hagrid ci ha costretto a dare da mangiare ai suoi mostri appena nati.
Harry, sollevato dal pensiero che il suo migliore amico non avesse la minima idea di cosa fosse realmente successo negli spogliatoi, scrollò leggermente le spalle e tornò a fissare il suo piatto con aria grave.
Aveva trovato la forza di unirsi al banchetto serale con i suoi compagni solo dopo esser rimasto sotto la doccia per più di un'ora. Era riuscito a lavar via il sangue rappreso di Draco dalla sua pelle, ma il suo odore gli era rimasto addosso, quasi fosse stato impossibile da levare. Lo sentiva ancora sulle labbra, nella gola, nelle narici. Udiva ancora il suono della sua voce nelle orecchie. E ora fissava la sua cena, la mano ferita in tasca e l'altra che girava il cucchiaio nella minestra ormai fredda.
- Harry... c'è qualcosa che non va? - chiese Hermione facendo cenno al suo braccio al di là del tavolo.
- No. Tutto nella norma. - la rassicurò cercando di sorriderle, infilandosi poi il cucchiaio in bocca per reprimere il desiderio di raccontarle quello che era veramente accaduto.
- Ci nascondi qualcosa. - Ron lo prese alla sprovvista, afferrandogli il gomito e costringendolo a tirar fuori la mano dalla tasca.
- Santo cielo! Cos'è successo?! - Hermione si protese verso di lui analizzando la tumefazione sulle nocche.
- Sono caduto mentre collaudavo la Firebolt. - improvvisò Harry senza troppo impegno.
La ragazza alzò il sopracciglio scettica, ma gli riservò la discrezione di non ribattere.
- Chi hai preso a pugni? - intervenne Ron, smascherandolo.
Harry serrò le labbra infastidito - Nessuno. E comunque non sono affari vostri. - sbottò poi, ritraendo la mano - Ci vediamo domani. - e detto questo si alzò dal tavolo e abbandonò la Sala Grande.Harry trascorse una notte insonne, non riuscendo a liberare la mente dagli episodi avvenuti durante quella lunga giornata. Pensò allo stranissimo atteggiamento di Draco durante la lezione di Erbologia e all'altrettanto sconcertante comportamento che aveva mostrato negli spogliatoi.
L'aveva baciato e ad Harry era piaciuto. Diavolo! Nonostante tutti gli sforzi per respingerlo, era stato lui stesso, in un momento di oblio, ad avvicinarglisi cedendo alla tentazione.
Il calore del suo corpo, il gusto metallico del suo sangue, il profumo intenso dei suoi capelli.
Imprecò tra sé un'infinità di volte, mentre riviveva quegli istanti all'infinito, fino a farsi venire la nausea che lo tenne sveglio per ore.
Cercò invano di persuadersi che Draco gli avesse giocato solo uno stupido scherzo, rifiutando di considerare la remota ipotesi che si fosse veramente infatuato di lui. Ma non potè fare a meno che riflettere sul sogno che avevano apparentemente condiviso. Nonostante gli sforzi, riuscì a ricordare solo l'eccitazione che gli aveva procurato.Si arrese e con grande senso di inquietudine, ammise a sé stesso che qualcosa tra di loro era decisamente cambiato.
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A mali estremi, estremi incantesimi
Fiksi PenggemarStanca dei continui litigi tra Harry e Draco, Hermione somministra loro l'Amortensia nel tentativo di porre fine all'astio che scorre tra i due una volta per tutte. Ma Harry e Draco non si sono mai odiati veramente ed il filtro d'amore che doveva so...