IL PATTO

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- Muco di Troll! - sbraitò Harry alla Signora Grassa che arricciò il naso indispettita dall'insolenza del ragazzo.
Fece per ribattere, ma lui le puntò addosso due occhi minacciosi - Se non ti apri all'istante, stupida grassona, giuro che ti scaravento nel camino. - sibilò. La dama grassoccia soffiò inviperita ma lo fece passare senza aggiungere nient'altro.
Il Prescelto attraversò la Sala Comune a grandi passi, risalì le scale a chiocciola a tre per tre ed entrò nel dormitorio. Quando scostò le tende del suo letto a baldacchino, per poco non rischiò un infarto.

La flebile luce dei candelabri illuminava il profilo di un corpo maschile, che giaceva prono tra le sue coperte, completamente nudo. Il suo respiro flebile indicava che stesse dormendo, ma Harry non poteva esserne certo dal momento in cui il viso era celato dall'oscurità. Così si schiarì la voce, nel tentativo di palesare la sua presenza, ma il corpo non reagì. Harry trattenne a stento un ringhio d'irritazione poiché sapeva che avrebbe svegliato tutti i suoi compagni di stanza. Si sedette quindi di gran impeto sul bordo del letto e solo allora la figura si stiracchiò, voltando il viso in direzione di Harry che non ci mise molto ad identificare a chi appartenessero quei lineamenti serafici, i capelli biondo argenteo e quelle indimenticabili labbra rosee.
Rimase pietrificato.
Draco stava dormendo nudo sul suo letto.
Una parte di Harry avrebbe voluto darsela a gambe mentre l'altra non desiderò altro che accarezzare la pelle di quel corpo voluttuoso, ma quando fece per alzarsi dal materasso, la serpe lo prese per mano, socchiuse gli occhi e gli sorrise dolcemente.
- Non te ne andare. Dormi con me stanotte. - lo pregò con voce ancora impastata dal sonno.
Harry sbarrò gli occhi e le parole gli morirono in gola. Lo fissò, completamente inebetito.
Draco allora si mise a carponi - O, se vuoi, puoi scoparmi tutta la notte. - lo provocò mettendosi a carponi.

- Per una buona volta, puoi muovere quel sedere, amico?!
Harry si svegliò di soprassalto incontrando lo sguardo di Ron che incombeva su di lui con aria minacciosa. Inforcò gli occhiali e si mise a sedere. Poi, in preda all'ansia, si ricordò di Draco. Diede una veloce occhiata tra le sue lenzuola, ma del Serpeverde non vi era alcuna traccia. Sospirò sollevato realizzando che fosse stato solo un sogno.
- Sono le nove e mezza, e siamo di nuovo in ritardo. - continuò Ron, lanciandogli i pantaloni della divisa in faccia.

Corsero a perdifiato diretti verso l'aula di pozioni, ma rimasero bloccati su una scalinata, poiché aveva deciso proprio in quel momento di cambiare direzione. Nell'attesa che quella fila di gradini attraccasse da qualche parte, Harry si allacciò le scarpe.
- Perché diamine non mi hai svegliato prima?! - si lamentò poi con Ron.
- Guarda che io ho provato a svegliarti un'infinità di volte! Ma tu continuavi a dormire mugugnando frasi senza senso e così mi sono arreso e sono andato a fare colazione.
Il Prescelto trasalì - Che tipo di... frasi... senza senso?
Ron alzò le spalle noncurante mentre, seduto su uno scalino, cercava di allacciarsi una scarpa - Bah, cose del tipo "prendimelo", "toccalo" e "leccalo".
Harry inorridì al pensiero di aver pronunciato quelle parole durante il sonno, e pregò tutti gli dei dell'universo di non aver fatto anche il nome di Draco.
Ron gli sorrise ammiccante. - Non preoccuparti amico, capita a tutti di fare quei sogni. Si tratta della signorina Chang, non è vero?
- Sì! - dichiarò fin troppo tempestivamente Harry - Ma ti prego di non dirlo a nessuno.
- Il tuo segreto con me è al sicuro. - disse l'amico ammiccando.

Entrati nell'aula di pozioni, presero posto di fianco a Hermione. Il professor Lumacorno aveva iniziato la lezione già da qualche minuto, ma non si azzardò a ammonire i due ritardatari. Dopotutto Harry era l'unico figlio di James e Lily Potter, i martiri simbolo della caduta di Voldemort e l'ambizione di Lumacorno di accerchiarsi di celebrità nel mondo magico, lo accecava talmente tanto da permettere ai suoi prediletti di oltrepassare i limiti senza subirne le conseguenze.

Ovviamente ci pensò Hermione a riprenderli, suggerendo ad Harry di non tirar troppo la corda con quel professore, se voleva cavargli fuori quelle informazioni che sembravano così importanti per Silente. Infatti il suo compito era quello di circuirlo affinché non gli rivelasse i suoi segreti, per questo era stato costretto ad accettare di partecipare ai ritrovi del Lumaclub. Harry sapeva di non essere particolarmente dotato come Hermione e Ginny, anch'esse membri del club, ma il suo passato era ben più importante di qualsiasi qualità appartenente agli attuali componenti del circolo. E questo giocava a suo favore. Gli dispiaceva soltanto che Ron non facesse parte dell'allegra combriccola, infatti era stato deliberatamente ignorato dal professore, il quale sembrava dimenticarsi metodicamente il suo cognome.

A mali estremi, estremi incantesimiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora