6) Wʜᴇʀᴇ ɪs Jᴜɴ?

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24.11

"Avrei alcune domande da farti." iniziò così il discorso.

"Se sono su Wen Junhui, non sono autorizzato a parlarti." rispose il padre, accomodandosi su una poltroncina.

"Papà, so chi è Wen Junhui, so che ballava con me e che è diventato il mio fidanzato nonché un idol sud coreano.
Ed è stato lui a farmi finire sotto quella macchina, anche se non era propriamente colpa sua. Quindi, ora siediti e rispondi alle mie domande."

Il padre deglutì, sperando che sua moglie tornasse presto dalla sua esplorazione di Pechino.

"Parto con il dirti che a noi non hai mai detto niente tranne del tuo fidanzamento, quindi di cosa vuoi che parli?"

"Non mi interessa di Jun e della sua vita privata, voglio solo sapere un po' di me e lui prima dell'incidente, siccome mamma non vuole dirmi niente."

"Quando eri un ragazzo avevi il grande sogno di diventare un idol sud coreano. Quando ti presero nel tuo attuale gruppo, incontrasti Jun. Io e tua madre eravamo così felici del nostro figlio che era finalmente divenuto ciò che sperava di diventare. Tu e Junhui eravate così affiatati, sembravate perfetti per stare insieme. Infatti è quello che successe.
E poi non so cosa successe tra voi, ma tua madre accusa lui del tuo incidente in quanto nella coppia qualcosa non stava funzionando. Dovresti chiederlo al diretto interessato oppure ai tuoi compagni."

"E dove sono?"

"Sono al vostro vecchio dormitorio, a Seoul."

Il figlio si alzò indossando una felpa pesante dal colore blu scuro.

"Dove vai?" chiese il padre alzandosi a sua volta.

"A Seoul." furono le ultime parole prima che la porta si chiuse davanti al padre.

--

Il viaggio sembrò interminabile, a Minghao bruciavano gli occhi dalla stanchezza.

Ma con le sue ultime forze corse verso il dormitorio.

Sull'aereo aveva implorato il padre di condividere con lui la posizione dell'abitazione e così fu.

Si sentiva così fiero di aver vinto contro di lui ma al tempo stesso non sapeva a cosa stava andando incontro.

Una volta trovato il campanello, si decise a suonarlo, dopo qualche secondo di esitazione.

Subito apparí un ragazzo sulla ventina d'anni che, guardando il cinese con aria stupita, si fermò sulla soglia della porta.

"Minghao? Xu Minghao qui alla nostra porta?" chiese evidentemente sconvolto.

Il nominato annuì imbarazzato.

Non sapeva come comportarsi, come agire davanti al suo compagno.

Non ricordava niente di lui.

Preso dall'emozione, il giovane uomo abbracciò il vecchio amico, singhiozzando sulla sua spalla.

Ad assistere a quella scena, due ragazzi appoggiati alla porta sorridevano con gli occhi lucidi.

Duró qualche secondo, eppure Minghao era così confuso.

Non sapeva come reagire, non ricordava niente di loro e aveva paura di deluderli.

Sciolto l'abbraccio si creò una situazione di imbarazzo.

I tre sapevano delle condizioni dell'amico ed erano consapevoli della sua scarsa memoria.

"Minghao...ti ricordi di noi?" chiese uno di loro con tristezza mista a speranza in volto.

Minghao lo osservò dalla testa ai piedi e lo stesso fece con gli altri.

Puntò il dito su chi gli fece la domanda.

"Jeonghan." sussurrò Minghao sperando di non sbagliare.

Spostó il braccio in direzione dell'altro che aveva abbracciato poco prima.

"Seokmin." continuò a nominare esitando.

Infine si concentró sull'ultimo.

"E Mingyu, giusto?"

I tra ragazzi non sapevano come reagire, così Minghao prese coraggio ponendo una domanda insolita.

"E...e gli altri?"

I tre si guardarono.

Il loro amico era sciupato in volto, non sapevano ciò che si ricordava e non lo riconoscevano più.

Era cambiato, quell'incidente l'aveva cambiato.

'Si ricorderà di Jun?' si chiedevano tutti.

Minghao intuiva ciò che stavano pensando.

"So che ve lo state chiedendo e no, non mi ricordo niente di voi se non di Wen Junhui...non è con voi?"

"Hao, entra."

Junhui P.O.V.

Una parte del gruppo era venuto a trovarlo in Cina.

Non era mentalmente pronto per incontrarlo di nuovo.

Si ricordava di lui? e di ciò che era successo? lo avrebbe odiato?

Domande a cui Jun non seppe darsi risposta.

Il gruppo composto da Seungcheol, Wonwoo e Jihoon sedevano ora sul divano di casa Wen, indecisi sul da fare.

"Jun, penso sia ora di tornare in Corea con il resto del gruppo, non credi?" chiese il leader, Seungcheol.

"Il gruppo...non sarà lo stesso senza Minghao. Io non sarò lo stesso senza Minghao."

"Jun, Minghao è vivo e vegeto, mi è giunta notizia che nella sua testa girano alcuni ricordi. So che ritornerà."

"Wonwoo, se non si ricordasse di me?"

"Gli farai sentire la canzone che abbiamo composto insieme, quella che volevi fargli ascoltare al suo compleanno"

"Lo capisci che è proprio per quello che abbiamo litigato?" scattò Junhui alzandosi in piedi.

A riportarlo sul divano fu Jihoon, prendendolo per una manica e tirandolo indietro.

"Junhui, calmati, non poteva saperlo."

Jun si scompiglió i capelli.

Si sentiva debole sotto lo sguardo degli amici.

"Ragazzi, per quanto voi proviate ad aiutarmi, niente sarà come prima. Se si ricordasse qualcosa? che relazione sarebbe? sarà ancora innamorato di me?"

"Jun..."

"E se invece non si ricorderà niente di quello che c'è stato? Delle notti passate a piangere sulla mia spalla, tra le mie braccia. Di tutte quelle urla di rabbia e baci d'amore. Per voi ricorderà? E anche se fosse, niente sarà come prima. Aprite gli occhi. Stiamo parlando di una persona che probabilmente non si ricorda neanche il suo nome. Non mi amerà mai più." abbandonò la stanza lasciando che una lacrima gli colasse giù per la guancia.

Ma proprio mentre apriva la porta della sua stanza, il telefono nella sua tasca posteriore vibró svariate volte, costringendo Jun a estrarlo.

'Seokmin'

-Jun hyung, Minghao è qui in Corea, nel dormitorio.
-Sta chiedendo di te.
-Jun rispondi.
-Wen Junhui prenditi le tue cazzo di responsabilità e vieni subito al dormitorio, gli ho offerto ospitalità per una notte, quindi muovi il culo e portalo qui assieme a tutti gli altri.
-Il prossimo volo è tra 40 minuti, fa veloce.

Spense il telefono.

Corse in salotto.

Solo a sentire quel nome gli tremavano le mani.

Il cuore lo conduceva da Minghao ed è inutile provare a comandare il proprio cuore.

"Fra 40 minuti parte un volo per Seoul, preparatevi velocemente."

MY I // junhaoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora