Era stato un passaggio graduale.
Ray non l'aveva sempre ignorata.
(T/n) ricordava chiaramente quando, solo qualche anno prima, il corvino non era infastidito dalla sua presenza.
I tempi erano cambiati e (T/n) si era abituata a quella situazione.
Odiava essere ignorata da quello che era il suo migliore amico. Forse 'migliore amico' era una definizione accettata solo dalla ragazza. Ray non si era mai dimostrato così amichevole.
Era abbastanza intelligente da comprendere che avesse cose più importanti a cui pensare. Il luogo in cui si trovavano non era un orfanotrofio. Non sarebbero stati adottati da una famiglia. Non avrebbero avuto un futuro.
(T/n) non voleva finire così. Non voleva che nessun altro dei suoi fratelli facesse quella fine. Aveva scoperto la verità su quel luogo casualmente. Infrangendo le regole e uscendo la sera di una delle adozioni. Fu svelta e tornò dagli altri senza dare nell'occhio.
Era terrorizzata. Prima o poi sarebbe toccato a lei.
Voleva vivere.
Il fatto che Ray ne fosse a conoscenza e che non avesse alcuna intenzione di scappare, fu una grande fonte di preoccupazione.
Gli altri bambini avevano già lasciato i dormitori, si trovavano quasi tutti in sala da pranzo per fare colazione.
(T/n) era seduta sul letto. Le coperte erano al suolo. Sedeva tenendo le gambe a penzoloni.
Tra le mani stringeva un foglio stropicciato, portava scritta sopra una data risalente a circa sei anni prima.
Era un disegno fatto da lei e Ray. I tratti erano imprecisi, le figure stilizzate. Tipico di bambini di sei anni.
Quel foglio era estremamente importante per la (c/c). Le ricordava di come anche Ray fosse stato un bambino nonostante fin da piccolo avesse un'idole solitaria.
Le poche righe colorate rappresentavano grossolanamente l'orfanotrofio Grace Field, rappresentato sullo sfondo assieme a due macchie di colore, una arancione e una biancastra che simboleggiavano Emma e Norman. I due protagonisti del disegno erano (T/n) e Ray. Erano disegnati con maggiore accuratezza.
Riguardando quel disegno le sembrò impossibile che avesse partecipato anche Ray alla sua realizzazione.
Ricordava di come si vantò con Emma e Norman per essere riuscita a convincere il corvino ad aiutarla.
A disegno completo, corse dalla mamma, e con aria soddisfatta, le mostrò quello che considerava un trofeo.
"Cos'è?"
Sobbalzò all'indietro riconoscendo la voce. Tentò invano di nascondere in disegno prima che Ray lo prendesse.
Il foglio era caduto per terra. Il corvino lo guardò, riconoscendolo immediatamente.
"Lo hai conservato seriamente?"