dodici

1.8K 134 8
                                    

"Questa è decisamente una brutta situazione..." commentò (T/n), incrociando le braccia, il suo sguardo era fisso sul muro che aveva di fronte. 

Quello che aveva scoperto un mese prima era solo uno dei tanti tasselli che componevano la realtà in cui quei bambini vivevano.

Accanto a lei, Norman ed Emma osservavano quello stesso muro con aria perplessa. (T/n) si chiedeva se Ray ne fosse a conoscenza. Quante erano le cose che lui già sapeva e di cui non ne aveva mai confessato l'esistenza a lei, Emma e Norman?

Erano i quattro bambini più vecchi dell'orfanotrofio. Erano cresciuti fianco a fianco, più vicini di quanto lo fossero gli altri. Negli anni passati, (T/n) avrebbe seguito Ray ovunque in quel luogo che chiamavano 'casa'. Era convinta di essere la persona che più lo conosceva. Si chiedeva se il ragazzo con cui era cresciuta fosse effettivamente la persona che credeva. In quasi dodici anni, non aveva fatto altro che fidarsi ciecamente di Ray, senza preoccuparsi minimamente di ciò che la circondasse. Aveva finalmente capito quale potesse essere il motivo per cui Ray avesse cercato di allontanarla da sé.

In quel momento sentiva di avere sbagliato. Sbagliato a non accorgersi prima della realtà in cui viveva. Sbagliato a non aver mai dubitato di Ray. Si domandò se invece Ray si fosse mai fidato di lei; se non fosse per questo che iniziò ad ignorarla.

"Come dovremmo superare questo muro?" domandò (T/n). Si voltò vero Norman. Il ragazzo si era avvicinato alla parete. I suoi occhi azzurri osservavano il muro, alla ricerca di un appiglio che avrebbero potuto usare per facilitare la loro fuga. Norman scosse la testa. 

Quella mattina, (T/n) raggiunse per prima Norman ed Emma. Come si era accordata con la rossa, avrebbero dovuto discutere assieme della situazione.

Emma aveva espresso la sua incredulità ed il suo spavento, rischiando di alzare troppo la voce e venendo più volte ammonita dalla (c/c) e da Norman. Quest'ultimo aveva elaborato la loro situazione in una maniera più calma e razionale, ma ciò non diminuiva l'apprensione che mostravano i suoi occhi chiari. Era chiaramente sconvolto benché cercasse di non mostrarlo.

(T/n) gli aveva raccontato come avesse scoperto la stessa verità a cui erano giunti loro. Ormai non poteva più ignorare ciò che stava succedendo. Avrebbe potuto continuare a vivere finché ne avesse avuto la possibilità, circondata dalla sua famiglia, in attesa del giorno in cui Isabella avrebbe chiamato il suo nome. Avrebbe potuto fingere di non sapere nulla e non parlarne con gli altri suoi amici. Vivere pacificamente gli ultimi mesi che le sarebbero rimasti da vivere, come pensava avrebbe fatto Ray.

Conosceva Emma. Sapeva che la rossa non avrebbe mai abbandonato nessuno. Sapeva che avrebbe fatto di tutto pur di fare in modo che tutti potessero vedere il mondo esterno. Emma era diversa. Più ottimista. Più motivata. Il suo entusiasmo era contagioso. La paura abbandonò un attimo lo sguardo di Norman. Erano le parole di Emma ad aver infuso coraggio nei suoi due amici.

Nonostante non avrebbero dovuto, avevano raggiunte il limitare del bosco ed osservavano il muro che si stagliava di fronte ai loro occhi. Dovevano scoprire come superarlo, facendo in modo che Isabella non si accorgesse delle loro scoperte.

lovely [Ray x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora