quattordici

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"Dovremmo parlarne con Ray?" chiese Emma. 

"Lo penso anch'io." rispose Norman, senza esitazione.

(T/n) era convinta di poter prevedere quali sarebbero state le prossime parole usate dall'amico. Conosceva bene le capacità di giudizio di Norman e conosceva Ray. O almeno le piaceva pensarla in questo modo. Conosceva ciò che Ray decideva di mostrare di sé, ma che non tutti erano in grado di cogliere. Norman era forse l'unico a poter raggiungere anche ciò che il corvino tentava di nascondere. La (c/c) era quasi invidiosa di questa abilità dell'albino. Avrebbe potuto comprenderlo così facilmente, come faceva Norman.

"Non andrebbe nel panico." 

(T/n) avrebbe detto lo stesso. 

"Si intende di macchinari ed è intelligente. Sono sicuro ci sarà d'aiuto."

La (c/c) rimase in attesa. Lo sguardo di Norman lasciava intendere la sua intenzione di aggiungere altro, benché non pronunciò mai interamente ciò su cui stava riflettendo.

"Gli parlerò io. Potete tornare indietro nel frattempo." Norman congedò le due ragazze. Emma sembrava sorpresa.

"Puoi dirmelo anche adesso." 

Era Ray, seduto su una roccia e  con un libro tra le mani. La sua apparizione era stata inaspettata. (T/n), Norman e Emma si voltarono immediatamente in direzione del ragazzo, incurante della confusione mostrata da quelli che si sarebbero considerati suoi amici, benché lui avrebbe preferito non esternare il suo affetto nei confronti dei tre.

"Scusate, vi ho seguiti fin qui." 

(T/n) era allarmata. Ray sapeva. Sapeva più di tutti loro. Si trattenne dal domandargli il perché li avesse seguiti.

"Cosa è successo al cancello?"

Quella domanda li colse impreparati. (T/n) tacque. Non era rivolta a lei. Le braccia di Ray avevano circondato le spalle di Emma e Norman. Era da loro che si aspettava una risposta.

La (c/c) non dubitava che Ray avesse già chiaramente un'idea riguardo cosa avessero visto gli altri due. Voleva solo una conferma.

Acuto come sempre, il corvino si era reso conto di come fossero tornati a mani vuote, pur avendo affermato di non essere riusciti a rendere a Connie il suo pupazzo. Oppure di come le loro espressioni fossero cambiate da quel giorno. 

Ray la ignorò. (T/n) si sentì come se fosse diventata improvvisamente invisibile. Non le piaceva essere ignorata, non da lui in particolare. 

"Abbiamo bisogno del tuo aiuto, Ray." disse severamente la (c/c), sapendo che Ray avrebbe dovuto rispondere. Forse si trattava di una speranza alimentata dalla presenza di Emma e Norman.

"Dobbiamo fuggire." iniziò Norman, dopo la risposta affermativa del corvino alla richiesta di (T/n).

Fu Norman a raccontare quanto accaduto quella notte. Ray ascoltava, assorto dal discorso dell'albino. Occasionalmente lasciava trasparire sul suo volto la sorpresa che quel racconto avrebbe causato in chiunque altro. 

Impiegò però solo qualche secondo prima di tornare alla sua solita facciata distante e imperscrutabile. Una reazione troppo surreale per qualcuno anche come Ray.

Liquidò il suo non dubitare di quanto racconto affermando che "Norman non avrebbe mai inventato una bugia così assurda". Nessuna domanda ulteriore.

"Dobbiamo fuggire tutti insieme!" esclamò Emma. Il suo ottimismo era contagioso. Forse in grado di sfiorare anche Ray, per quanto lui mantenesse una linea di pensiero completamente opposta.

"Impossibile." negò immediatamente il corvino "Siamo un gruppo troppo numeroso."

Razionale. Ray non si lasciava trascinare dalla fantasia della ragazza dai capelli rossi. 

"Non sappiamo come il mondo esterno sia al momento. Potrebbe essere governato dai demoni... potrebbe non esistere un luogo sicuro per gli esseri umani."

Era bastata una frase per concretizzare i loro dubbi. Nessuno però oltre a Ray l'avrebbe affermata così stoicamente.

Le sue parole non sarebbero state abbastanza per distoglierli dal loro desiderio di lasciare quel luogo prima che fosse troppo tardi. Era ovvio. Ne era perfettamente conscio. Lui stesso voleva che i suoi amici riuscissero nel loro intento, ma era anche l'unico a rendersi conto di quanto il mondo che li aspettasse oltre quelle mura potesse essere inospitale.

"Cosa dovremmo fare quindi, aspettare di diventare il loro pranzo?" domandò (T/n). Non sarebbe mai stata in grado di decifrare Ray. Lo considerava come uno di quei linguaggi andati perduti, di cui rimanevano testi privi di una soluzione. Un insieme di lettere che assemblati non formavano nulla di comprensibile.

"Dobbiamo lasciarli indietro."

Brutale. Troppo brutale. Non abbandonerebbe così la nostra famiglia, vero? Cercò di convincersi (T/n), benché si rendesse conto di quanto le parole di Ray fossero oneste.

Sarebbe stata la soluzione più pratica, ma anche la più umanamene discutibile. 

"Impossibile!" 

Emma non avrebbe abbandonato nessuno. (T/n) si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. Forse sarebbero riusciti a trovare un punto di accordo.

"Se non esiste un luogo adatto per gli umani, ne creeremo uno!" esclamò convinta la rossa.

Il contrario di Ray, Emma era ciò che rappresentava un bagliore di speranza per la (c/c). Non aveva alcuna certezza di quanto ciò che affermava Emma fosse possibile, ma era l'ottimismo di cui tutti avevano bisogno.

"Saremo noi a cambiare il mondo, ho deciso!" Emma era irremovibile "Quindi, aiutaci Ray!"

(T/n) osservò, trattenendo a stento un sorriso, Norman venire trascinato via per la camicia dal corvino.

"Vieni con me per un secondo!"

Emma e (T/n) si scambiarono un'occhiata, sorprese dal gesto di Ray.

Era il momento meno adatto per ridere, ma la (c/c) sentiva che sarebbe stato il più appropriato. Non aveva la certezza di cosa il futuro potesse riservargli. Forse non avrebbe avuto altre occasioni per ridere.

Emma sorrise di fronte all'espressione compiaciuta dell'amica. Vedere Ray perdere la sua compostezza era uno spettacolo insolito quanto esilarante. 

Probabilmente la conversazione tra Norman e Ray non sarebbe stata altrettanto divertente.

lovely [Ray x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora