Qualche bicchiere di troppo

281 30 5
                                    

Sherlock's POV

"Ridammi subito il mio libro!" sento urlare dalla camera a cui mi sto avvicinando.
Una ragazza sta guardando storto un ragazzo che, a prima occhiata, sembra ubriaco.
I capelli ricci della ragazza le danno un'aria ancora più inquietante e sembra che stia per saltargli addosso.
"Perché non ci fai vedere come muovi quei fianchi invece eh. Nella tua scuola non te l'hanno insegnato?" esclama il ragazzo ridendo di gusto con la combriccola.
La ragazza diventa rossa di rabbia e tira un calcio in mezzo alle gambe di quello sbruffone.
"No, però so come tirare dei calci. Vuoi che ti dia qualche lezione?"dice guardando il ragazzo che intanto è piegato in due.
Mentre la ragazza si abbassa a prendere il suo libro, sento uno degli amici del ragazzo sussurrare "Brutta Troia" ed avvicinarsi pericolosamente a lei.
Senza pensarci due volte mi catapulto in mezzo ai due.
"Ehi! Dai, il tuo amico è già stato umiliato, vuoi fare parte del club anche tu?" dico tenendo una mano distesa in avanti, senza toccarlo.
"Fareste meglio ad andarvene." continuo guardandolo negli occhi.
Il ragazzo si allontana facendo un cenno agli altri, che in quattro e quattr'otto sono fuori dalla stanza.
Mi sento potente in questo momento, quasi orgoglioso.

Mi volto verso la ragazza che sta guardando con sguardo truce la porta.
"Stai bene?" le chiedo guardandola interrogativo.
"Si, non preoccuparti." guarda il libro e sbuffa. "Questi stronzi mi hanno fatto perdere il segno."
La guardo interdetto, stava per essere picchiata e l'unica cosa che la preoccupa è il suo libro?
Rimette il libro al proprio posto e si volta verso di me.
Mi guarda dal basso verso l'alto , tenendo il viso corrucciato.
"Grazie, comunque." mi dice infine, allungandomi una mano.
"Io sono Delilah".
"Sherlock, piacere" allungo a mia volta la mano, stringendogliela.
Mi fa un sorriso accennando un movimento con la testa.
"Non ti ho mai visto qui... vai a scuola con Trevor?" mi chiede incrociando le braccia.
"No, in realtà non lo conosco nemmeno. Sono qui perché è stato invitato il mio amico e sono venuto con lui. Tu sei la sorella di Trevor, vero?"
Lei annuisce.
"Ho notato una certa somiglianza" le dico accennando un sorriso.
Lei inclina la testa: "Di solito non lo nota nessuno. Siamo completamente diversi."
Un silenzio imbarazzante cala nella stanza e mi guardo intorno interessato.
Le pareti della camera sono piene di scaffali colmi di libri e foto che ritraggono Delilah con alcuni amici.

"Che scuola frequenti?" mi chiede interrompendo i miei pensieri
"Hogwarts, a settembre inizio il sesto anno."
I suoi occhi si illuminano e riesco a vedere anche un pizzico di sorpresa nel suo sguardo.
"Ho chiesto di cambiare scuola. A settembre andrò anch'io ad Hogwarts. Mi hanno detto che vi smistano in casate... non vedo l'ora di scoprire la mia."
"Si, ci sono quattro casate e vieni smistato in base alla tua personalità. Io ad esempio sono di Corvonero mentre il mio amico John è di Tassorosso."
Scuote la testa meravigliata: "Dev'essere meraviglioso. Non vedo l'ora."
"In che scuola andavi?"
Lei alza gli occhi al cielo: "Beauxbatons. Mia madre ha studiato lì e ha insistito molto perché lo facessi anche io. Sono riuscita a convincerla dopo tre anni."
"Capisco" le rispondo annuendo.
"Io... vado a cercare il mio amico."
"Vengo con te, vado a prendere un bicchiere d'acqua in cucina." mi risponde lei avviandosi con me verso il grande salotto.

Mi avvicino al tavolo dove ho lasciato John e noto che è in mezzo ad un gruppo di ragazzi e sta bevendo un bicchiere, gesticolando in modo ridicolo.
"John!" lo prendo per un braccio e appena lo guardo negli occhi capisco che è ubriaco fradicio.
"Sherlock! Ehi, dai non guardarmi così. Ho bevuto solo qualche birra." mi dice ridendo e aggrappandosi a me per rimanere in piedi.
Noto che gli altri ragazzi sono ubriachi quanto lui.
Delilah prende il bicchiere di John e lo annusa. Fa una faccia disgustata proclamando "Whiskey Incendiario."
Alzo gli occhi al cielo e penso ad una soluzione per riportarlo a casa sano e salvo.
Delilah sparisce per qualche secondo e torna subito dopo.
Mi sventola delle chiavi sotto il naso, facendomi cenno di andare verso il portone.
"Vieni con me e aiuta il tuo amico. Prendiamo la macchina dei miei."
La seguo e aiuto John a rimanere al passo facendolo appoggiare a me.
Appena arriviamo alla macchina mi passa per la mente che alla fine ho incontrato questa ragazza solo qualche minuto fa.
Ma non mi sembra il caso di trasportare John per le strade di campagna a piedi, da solo e nella notte.

Delilah si mette alla guida mentre io mi siedo nei sedili posteriori con John che sta contemplando il tavolino smontabile.
"Hai la patente?" le chiedo quasi impaurito.
"Tecnicamente... no. Ma non è la prima volta che guido. Fammi strada." mi dice mettendo in moto l'auto.
"Cosa?! Sei sicura che invece non finiremo sul fondo di un burrone?" le chiedo spaventato, allacciando la cintura sia a me che a John.
Mi guarda dallo specchietto e mi rivolge uno sguardo annoiato. "Pensa a tenere a bada lo stomaco del tuo amico. Se vomita nella macchina i miei mi uccidono."
Le do informazioni via via che procediamo e arriviamo a casa di John in un paio di minuti.
Mi aiuta a portare John all'interno della casa e poi mi saluta.
"Allora ci vediamo tra un mese?"
"Si certo. Sono curioso di sapere in che casa verrai smistata, anche se ho già qualche idea."
Lei mi sorride e mi saluta.
"Domani mattina dagli subito un bicchiere d'acqua e due aspirine. Stagli vicino questa notte, ha bevuto veramente tanto."
Mi fa un cenno con la mano ed entra in macchina, allontanandosi.

Rientro in casa avvicinandomi a John che è seduto scomposto sul divano.
Appena mi vede, mi sorride e inizia a ridere.
"Sono tooootalmente ubriaco." annuncia continuando a ridere.
Mi metto a ridere anche io e lo aiuto ad andare di sopra.
"Mi sento malissimo." dice mentre ci avviamo verso il bagno.
Si getta sulla tazza del water e inizia a vomitare, mentre io lo aiuto a tenere i capelli su, compiendo dei movimenti circolari sulla sua schiena.
Dopo qualche minuto lo convinco a farsi un bagno, o almeno a provarci.
Si toglie subito la maglietta rimanendo davanti a me a petto nudo.
Deglutisco guardando i suoi addominali e la linea delle sue spalle, cercando di sviare lo sguardo.
Cerco di allontanarmi per prendere aria, ma vengo fermato dalla sua voce.
"Non riesco a slacciarmi i pantaloni. Ma perché hanno inventato i bottoni?"
Mi avvicino a lui evitando di guardarlo negli occhi e gli slaccio i pantaloni, allontanandomi subito dal bagno.
Dopo aver chiuso la porta dietro di me mi appoggio al muro, cercando di calmare il battito del mio cuore e il mio respiro.
Sono certo di essere arrossito molto quando John si è tolto la maglietta, e ancora di più quando gli ho slacciato i pantaloni.
Mi metto le mani sul viso, rimanendo in questa posizione per qualche secondo.
Sento il getto della doccia accendersi e mi dirigo verso la camera.

Dopo circa una ventina di minuti, John entra nella stanza, coperto solo da un asciugamano che porta sulla vita.
Distolgo lo sguardo, facendo finta di guardare
altrove.
John si riveste, infilandosi la maglietta al contrario. Appena lo noto mi avvicino a lui per aiutarlo a rovesciarla. Lui si mette a ridere, ancora un po' ubriaco.
Dopo avergliela infilata nel verso giusto, ci guardiamo per qualche secondo, che riporta immediatamente il rossore sulle mie guance.
"Sei carino quando arrossisci." mi dice sorridendo e indicandomi. "Tipo adesso."
Abbasso lo sguardo, ripetendomi mentalmente che non ha detto niente di che.
È ubriaco, non sa quello che dice.

Lo faccio stendere sul letto, accarezzandogli i capelli per farlo addormentare, come lui aveva fatto con me quella notte in infermeria.
Mi addormento sentendo un leggero e caldo "Grazie" echeggiare nella stanza.

_________
26/03/2019
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Come sempre, vi invito a lasciare qualche commento.
Scusate per gli eventuali errori grammaticali.
-N

Gold/JohnlockDove le storie prendono vita. Scoprilo ora