Una Lunga Storia Capitolo 1

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Vitto si trovava come ogni giorno della sua vita in prigione. Una vita che lui descriveva "decadente ma tragicamente ancora lunga". Una volta rinchiuso in prigione qualcosa cambiò nella sua psiche, non riusciva più ad avere rapporti con altre persone. Molti vengono cambiati dalla prigione, molti diventano ancora più violenti di quanto non fossero prima, diventano dei sociopatici, ma lui no. Lui non venne cambiato da questo aspetto. Venne classificato da guardie e prigionieri come uomo da non far arrabbiare perché quando decideva di uccidere uccideva. Ma come dissi la prigione non lo cambiò non lo rese più violento, questa violenza che tanto spaventava prigionieri e guardie l'aveva già dimostrata quando ancora era in libertà e forse è proprio per questo che la prigione non lo aveva reso più violento proprio perché rendere più violenta una persona come Vitto sarebbe stato impossibile.

Quando Vitto si svegliò si sentì diverso rispetto al solito, aveva un grande sentimento, una grande voglia, un grande piacere, una grande necessità di creare confusione voleva e doveva creare confusione. Ma non sorprende pensare che Vitto voglia fare confusione visto la persona che è. Ma questa volta era diverso, ogni volta che la creava si sentiva a capo della confusione come se decidesse lui quando farla iniziare e quando fermarla, si sentiva al di sopra della confusione lui si sentiva capace di gestire qualcosa fuori controllo. Ma quella mattina era diversa lui non voleva controllarla voleva lasciarsi trasportare, voleva vedere fino a dove poteva spingersi.

Così una volta che le guardie fecero il solito controllo mattutino delle celle si diresse insieme ai suoi compagni alla solita mensa per fare colazione. Ma una volta preso il vassoio con la solita sbobba non si sedette al suo solito posto che come al solito i suoi soliti compagni gli avevano lasciato libero senza nessuna persona nelle vicinanze per evitare che come al solito Vitto potesse arrabbiarsi. Mentre camminava con il vassoio nelle mani, Vitto pensò proprio ciò e capì. Capì che la sua vita era diventata piatta e che gli serviva qualcosa di nuovo e gli serviva immediatamente. Lasciò il vassoio sul tavolo più vicino a lui, ed estrasse il suo piccolo cacciavite che teneva ben nascosto. Lo prese, lo afferrò per bene, lo strinse e con un gesto ampio del braccio lo conficcò nel collo di un detenuto a lui vicino senza chiedersi chi fosse. Una volta fatto ciò fece un piccolo ghigno, estrasse il coltello e lasciò cadere il corpo che si stava dissanguando. Un gesto così veloce scatenò la confusione che cercava. Numerosi detenuti si scagliarono su di lui perché uccise un loro compagno, un membro della gang oppure semplicemente un amico. Ma altri detenuti non lasciarono che Vitto venisse colpito, difendendolo a costo di morire nella speranza che si ricordasse del loro aiuto nel caso il destino della loro vita fosse in mano a Vitto, data la sua influenza. Le guardie allora intervennero immediatamente per ristabilire l'ordine o almeno questo sarebbe stato ciò che avrebbero dovuto fare. Infondo se Vitto fosse morto a loro sarebbe stato solo un peso in meno. Così senza neanche parlare presero tutte la stessa decisione ovvero di lasciare che i detenuti risolvessero la questione a modo loro. Ma non ci fu scelta più sbagliata. I criminali dopo che fecero le loro vittime vennero chiamati all'ordine da Vitto che se ne era sgattaiolato lontano dalla rissa per non morire e si era messo in piedi su un tavolo. Richiamò all'ordine e con un breve discorso motivante fece capire ai criminali che uccidersi era inutile ma che il vero nemico erano le guardie così i criminali carichi di adrenalina e odio nei confronti delle guardie, grazie al discorso di Vitto, si direzionarono verso le guardie le quali senza timore pensavano che sarebbero riuscite a gestire la questione senza problemi ma i criminali dimostrarono una rabbia e una grinta che non gli faceva sentire il dolore e continuavano a combattere per le idee che Vitto gli aveva messo in testa facendogli credere che fossero loro. Così uccisero di botte le guardie lasciandone in vita una la quale usata come ostaggio gli portò alla libertà in gran segreto senza farsi sentire dalle guardie. O almeno, porto alla libertà i sopravvissuti perché nella rissa tra detenuti e guardie pochi ne sopravvissero una decina tra i quali ovviamente Vitto che non si butto nella mischia ma se ne stette in disparte a gestire la cosa da bravo burattinaio il quale si divertiva a fare. Una volta alla libertà si fecero accompagnare dalla guardia lontano dal carcere. Raggiunti 2km dal carcere circa, si fermarono a festeggiare tutti tranne Vitto che doveva terminare il suo piano e la guardia che temeva per la sua vita. Allora Vitto si avvicinò alla guardia inizialmente le parlò cercò di farle capire che sarebbe andato tutto bene e che avrebbe rivisto i suo figli e sua moglie. Poi gli prese la pistola la punto verso i criminali che ancora stavo festeggiando e con un colpo per ognuno li uccise dal primo all'ultimo. Pensò  "sarebbero stati inutili ormai". Porse il viso nella direzione della guardia e pensò se ucciderla oppure no. Ma decise di lasciarla in vita e allontanandosi dirigendosi verso la libertà lasciando la guardia sola, confusa e un po' sbalordita. Vitto pensò "non mi sono lasciato andare, ancora una volta sono stato il burattinaio..." e pian piano, passo dopo passo scomparse all'orizzonte. Quando raggiunse la città sarà stato mezzo giorno non aveva idea di dove andare quindi si fermò in un bar per rifocillarsi un po' e bere la sua solita birra media. Per fortuna prima di evadere avevano pensato bene di procurarsi dalla prigione dei vestiti anonimi così da non farsi riconoscere come evasi. Una volta che la ordinò inizio a sorseggiarla per non farsi notare e per non dar nell'occhio del suo vero stato di irrequietezza e di agitazione. Ma qualcosa gli fece accendere una scintilla negli occhi. Vide qualcosa o meglio, qualcuno entrare nel bar una faccia famigliare, una faccia amica. Non sapeva se voleva farsi riconoscere oppure no. Era comunque scappato da una prigione senza comunicare con l'esterno ma decise di fare il cazzaro menefreghista come suo solito. Gli si avvicinò e disse "Ue Bado". Badoglio con faccia sbalordita dal vederlo li disse "ma tu non dovresti essere in-" ma venne interrotto da Vitto che sapeva dove stava andando a parare e con tono tranquillo disse "eh le lezioni sono finite prima del programmato". Badoglio che non era affatto stupido capì subito la situazione e decise di assecondarlo così parlarono apparentemente del più e del meno ma invece si stavano mandando messaggi ben chiari tra di loro così Badoglio gli propose di andare a casa sua per ospitarlo. Ovviamente Vitto che altro posto dove andare non aveva, accettò subito la proposta. Il tragitto verso casa fu silenzioso con qualche domanda rompi ghiaccio per iniziare un discorso il quale veniva subito stroncato da una risposta secca. Una volta arrivati alla Villa di Badoglio al quale i soldi di certo non mancavano aprirono la porta e Vitto con tono molto alto e gonfio disse "l'hai trattata bene, proprio come me la ricordavo" ma a Badoglio non importava cosa pensasse Vitto della casa che troppe volte aveva ospitato le feste senza freni di Vitto in assenza di Bado e disse a tono alto e arrabbiato "ma tu non dovresti essere in prigione?! Mica eri cambiato?! Mica eri diventato una persona nuova?!" allora vitto con molta tranquillità mentre saliva le scale della villa molto regale replicò "mi annoiavo, la prigione non fa per me, sai come sono fatto..." allora Bado senza forze e voglia di litigare si sedette sulla poltrona, si versò un bicchiere di Scotch e aggiunse "non cambierai mai...e come sempre dovrò sistemare io i tuoi casini legali, secondo me te ne approfitti visto che io, tuo padre, ho tanto potere da tirarti fuori da tutte le cazzate che fai" allora Vitto con tono un po' grato disse "eh ma sono sicuro che questa volta andrà meglio dai" sospirando allora il padre disse "lo so io e lo sai pure te che hai detto una cazzata e che non cambierai mai". Infondo Vitto sapeva che non sarebbe mai cambiato ma continuava, ogni volta che veniva salvato dalle sue cazzate da suo padre, a dire sempre le stesse cose e a fare sempre false promesse e Bado questo ormai lo aveva capito. Così Vitto una volta che finì di fare il suo giro per la casa stupidamente per vedere cosa era cambiato visto che stette in prigione solo sei mesi e visto il carattere da conservatore di Bado di certo non avrebbe fatto grandi cambiamenti. Così Vitto disse a bado "E Niki?" allora Bado che non stava dando attenzioni a Vitto tornò ad ascoltare e disse mantenendo lo sguardo nel vuoto "uhm...ah si...dovrebbe venire qua a momenti" e Vitto aggiunse "Va bhe dai...almeno la salut-" ma prima di poter finire la frase venne interrotto dalla porta che si spalancò di colpo aperta con un calcio ed entrando urlò "I TRANSFORMERS" allora Bado disse "ah ciao Niki" così Niki salutò a sua volta Bado ma Vitto rimase confuso "scus..cos...i transformers?" allora Bado cercò di spiegare un po' a Vitto ma non ci serviva Bado che complicava già di suo le cose. Allora Niki che neanche aveva capito che Vitto era tornato dalla prigione iniziò a fare la solita casinista. Quindi, Bado che era ancora seduto sulla sua poltrona alzò lo sguardo, appoggiò il bicchiere e disse "allora! cosa facciamo?"...


Una Lunga StoriaWhere stories live. Discover now