Capitolo 16

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Finito di prepararci iniziamo a scendere le scale per dirigerci verso il lato est, dove si trova la sala da pranzo e mentre camminiamo ci incrociamo con i ragazzi <Buonasera sorellina> mi dice Javi <Ciao anche a te fratellone. Come siamo eleganti> dico ridendo in maniera ironica mentre lo guardo vestito con un semplice jeans nero una felpa grigia.
Lui mi guarda un po' storto e a sua volta mi risponde < Beh, non stiamo andando mica ad una festa elegante, altrimenti mi sarei messo il completo del compleanno>.
Mentre stiamo per arrivare a destinazione continuiamo a chiacchierare, quasi dimenticando il vero motivo per il quale noi tutti siamo lì; la guerra con Apollo.
<Buonasera ragazzi> ci dice una voce misteriosa dietro di noi e tutti ci giriamo di scatto per capire chi ne sia il proprietario.
<Ciao Thanatos. Come va?> dice Jake andandogli incontro come si conoscessero da una vita, <Tutto bene, e voi? Vi state trovando bene agli Inferi?> ci dice in maniera sarcastica.
<Per ora direi che va tutto bene> rispondo io andandogli incontro per salutarlo come si deve.
Dopo aver salutato tutti; Thanatos ci conduce dentro la sala da pranzo e devo che è davvero enorme.
La sala si apre su un enorme spazio circolare, le pareti sono di un colore rosso mattone davvero caldo e accogliente e sui quattro punti cardinali della sala sono poste delle colonne corinzie grigio scuro molto eleganti.
Al centro di essa sono stati disposti numerosi tavoli e infondo ad essi un rialzo con sopra il tavolo riservato ai nostri genitori.
<Bene. Ora vi lascio sedere; vostro padre, a fine serata, vuole vedervi per darvi gli orari delle lezioni. Tutto chiaro?> <Si Thanatos grazie> risponde Javier mentre lo vede allontanarsi.
<Io non so voi ragazzi, ma sto morendo di fame> dice Enea fiondandosi nel primo tavolo libero con noi al suo seguito.
In una decina di minuti tutti i tavoli si riempono e l'atmosfera che si crea è davvero piacevole, tutti vengono a salutarci o comunque a conoscerci per scambiare due parole e la cosa mi fa davvero piacere, finalmente nessuno ci considera più i deversi del campo, anzi sembrano tutti molto a loro agio.
Ad un certo punto sentiamo dei passi avvicinarsi dalla parte opposta della sala e, come tutti immaginavano, sono i nostri genitori che prendono posto.
<Buonasera cari ragazzi> dice Ade, catturando l'attenzione di tutti <Godetevi la cena che sta per essere servita, domani mattina inizierà la vera sfida. Dopo cena consegnerò a Elettra e Javier i fogli con gli orari delle lezioni e degli allenamenti. Per ora è tutto, buon appetito> tutti ringraziamo in coro e subito dopo vediamo arrivare un numero infinito di camerieri con enormi vassoi in mano che vengono posti al centro del tavolo.
La cena è davvero ottima e la serata si sta facendo davvero divertente, ognuna sta raccontando un aneddoto della sua infanzia e le risate non mancano.
Ad un certo punto sento la mano di Jake sfiorarmi il braccio e il mio corpo viene attraversato da un brivido; dopo il bacio non abbiamo avuto modo di parlare.
Alzo gli occhi e incontro i suoi che mi fissano intensamente; sento i battiti del mio cuore accellerare improvvisamente, come se stesse per esplodere e un istante dopo me lo ritrovo a un centimetro dal mio viso <Dopo l'incontro con tuo padre, ho bisogno di vederti> mi dice quasi sussurando <Va bene. Incontriamoci alle scale del lato nord> gli dico dandogli un piccolo bacio sulla guancia.
Finita la cena salutiamo i ragazzi e con Javier mi avvio da nostro padre ci aspetta all'ingresso di una porta laterale.
<Salve padre> dico insieme a Javier <Salve figli miei. Avete mangiato bene?> <Sì, molto padre grazie. Era tutto squisito> dice Javier in risposta.
<Bene, ne sono contento. Ora se non vi dispiace, seguitemi in biblioteca così parleremo ancora un po'.
Arrivati nel luogo prestabilito, Ade ci mostra un angolo con delle poltrone dove poterci sedere, <Allora, prima che me ne dimentichi, ecco a voi i fogli da distribuire con gli orari> li prendiamo e lo ringraziamo, ma comunque notiamo che non siamo lì soltanto per quello, c'è dell'altro <In questi ultimi giorni sono successe tante cose, e mi sono reso conto che ancora non ci conosciamo bene come vorrei. Perciò se avete domande, dubbi su di me, chiedete pure>.
Le sue parole mi colgono impreparata, non ci avevo pensato al fatto che ancora non lo conosciamo bene, perciò ne approfitto e inizio a chiedere <Normalmente a scuola la figura di Ade viene studiata considerandolo come un essere cattivo e severo, ma abbiamo capito che non sei così, come mai le persone hanno questa visione di te?> mio padre mi sorride, come si aspettasse la domanda posta <Beh, in realtà, sono stato io a volervo. Le persone doveva credere che io fossi l'incarnazione della morte, perciò un essere spregevole. Mostrarmi per ciò che ero non mi avrebbe dato credibilità e la gente avrebbe smesso temere la morte> la sua risposta mi ha chiarito ogni dubbio e pensandoci credo che abbia preso la decisione giusta.
<Quali sono i nostri modi di fare che ti rispecchiano?> chiede Javier subito dopo di me <Bella domanda Javier, ci stavo pensando giusto a cena. Sicuramente tu hai preso il mio lato più riservato, quello che ama pensare prima di agire, Elettra invece è forse un po' più impulsiva, ma comunque in lei riconosco il mio lato più da stratega, e questo mi piace> le sue parole mi regalano tanta felicità, e credo che lo stesso valga per Javier; sapere di aver preso le parti migliori di nostro padre.
<Grazie padre per averci dedicato del tempo, ci ha reso felici> dico mentre mi alzo per abbracciarlo <Grazie a voi figli, se avete bisogno di qualsiasi cosa non esitate a chiedere> ci dice mentre scompare nell'ombra.
<È ora di andare non credi?> mi dice Javi <Sì, andiamo>.

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