"Vorrei che la mia
Indifferenza fosse vera"Capitolo seven.
Guardo il mio riflesso allo specchio. Sono in bagno, in camera di là, ci sono tutti.
Pochi alla volta entreranno a trovarlo.
Ma in sala d'attesa ci sono tutti ed io non sono pronta.
Non sono pronta a tornare lì e a fare finta.Nessuno di loro mi aveva più scritto o cercato. E posso capire che mi credevano morta, ma dannazione... Non c' era un corpo, non c'era la vera verità. E loro, loro non hanno fatto niente. E li odio. Per questo.
Esco dal bagno con lo sguardo basso e vado addosso ad una persona.
"Oh scusa, m-mi dispiace, io non stavo guard-" mi blocco appena alzo lo sguardo e osservo una delle mie ed migliori amiche. Una di quelle ragazze che per me era stato un punto di riferimento e che poi mi ha pugnalato alle spalle.
"E-Erika?"
Lei mi osserva allo stesso modo. Come se avesse appena visto un fantasma.
"Am-Amber?"
"Ma tu non dovresti essere qui" sussurriamo entrambe.
La osservo e sorrido. Il suo modo di vestirsi non è cambiato per niente. È sempre stata bellissima, ma... ha sempre voluto coprirsi. La sua fissazione per la sua pancia inesistente, non era magra e pelle d' ossa. Ma nemmeno esagerata come si credeva.
Ed è buffo.
No, è triste.
Triste il fatto che due persone che sono state l'uno riferimento dell'altra, ora siano così sconosciute.Osservi quella che era la tua migliore amica, la persona a cui affidavi ogni singolo pensiero che ti passava per la testa. E la vedi nient' altro che come un'estranea.
I suoi occhi da cerbiatta mi osservano, mentre i capelli castani sono molti più lunghi di quelli che mi ricordo.
"Come va?" Domanda.
"Va" le rispondo.
Non so che altro dirle.
Anzi, ci sarebbe così tante cose da dirle.
Da confessarle.
E vorrei chiederle il suo aiuto. Vorrei davvero farlo.
Chiedere di affermi la mano prima che possa cadere nuovamente.
Vorrei che lo facesse come quando anni fa, ce la prendevamo a vicenda per salvarci.Ma poi le ha scelto lui.
Ed io ho scelto Dimitri."E a te?" Domando. L'insicurezza nella voce. Non vorrei essere così agitata a parlare.
È strano.
Davvero."Mia madre è qui, è tornata a ubriacarsi come se non ci fosse un domani" alza le spalle.
Comprendo e osservo il suo viso.
Entrambe cresciute troppo in fretta.
Storie così diverse, ma intense."Siamo guerriere, no? Ce la faremo entrambe" le sorrido. Ed è quello che mi ripeteva.
Scoppia a ridere, e poi cala il silenzio. I nostri sguardi comunicano tra loro come al solito.
"Devo andare" dico. "Dimitri mi aspetta" le sorrido.
Ricambia il mio sorriso e poi scuote la testa.
"Questo non cambierà mai" la sento dire.
"Dimitri aspetta, e tu vai. Tu aspetti e lui torna quando ha voglia. Non l'hai ancora capito?""Non ci conosci più" dico e mi giro.
E ce ne andiamo. Di nuovo.
Ognuno per la sua strada.La mia ansia cresce sempre di più, mentre mi avvicino al nuovo incubo da affrontare.