"Come va?
Va."Capitolo trhee
"L' infermiera ti gira troppo attorno" dice ad alta voce. È stesa accanto a me.
È gelossisima. Ma per quanto mi possa piacere, questo significa che non si fida di me. Mi ha detto che è pazza di me. Si. Una settimana fa.
Non ci siamo dati nomi. E per quanto lo vorrei, lei è ancora diffidente. Ha paura. Ha paura che posso fare di nuovo il coglione. Che casino...
Vorrei tornare indietro nel tempo. Alla prima volta che mi ha detto ti amo. E vorrei dire al me del passato di non avere paura. Perché non tutte le donne sono uguali a tua madre.
Lei è qui. Accanto a me. Gioco con i suoi capelli rossi. Li adoro. Abbiamo appena finito di fare del sesso da urlo. Ho ancora il suo sapore sulle mie labbra. Stringo i suoi capelli, e alzo il suo viso. Osservo i suoi occhi verdi, luminosi e bellissimi. Così meravigliosi che mi fanno tremare il cuore. Ha delle sfumature così magiche che mi fanno perdere dentro quelle iridi. Le sue lentiggini sparse nelle sue guance. Le stesse che ha sua madre. Il suo nasino piccolino, delicato e perfetto per la forma del suo viso. Le sue labbra carnose gonfie per i miei baci. Ci passo il pollice sopra e lei mi dà un piccolo bacino. Mentre mi sorride. Accarezzo la sua guancia e le sposto indietro i capelli. Ce ne stiamo qui, in silenzio. Non in uno imbarazzante. È perfetto. I nostri occhi comunicano già. Osservo nuovamente i suoi occhi e ci leggo speranza. "Devo dirti qualcosa, però non ti devi spaventare". Sussurra. Mi passa una mano sulla guancia, ed io chiudo gli occhi al suo tocco per godermelo il più possibile. Mi da un bacio sulle labbra e gemo per il suo dolce sapore. "Io... io... ti amo Dimitri." Spalanco gli occhi. Guardo Amber. Si sta mordendo il labbro e ha lo sguardo basso. E poi rivedo mia madre. I suoi capelli biondi che svolazzano di qua e di là. Lei che si china a baciare me, a baciare papà. Vi amo. Siete tutta la mia vita. E l' attimo dopo mi ritrovo dentro quel cazzo di armadio. E vedo lei nuda. A quattro zampe che si fa scopare. "Dimitri, non spaventarti. So a cosa stai pensando. Ma non è così."
"Invece è così. " mormoro. Mi alzo dal letto e mi vesto velocemente. Lei si alza e si mette la maglia, un paio di mutandine di fretta. Mentre io esco dalla stanza con solo i pantaloni addosso. Le scarpe e una giacca. La maglia e i boxer gli lascio lì. Apro la porta e sto per uscire quando lei mi afferra la mano. Ha le lacrime agli occhi, ma non mi fa nessuna pena. Nessuna. Perché vedo in lei mia madre. Vedo solo lei. Sono così furioso. "Non puoi andartene così. Almeno rispondimi. Dimmi se.. se.. "
"Non so risponderti ora"È da lì.
Da lì.
Per due anni e mezzo, mi ha sempre ripetuto che mi amava alla fine della nostra sessione. Si aspettava una risposta. Ma sviavo sempre. O me ne andavo ancora prima di finire, o le dicevo qualcosa per farla stare in silenzio. O semplicemente la ignoravo. Oppure la mandavo via. Sentivo quello che stavo facendo a lei. I suoi occhi si illuminavano ogni volta che mi guardava. E mi piaceva. Mi piaceva avere un potere così grande su una persona. Mi piaceva vederla arrossire se le dicevo alcune parole, mi piaceva perfino quando piangeva per altre mie parole. Mi piaceva avere il comando. Il mio gioco, le mie regole. Mi piaceva alimentate le sue speranze, sempre. Volevo che amasse solo me. E quando si sono sparse le voci su di lei. Non ho fatto niente. Per più motivi. Uno, non pensavo che gli facesse così male perché aveva me. Gli bastavo solo io. Due, perché in questo modo, altri ragazzi, altre persone non sarebbero entrate nella sua vita. C' ero solo io. Volevo che io fossi tutto per lei. Che il suo mondo ruotasse solo intorno a me.
Forse non mi rendevo conto, oppure ignoravo il fatto che pian piano. Tirando troppo la corda, ogni volta che lei mi vedeva. Faceva di tutto per me, per farsi amare. Non mi rendevo conto di trattarla come uno straccio, che ci sarebbe sempre stato. Non l' avrei data per scontata perchè sapevo che mi amava. E soprattutto. Non avrei tolto tutta quella luce che i suoi occhi emanavano. Perché mi manca.