Capitolo 30

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Il funerale si teneva in una chiesa vicino alla casa di Percy. Quando arrivarono lì, Percy riuscì a vedere quante persone erano venute al funerale. Percy non sapeva quante persone avesse conosciuto sua madre, ma non avrebbe mai creduto così tante.

Scorse la madre di Nico, Maria di Angelo, che parlava con Paul, il fidanzato di sua madre. Ma la maggior parte delle persone lì presenti non le conosceva. Piper gli prese una mano, forse per dargli forza.

Percy si voltò verso di lei e le sorrise riconoscente, poi stava per dire qualcosa ma un bambino urlante lo interruppe. - Fratellone! - urlò Nico, correndo verso di lui. Il ragazzo non poté fare a meno di sorridere quando il bambino andò ad abbracciarlo.

Lo strinse forte a sé. Conosceva da poco quel bambino, ma gli voleva bene come se fosse il suo fratellino. - Ciao, Nico - lo salutò, una volta essersi abbassato alla sua altezza. - Come va a scuola?

Il bambino sorrise. - Abbiamo cominciato a fare gli dei greci! - esclamò, con molto più entusiasmo di come avrebbe fatto Percy quando era piccolo. Poi tirò fuori dalla tasca una statuina di Mitomagia. - Mitomagia mi aiuta tantissimo!

- Fantastico, Nico - commentò il ragazzo, dandogli una pacca sulla spalla. - Ti piacciono gli dei greci? - gli domandò poi, notando che giocherellava con la statuina di Mitomagia - gli sembrava Ade, ma non avrebbe saputo dirlo con certezza.

- Sì, con tutti quei poteri! - rispose il ragazzino, allegro. Percy si ritrovò a pensare alla sua innocenza. Non credeva che si fosse realmente reso conto del perché erano lì. Probabilmente era venuto lì solo per vedere Percy, cosa che in qualche modo gli tirava su il morale.

- Nico, non dare fastidio a Percy - lo rimproverò la signora Di Angelo, comparendo dietro al figlio. Poi si rivolse al ragazzo, che si alzò in piedi. - Mi dispiace così tanto per tua madre, Percy. Era una brava persona. Immagino che tu sia distrutto, adesso.

Percy si strinse nelle spalle. - Già - si limitò a dire, abbassando lo sguardo. Stava per dire qualcos'altro quando Nico sembrò ricordarsi di qualcosa di estremamente importante.

- Mamma, mamma, mi dai il disegno? - chiese alla madre, che gli accarezzò i capelli e frugo nella borsa, per poi estrarre un fogli di carta piegato in due e darlo al figlio. Il bambino si aggrappò alla gamba di Percy e glielo porse.

Percy lo prese e lo aprì. Era il classico disegno di un bambino, ma Nico ne sembrava entusiasta. - L'ho fatto a scuola - gli raccontò, tutto contento. Indicò le due figure femminili. - queste sono Bianca e mamma - poi indicò la figura maschile più piccola. - Questo sono io - e poi indicò l'ultima, quella maschile più alta. - E questo sei tu. Ci hanno detto di disegnare la nostra famiglia.

Percy era sbalordito. Ma anche felice e commosso. Eppure gli veniva da piangere. Sentì le lacrime bagnargli gli occhi e si maledisse mentalmente per essere così maledettamente sensibile. Nico notò che stava per scoppiare a piangere.

Gli fece il labbruccio e lo guardò con i suoi occhioni neri adorabili. - Non ti piace? - gli domandò, il suk entusiasmo era sparito. Percy si affrettò a scuotere la testa.

- No, Nico, lo adoro, grazie - rispose, la voce un po' incrinata. Si abbassò alla sua altezza e lo abbracciò, scompigliandogli i capelli. - Solo che é una giornata un po' strana per me e sono super emotivo, qualsiasi cosa mi fa scoppiare a piangere. Ma é bellissimo, Nico.

Piper gli posò una mano sulla spalla e gli stampò un dolce bacio sulla guancia. Lui le sorrise e abbracciò di nuovo Nico. Poi lanciò un'occhiata a Piper, che sbirciava il disegno che Nico aveva fatto per lui.

Lui glielo passò. Lo guardò e sorrise. - Ma che dolce! - esclamò, poi si voltò verso il ragazzo. Gli accarezzò una guancia, poi gli diede un dolce bacio sulle labbra. Il ragazzo sentì il cuore battere a mille e chiuse gli occhi per gustarsi il bacio.

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