Capitolo 38

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Passò qualche giorno. Percy stava finendo di sistemare la canzone che aveva scritto per Piper, prima che tutto andasse a rotoli. Avrebbe voluto cantargliela a San Valentino, ma purtroppo non ne aveva avuto la possibilità.

San Valentino era arrivato un paio di giorni dopo che l'aveva lasciato. Percy sospirò, non doveva pensarci. Iniziò a suonare, senza neanche guardare lo spartito su cui aveva segnato le note.

Suonare lo metteva sempre di buon umore, per lui non esisteva rimedio migliore per sgomberare la mente. Era così preso dalla musica che neanche si accorse che Frank era entrato in camera come una furia finché non si sbatté la porta alle spalle.

- Porca putt- esclamò Percy, sobbalzando. Il suo cuore aveva saltato un battito. - Merlino, Frank! Che diavolo ti prende?! Mi hai spaventato!

Frank si buttò sul letto a sacco di patate. - Scusa - borbottò, il viso nascosto nel cuscino. Percy sospirò, lasciando perdere la tastiera. Ormai lo conosceva abbastanza da capire cosa c'era che non andava.

- music - disse, e la tastiera si trasformò in un portachiavi nelle chiavi della camera. Si sedette accanto a Frank sul suo letto. - Frank, che é successo? Sembra che qualcuno ti abbia buttato la salsa piccante in faccia.

Frank sbuffò, ma si girò a pancia in su. Sembrò titubante, ma alla fine cedette. - É Hazel - spiegò, mentre Blackjack saliva sul letto e cominciava a leccare la guancia di Frank. Il ragazzo lo scostò, così il gatto si diresse verso Percy che lo accarezzò.

- Che é successo con Hazel? - domandò Percy, grattando Blackjack sotto il collo. Il bel gatto nero cominciò a fare le fusa e Percy sorrise. - Così carina. Oggi lei e Piper dovevano andare ad Hogsmeade per un pomeriggio tra ragazze.

Frank annuì. - Anche io e Grover siamo andati ad Hogsmeade, avevamo proprio voglia di una cioccolata calda - disse, lo sguardo rivolto al soffitto. - Le abbiamo incontrate. Piper mi ha salutato ed Hazel mi ha sorriso. Era così carina.

Percy non poté fare a meno di sorridere. Ricordò i primi tempi, prima che lui e Piper si mettessero insieme. Andava in iperventilazione solo per un bacio sulla guancia. Avrebbe voluto tornare indietro, ma purtroppo era impossibile.

Tutto quello che poteva fare era impegnarsi a superare quello che era successo. Ancora aveva qualche incubo e qualche volta non riusciva proprio a fare a meno di piangere, ma stava meglio.

Avevano ricominciato a fare l'amore e le cose stavano andando stranamente bene. - E quindi? - lo incitò Percy. Credeva che un sorriso fosse una cosa bella, non riusciva a capire quale fosse il problema. - Non é una bella cosa che ti abbia sorriso?

Frank si strinse nelle spalle. - Il fatto é che volevo chiederle se le andasse di uscire con me, ma ho fatto un casino. Mi sono impappinato e alla fine ho lasciato perdere. Avrà pensato che sono un idiota!

Percy sospirò. - Frank - gli disse, posandogli una mano sulla spalla. - Ti ricordi le prime volte con Piper? Non riuscivo neanche a parlarle senza balbettare, ma lei mi trovava carino. Alla fine ci siamo messi insieme. E sono sicuro che a Hazel piaci.

Frank sembrò illuminarsi. Alzò lo sguardo negli occhi di Percy, gli occhi pieni di nuova speranza. - Davvero? - chiese, come se non ci credesse. - Come fai a esserne così sicuro?

Percy si strinse nelle spalle. Accarezzò Blackjack sulla testa, poi giocherellò con la campanellina al suo collare. - Io e Piper parliamo molto, Frank - rispose. - E Piper mi dice che ad Hazel piaci, ma é piccola, capisci? É timida, ci devi andare piano con lei.

Frank annuì, aggrottando la fronte. - Quindi che dovrei fare? - domandò, passandosi una mano nei capelli. Sembrava disperato, poverino. - Non ce la faccio più, lei mi piace dal primo giorno che l'ho vista.

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