Prologo

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OGGI È IL 26 APRILE E MOLTI ANNI FA CHERNOBYL SI È RIDOTTA IN UNA CITTÀ FANTASMA.

Kim

Ricordo la tragedia come se fosse ieri, il terrore nello sguardo di mia madre, la morte di tutti i miei parenti, uno scoppio violento e potente che mise fine alla vita di moltissime persone, tra cui la mia.
Sì, io sono morta quella notte. Ho perso tutto, lavoro, famiglia, scuola, occhi e corpo. Le radiazioni mi portarono via la vista, inizialmente vedevo sfocato poi una mattina mi svegliai e capii di essere diventata cieca. Avevo perso una parte di me ma il dramma non era finito, mi accorsi successivamente di aver avuto malformazioni fisiche alle gambe e alle braccia, sulla pelle mi comparvero delle squame simili a quelle dei pesci, poi delle ferite e in più le ossa si ammalarono e divennero fragili proprio come me. Una volta fuggita da Chernobyl andai a vivere in una città chiamata Oblast di Kiev, lì rimasi in quarantena per 3 anni ma lo stato mi diede le cure mediche e mi riuscirono a curare gli occhi, i medici mi dissero che era tutto dovuto al trauma, che non ero cieca e che potevo tornare a vivere. Ma chi poteva farlo?
Tutto sembrava tornare alla normalità ma non era affatto vero, era quello che tutti volevano vedere, la normalità.

Mi chiamo Kim e questa è la mia storia.

Chernobyl la città che piange

Judith-Myers


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