Chapter 7

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Suonò la campanella finalmente dopo aver segnato ad ogni coppia i vari argomenti da studiare ed esporre e uscìi dalla classe insieme ad Amber.

Mentre camminavo per i corridoi dirigendomi alle macchinette sentìi tirarmi il braccio mi voltai e mi ritrovai Justin di fronte.

"Hei Stewart lo farai tu il progetto tanto quel giorno mi assenterò così non ci sono problemi"disse girandosi per andarsene. Io mi scaraventai addosso nervosa "Foster non ci provo a fare il lavoro da sola si chiama 'a coppie' per un motivo,già mi costa molto dover lavorare con te,ma da sola non ci tengo proprio"continuai ad urlare correndogli appresso.

"Senti ti faccio un piacere togliendomi dai palle e adesso smamma."non si girò neanche per dirmelo. "O con me o niente." Dissi girandomi verso Amber per andarmene. "Problemi tuoi sei tu a perderci tanto per me un voto in più o un voto in meno non mi cambia niente."disse urlando sperando di farsi sentire da me. lo ignorai completamente.
"Ti faccio sapere."Continuò ma non gli diedi peso e continuai a camminare.

Arrivata a casa,dopo mangiato iniziai a fare i compiti cercando di capire un pò di matematica.

Feci una piccola pausa e trovai un paio di messaggi

DA AMBER: non vedo l'ora di vedere Thomas per il proggettoo.

Questa ragazza è unica,quando si tratta di ragazzi è la prima a mettersi in mezzo.

PER AMBER:raccontami tutto poi.

Sapevo che l'avrebbe fatto comunque.

DA MAMMA: tesoro io e papà non ci saremo per cena ti abbiamo lasciato dei soldi per comprarti qualcosa. Stai attenta,torniamo in tarda serata.

PER MAMMA:okay ci vediamo direttamente domani allora.

Non avevo intenzione di uscire a comprare qualcosa ma il frigo era completamente vuoto quindi indossai una felpa e andai ad ordinare una pizza.

Uscendo di casa mi ritrovai Justin di fronte mi fece un cenno e continuò a camminare con il cappuccio della felpa in testa perché pioveva leggermente cosa che ho fatto anche io siccome non avevo l'ombrello.

Arrivata in pizzeria mi accorsi che anche lui stava andando lì.
"Che fai mi segui?"disse con un sorriso malizioso. Alzai gli occhi al cielo "no" sono molto diretta lo ammetto.

Non so perché ma sembra di conoscerlo da tanto tempo ma non riesco a capire chi sia eppure lui sembra saperlo.

"Senti Foster noi due dobbiam..." non mi fece neanche finire di parlare che subito mi guardò in cagnesco "Hei Stewart non c'è più nessun noi due dimentica." Si gira verso il bancone. "Ma sei cretino o cosa stavo per dirti che giorno fare il progetto,che cazzo hai pensato?"gli urlo in faccia senza mai togliergli lo sguardo fisso nei suoi occhi. Mi guarda quasi stupito "oh ma proprio non mi riconosci?" Continuò senza neanche ascoltare il pizzaiolo. "Prendi le pizze coglione." Si avvicinò a me pian piano fino a farmi arrivare con la schiena vicino il muro,freddo e vuoto quella sera. "Non ti permettere più di rispondermi in questo modo" si avvicinò sempre di più alla mia faccia "altrimenti che fai FOSTER?" Scandìi bene l'ultima parola in attesa della sua risposta. "Vedrai Stewart" si allontanò da me prese le pizze e io lo seguìi.

Cosa mi avrebbe fatto? Picchiata? Non penso proprio. Prendo con violenza la mia pizza e mi allontano da lui con passo veloce.

Mentre cammino mi vengono in mente le sue parole "non c'è più nessun noi dimenticami" cosa voleva dire con quella frase io non lo conoscevo.

Ad un certo punto sentìi tirarmi il braccio mi voltai e mi accorsi che Justin mi guardava senza dire niente. "Che vuoi" risposi acida e con la voglia di tornare a casa per mangiare la pizza. "E cosa volevi dire con quella frase di nessun noi due io non ti conosco"continuai "ti spiego tutto a casa mia e mangi con me la pizza. Lo disse quasi come un ordine ma come si permette. "Me lo ordini addirittura?"gli dissi "se vuoi saperlo vieni altrimenti vattene." Iniziò a camminare verso casa sua e io lo seguìi volevo capire questa situazione a tutti i costi.

Casa sua è enorme e mi è familiare. Lui posò le pizze sul tavolo della cucina e iniziò ad apparecchiare.

"Allora?"si girò verso di me e mi guardò senza dire niente. "Questa casa mi è familiare"continuai. Ci sedemmo entrambi e finalmente iniziò a parlare. "Sono passati cinque anni non una vita,quando le persone dicono che dimenticano una persona per quello che ha fatto io non mi aspetto che lo facciano davvero una piccola parte sempre c'è, come fai." Io lo guardai confusa "senti se tu mi hai fatto del male e ci ho messo tanto per dimenticarti non voglio ricordare chi sei,quindi il racconto può finire qui." Si alzò e mi indicò di seguirlo su per le scale.

Justin si voltò verso di me all'improvviso con gli occhi spalancati,mi stava spaventando.

"Justin cosa succede?" Gli chiesi quasi balbettando. "Mi sono ricordato che tu non ricordi niente perché hai fatto un incidente qualche anno fa oltre a volermi dimenticare." Continuò a guardarmi. "Un incidente? Che cazzo dici e come fai a saperlo tu e non io? I miei genitori avrebbero dovuto dirmelo." Justin continuò a salire le scale,io lo seguìi e ci sedemmo sul suo letto. "Se non sai questo allora non posso dirti nient'altro spetta ai tuoi genitori." Si toccò i capelli nervosamente. "Justin ti prego almeno dimmi chi sei tu e cosa mi hai fatto per non volerti più." Sentìi una lacrima cadere sulla mia faccia. Lui si avvicinò e con il pollice mi asciugò la guancia. "Ti dirò solo che per me eri e sei ancora importante,mi fa male sapere che hai dimenticato tutto di noi ma presto capirai." Si allontanò e scese le scale.

"Se ti fa male perché prima mi hai urlato addosso dicendomi che non c'è più nessun NOI?"mi scaraventai per le scale e mi avvicinai a lui.

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