"Sinceramente non lo so nemmeno io." disse andando in cucina.Scesi le scale e me ne andai dopo averlo salutato.
Tornata a casa mi sentivo così strana ad un certo punto mi arrivò un messaggio:
DA ANONIMO:ritorna in quella stanza e troverai qualcosa che potrà servirti.
Mi ricordai della stanza misteriosa in casa mia e andai per aprirla ma era chiusa a chiave fortunatamente le serrature di casa sono tutte uguali così presi la chiave della mia camera ed entrai.
Ritornai vicino quel cassetto e vidi un numero di telefono,lo digitai sul mio cellulare è provai a chiamarlo "segreteria telefonica di Dylan Stewart lasciate un messaggio.." attaccai e pensai al nome che avevo appena sentito mi vennero i brividi iniziai a piangere senza senso e a farmi mille domande. "E se fosse mio fratello? E se fosse lui a mandarmi messaggi anonimi per farsi trovare? Cosa gli è successo?" Sentìi aprire la porta così andai in camera mia presi la foto dell'altra volta e scesi le scale.
"Tesoro che ci fai ancora sveglia e perchè piangi?"mi disse mia madre senza far caso a cosa avevo in mano.
Digitai di nuovo il numero e misi il viva voce,i miei genitori mi guardavano stupiti. "Chi è? E perchè nella foto di famiglia a questa persona manca la faccia? Voglio sapere tutto ORA." Urlai e piansi allo stesso tempo. Mi sentivo ferita e delusa dai miei unici riferimenti di vita."Non ti abbiamo detto niente perché non volevamo farti star male e dopo tutto quello che è successo tu eri riuscita a dimenticare tutto non potevamo..." la fermai "Cosa? Non potevate semplicemente dirmi come ho fatto a dimenticare tutto,chi è questa persona?,se il cancro l'ho avuto a causa dell'incidente che mi hanno accennato ma non so nulla? Parlate cazzo."mia madre posò le chiavi sul tavolo e mi fece cenno di farmi sedere accanto a lei sul divano. Andai vicino in silenzio aspettando la sua risposta.
"Dylan è tuo fratello ed è morto nell'incidente che abbiamo fatto cinque anni fa. Io,tu,Dylan e papà stavamo andando al mare per farvi divertire un pò. Al ritorno un ragazzo ubriaco andava contro mano e papà ha girato velocemente verso destra e la macchina ha colpito il lato di dietro della nostra colpendo solo voi du, in pieno tuo fratello."piangeva mentre diceva quelle parole ma si faceva coraggio e continuava "Tu avevo preso una leggera botta alla testa invece tuo fratello era andato in coma e dopo quasi un mese non c'è l'ha fatta. Eravate un sacco uniti e quando hai scoperto che era morto non mangiavi,non uscivi di casa,non ragionavi più,non riuscivi più a vivere la tua vita.." si fermò e continuò a piangere,papà la abbracciò e io rimasi lì,con le lacrime agli occhi immobile. "E io come ho perso la memoria?"guardai mia madre che prese un sospiro e continuò a parlare "Dalla disperazione ti eri buttata dal balcone che,fortunatamente abitavamo al primo piano e non ti sei fatta tanto male. Proprio il ragazzo ubriaco di quella sera ti portò in ospedale in tempo. Questo è tutto." Mi diede un bacio in guancia e se ne andò. Fece lo stesso anche papà.
———
7:45
Vidi l'ora e mi alzai dal letto tutta dolorante. Ripensai a quello che era successo la scorsa notte e mi feci un sacco di domande.Una volta finita la doccia indossai un paio di jeans strappati la maglia della Levis e le scarpe dell'Adidas. Mi asciugai i capelli lunghi e biondi e scesi le scale.
"Tesoro buongiorno è pronta la colazione"mia madre sfoggiò un sorriso e mi guardò quasi preoccupata. "Non ho fame prenderò una barretta alle macchinette" la salutai e me ne andai.
Arrivata davanti scuola vidi Amber venire verso di me. "Hei Allison come va? Oggi vieni con me che andiamo a comprare le ultime cose che potrebbero servirci per la gita di domani"cazzo mi ero dimenticata della gita e avevo già firmato l'anticipo quindi non potevo rinunciare.
"Okay ti passo a prendere io"le dissi dirigendomi verso le macchinette e lei mi seguiva. "Okay allora ci vediamo alle 17:00"feci un cenno con la testa e digitai il numero della mia barretta preferita.
Mentre ci dirigemmo verso la nostra classe di fronte a noi vidi Justin. Mi avvicinai e gli urlai contro "sei tu il ragazzo ubriaco di quella maledetta sera?"c'erano tutti i ragazzi intorno a noi e che ci guardavano incuriositi e non distolsi neanche un attimo lo sguardo da lui.
"Ti hanno raccontato tutto i tuoi genitori?"mi disse abbassando leggermente la voce. "Rispondi alla mia cazzo di domanda Foster"mi prese il braccio e mi portò fuori.
"Che fai?"mi guardò nervoso "parliamone da qualche altra parte"disse facendomi segno di salire in macchina. Non avevo mai marinato la scuola ma per sapere tutto avrei fatto qualsiasi cosa.
C'era un silenzio imbarazzante in quella macchina,nessuno dei due proferiva parola,ci scambiavamo solo dei veloci sguardo ogni tanto.
Quando fermò la macchina mi accorsi che ci trovavamo in un posto abbastanza familiare, era bellissimo. C'era erba dappertutto e un ponte sul fiume dove stavamo seduti.
"Cosa ti hanno detto i tuoi?"iniziò lui a parlare girandosi verso di me.
"Tutto tranne chi fosse alla guida quella sera e chi mi ha salvato quando mi sono buttata giù dal balcone,però facendo 2 più 2 ho pensato a te."dissi tutto d'un fiato tenendo lo sguardo fisso verso di lui."Cinque anni fa io e te ci conoscevamo perchè tutte le estati venivi a trovare tua nonna. Nella casa dove abiti ora ovvero di fronte a me. Eri l'unica con cui giocavo e avevamo un rapporto troppo stretto infatti tu ti sei buttata giù dal balcone perchè avevi scoperto chi era alla guida quel giorno." Si fermò un attimo e poi continuò a raccontare "Io ero in quella macchina ma non alla guida. Eravamo tutti ubriachi ma non guidavo io. Tu però quel giorno non mi avevi fatto finire di parlare e non avevi capito."Ero rimasta stupita da quella frase.
"Se non eri tu alla guida chi era?"gli chiesi cercando di ricevere una riposta nonostante lui stesse un pò giù.
Si girò verso di me con quegli occhi che facevano paura chiunque lo incontrasse e parlò.
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PER VINCERE BISOGNA IMPARARE A LOTTARE
AdventureAllison Stewart si trasferisce in una nuova,città New York e li conosce Amber che diventerà a breve la sua migliore amica. Viene a sapere di avere una malattia forse non curabile e per questo ha paura di innamorarsi.