Chapter nine

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L'ovattato rumore di stridule voci sì defluì nel giro di pochi secondi quando aprì lentamente gli occhi, facendoli sfarfallare al contatto con il barlume che illuminava la stanza.
A giudicare dalla forte luce, doveva essere pomeriggio.
Un pungente e forte odore di disinfettante mi fece quasi storcere il naso.
Non capendo dove mi trovai, feci appello al mio acume per intuirlo.
Sul soffitto sì eregeva un gancio che teneva il mio braccio sinistro sospeso a penzoloni.

Ero in infermeria?

Pensai velocemente e non molto dopo mi riaffiorò gli eventi che poco prima erano successi. Katsuki mi aveva fatto saltare in aria? Non penso, non sento bruciature. E allora perché ero lì?

La mano a destra era a contatto con un dolce tepore che mi infondeva quiete e voglia di tornare a chiudere gli occhi per poter sonnecchiare ancora un po', ma non potevo, dovevo sapere perché ero lì.

Con gli occhi ancora assopiti guardai chi mi stringeva la mano. Una ragazza giovane e dai capelli imbruniti mi fissava con un cipiglio nervoso e velato da tristezza, era Ochaco.
Non potei non sentirmi estremamente felice dalla dolce visione della ragazza sempre allegra e dalle rosee guance.

Spalancò gli occhi e sobbalzò quando vide i miei occhi scrutarla.
"[t/n] è sveglia!"
Sospiró sollevata e sorridendo gioiosa.
"[t/n]?! [t/n] come stai?"
Mi voltai dal altro lato del letto ritrovandomi i cremisi occhi di Kirishima scrutarmi il volto. Poggiai la schiena sulla spalliera incominciando a sentire le forza incorporarsi e tornarmi.
"Sto ben-" sentì il fiato mancarmi in gola quando distrattamente posai lo sguardo davanti a me. Katsuki cercava di non guardarmi mentre sì mordeva il labbro inferiore tremante.
Lo guardai truce mentre sentivo la rabbia farsi strada in me, smorzando la felicità.
Ero malconcia ma non abbastanza da dimenticare cosa mi aveva detto e... fatto.
Era stato un errore il suo, ma un errore dettato da una rabbia infondata.

Scoperchiai le coperte puntando un dito contro di lui. "Tuuuuu..." rivolse il suo sguardo a me. Negli angoli dei suoi occhi vi erano piccole goccioline che sapevo non sarebbero mai scese per colpa del suo smisurato orgoglio. Era così pietoso che per poco lo perdonai.
"Vai fuori. Ora." Dissì con una freddezza disarmante, cercando di placare la rabbia.
Mi guardò con occhi incurvanti, boccheggió prima di parlare. "Mi dispace..."
provó a dire, ma ne uscì un sussurro soffocato per via delle tremanti labbra.
Socchiusi gli occhi, non facendo trasparire voglia di perdonarlo. "Ho. Detto. Fuori."
Non predicó oltre e fece come detto da me.

Sospirai, Ochaco strinse ulteriormente la mia mano per confortarmi, le rivolsi un sorriso pieno di gratitudine non capendo a pieno ciò che stava accadendo.
Kirishima prese parola. "Meno male che le esplosioni di Katsuki non hanno effetto su di te..." lo guardai confusa.
"E perché sono qui, allora?"
Eijiro mi guardò il braccio fasciato.
"Nonostante le esplosioni di Bakugou su di te non hanno effetto, i detriti sì. Schegge e pezzi di muro ti sì sono piombati addosso. Le ferite non erano gravi ma comunque hai preso una bella botta in testa."
Spostò il suo guardò nei miei occhi, sorridendo felice e confortato. "Sono felice che tu stia bene, però." Lo guardai intenerita.
Poi la voce di Ochaco mi fece cambiare direzione alla testa.
"Non sai che colpo mi hai fatto prendere!" Disse Ochaco impaurita. "Tutti sì sono spaventati e Midorya per poco non scoppiava a piangere, è convinto la colpa sia sua."
Mi rattristai sentendo quelle parole, non volevo che sì sentisse colpevole, la colpa era tutto fuorché sua.
"In compenso, la vostra squadra ha vinto, Izuku ha toccato la bomba poco dopo l'esplosione. Sono davvero felice tu ne sia uscita sana e salva!" Le sì imperlarono le goti un leggero scarlatto.
La tristezza di prima scomparse, l'effetto che aveva quella ragazza su di me era impressionante.

Guardai la mora con il cuore palpitante quando sentì la sua calda presa circondare ancora la mia mano.
Feci cadere la vista sulle nostre mani intrecciate. Il cuore aumentò di battiti senza preavviso e le guance mi sì scaldarono. Ritrassì la mano come scottata e imbarazzata, non che volessi toglierla, sia chiaro, ma probabilmente se avessi continuato a stringerla la mia mente avrebbe pensato solo e incessantemente a quello. Mi guardò sorpresa per tornare poi a sorridermi.

Dalla porta entrò Recovery Girl con in mano una caramella. "Ciao Bakugou, se ti senti in forma puoi pure andare."
Annuì, felice di poter uscire.

Mi tolse tutte le infasciature in pochi minuti
"Sei libera di andare, vai, e mangia questa."
Mi porse una piccola caramella dal involucro rosa, l'afferrai e con un cenno del capo la ringraziai. "I tuoi genitori sono stati avvisati, preferisci ti vengano a prendere o vuoi andare da sola?"
"Posso cavarmela da sola, la ringrazio."
Annuì. "Non c'è di che." Mi sorrise e uscì dalla stanza.

Kirishima sì era allontanato per parlare al telefono, parlava animatamente con l'interlocutore.
tornò dopo pochi minuti con un espressione disperata. "Hey, che succede Eijiro?"
Chiesi notando la faccia abbattuta. "Mia madre ha detto che essendo che vengono dei nostri parenti questa sera di correre a prendere degli ingredienti." Lo guardai con un sopracciglio alzato.
"E cosa c'è di così terribile?" Chiese la ragazza al mio fianco. "Voi non capite! Mio cugino è una peste, cacchio! Ogni volta mi ritrovo la stanza sottosopra!" Ridacchiai assieme a Ochaco mentre Kirishima ci guardava in modo truce.
"Buona fortuna Eijiro-kun!" Dissi tra le risate.
Mi guardò male per poi avviarsi verso il mercato.
Mi voltai verso Ochaco, mi sorrise un po' imbarazzata portandosi una ciocca di capelli dietro le orecchie.
"Beh, ti ricordo che tu mi devi ancora un gelato! Che dici? Andiamo?" Dal centro del petto una sensazione di gioia mi pervase, come avevo potuto solo scordarmelo? Annuì decisa e con un grande sorriso alla quale Lei ricambió. "Benissimo! Conosco un posto fantastico!"

————————————

Dopo aver preso il gelato ci eravamo messe a camminare fianco a fianco lungo un grande viale del parco, il sole era ancora alto e in quel parco vi erano poche persone, alcune sedute qui e la sulle panchine e altre sull'erba a prendere sole.
Ma a me poco importava, la mia massima preoccupazione era di trovare una scusa per poter continuare a contemplare la ragazza al mio fianco, dovevo alzare di poco il volto per osservarla dato che lei in altezza mi superava.

La fissavo mentre con la lingua leccava il gelato, trovandomi ad arrossire ogni volta di più, mi maledissi dei pensieri che ogni volta provavano a farsi strada nella mia mente.
Lei allegra sì guardava attorno, d'improvviso voltó il suo volto verso il mio, cogliendoli di sorpresa e trovandomi a fissarla. Distolsi lo sguardo increspando le labbra e sentendo le guancia scaldarsi ulteriormente, rise dolcemente.
"Sei così carina [t/n] quando arrossisci!" Spalancai gli occhi non sentendo il terreno sotto di me, continuando a evitare il suo sguardo.
Lo faceva apposta? Voleva farmi venire il crepacuore seduta stante a colpi di dolcezza?No... lei non poteva sapere quello che io celavo per lei, la colpa era mia infondo.
Deglutì, rivolgendole un sorriso forzato.
"N-non stavo arrossendo, avrò preso troppo sole." Dissi gentilmente provando a mascherare l'imbarazzo. Lei ridacchiò tornando a mangiare il gelato.

Il gelato lo avevamo finito a continuammo a camminare per un po'.
Ad un tratto sembrò illuminarsi, mi afferró la mano e corse trascinandomi dietro a se. L'impovvisa presa mi fece arrossire, nonostante era ciò che più volevo.
"M-ma che fai?" Non rispose e proseguì ridacchiando a correre.
Sì fermó quando arrivammo davanti a un grande ciliegio, fissavo ogni singolo fiore meravigliata. "Bello, non è vero? Ci vengo qui spesso." Continuavo a guardami attorno mentre aspettavo finisse di parlare. "Mi fa sentire allegra, più di quando io non lo sia già! È davvero un bel posto." Sospiró.
Sì sedette vicino alle radici battendo qualche volta la mano sul terreno, invitandomi a fare lo stesso. Feci ciò che mi indicò e ci mettemmo a
Guardare l'orizzonte per minuti, il silenzio formatosi era gradevole e privo di ogni forma imbarazzo. Prese parola:
"[t/n]?"
"Sì?"
"Perché quando ti guardo mi manca il respiro?"
Chiese con innocenza, inconscia probabilmente di cosa quella frase mi aveva fatto provare. Inspirai lentamente.
"D-davvero?" Chiesi timidamente, cercando di mantenere calma e compostezza.
Mi afferró entrambe le mani, guardandomi con un sorriso a 32 denti.
"Certo che sì! Con te mi sento sempre così felice..." sorpresa della leggerezza con cui lo disse dischiusi le labbra, sentendo le farfalle nello stomaco.
senza pensarci due volte mi avvicinai velocemente al suo viso e le lasciai un bacio sulla guancia. La sua pelle era soffice e calda.
Il suo sorriso sì smorzò lasciando spazio a un grande rossore. Pensando di averla messa in imbarazzo mi alzai velocemente, battendo la gonna dal terreno.
"È meglio che io vada, a domani Ochaco-Chan." Sorrisi un poco prima di muovere qualche passo per casa mia.
Lei sì sfiorava con la mano la guancia baciata, per poi incurvare le sue labbra all'insù. "A domani, [t/n]-Chan..."


Ragasuoli vi volevo chiedere se in futuro volete scene smut, perché io pensavo di farle ehehe.
Comunque spero vi sia piaciuto e io vi saluto
Sciauuuu💕

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 13, 2020 ⏰

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Lo so, perché ti amo // Uraraka x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora