Il sottomarino

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La depressione è un concetto così latente che non puoi edificarci un appartamento per contenerla, le fondamenta si accartoccerebbero su loro stesse, portandola all'implosione. Puoi avvicinarti alla depressione pensandola come un sottomarino. Il sottomarino, se ci pensi, è un riparo solido, come se fosse un appartamento. Un appartamento senza fondamenta, quindi non può accartocciarsi su se stesso. Questo comporta, però, il non avere radici, non avere certezze, non avere stabilità, se non quella, precaria, di un porto, quando disponibile, o di un hangar marino, dove il sottomarino stesso trova un inquieto riparo. Il sottomarino non può stare troppo tempo ancorato, non vivrebbe, non svolgerebbe le mansioni per cui è stato progettato. Il sottomarino ha bisogno di vivere libero, senza appigli, e così viaggia nel blu, naviga nelle profondità del mare. È dunque ospite degli abissi inesplorati, ma anche ospitante, ha al suo interno una flotta che ne dirige le operazioni e gli indica una rotta. Questo contenuto-contenitore sguazza veloce, tra l'azzurro e il cinereo, cercando di non manifestarsi in superficie, per non compromettere la segreta, mortifera missione. Ma all'interno di un sottomarino, o della stessa depressione, la stabilità non è un pasto quotidiano. Bastano pochi agenti esterni, come ad esempio siluri, bombe di profondità, ma anche un'elevata pressione nei casi più delicati, per trasformare un accogliente rifugio in una trappola senza via di fuga. Quando il sottomarino subisce i colpi necessari per comprometterne il suo precario equilibrio l'equipaggio è compromesso. L'acqua allaga l'abitacolo, e solo se sei abbastanza fortunato, o abbastanza sconsiderato, puoi tamponare le falle con dei ripari d'emergenza. In tal caso puoi portare il sottomarino a casa per un ultimo, sconsiderato, viaggio di fortuna. Quando la fortuna non ti assiste hai solo due opzioni: aspettare all'interno del sottomarino che l'acqua ti porti verso l'eterno oblio o fuggire, provare a nuotare disperatamente all'esterno del sottomarino, contro le correnti, contro la pressione, per poi cedere stremato, farti trascinare giù, nel profondo blu, dalle acque, che ti portano verso l'eterno oblio.

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