PROLOGO

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Le strade di Westwood erano grigie, immerse nell'oscurità della notte.

Il silenzio urlava, delle urla strazianti che man mano venivano risucchiate dall'asfalto, morto.

La luna non c'era, e neppure le nuvole, il cielo era omogeneo, fosco. Non tirava vento, le foglie degli alberi erano immobili, eppure pioveva.

Sulla Rose Heather street, un ragazzo correva, scappava sotto la pioggia incessante, il suo nome era Logan Collins.

Dietro di lui, delle scie di fumo nero, fatte si rabbia tristezza, tenebre. Scie fatte di problemi, tutti i suoi problemi.

"Hey merdina!"

"Dove corri? Eh?"

"Che sfigato..."

Logan non poteva fermarsi, era destinato a correre, come ogni notte. Il sudore gli grondava dalla fronte, ed oltre ad esso, la pioggia contribuiva a bagnare i suoi capelli corvini.
Le sue scarpe malandate affondavano pesantemente nelle pozzanghere, che sembrava volessero risucchiarlo all'interno, per farlo annegare. Ogni passo era una fatica, sentiva le gambe cedere.

Queste lo portarono in un poato che conosceva molto bene, sia nella realtà, che nel mondo dei suoi incubi. Continuava a scappare mentre le scie non davano alcun segno di cendimento.

"Io me ne vado da questa casa!"

La voce di sua madre lo fece inciampare, cadde, ma proprio nel momento in cui toccò l'asfalto, le urla cessarono, così come la pioggia.

Alzando lo sguardo vide una lapide, più grande delle altre, più cupa, più carica di dolore. E lesse il nome inciso sulla pietra

William Collins

Il sup respiro iniziò ad affannarsi sempre di più: sapeva cosa lo aspettasse. Si girò, le scie erano ferme davanti a lui.

"Non puoi scappare!"

Logan iniziò ad indietreggiare con la poca forza che gli rimaneva in corpo, le ferite sulle mani provocate dalla caduta gli bruciavano, ma non poteva fare altro che trascinarsi a terra.

La sua schiena si poggió alla lapide, impedendogli di andare più indietro.

"Vi prego...Non fatelo!"

Neanche il tempo di riprendere fiato, che il fumo si diresse verso di lui, per poi entrargli nel petto.

Il silenzio urlava, ma stavolta, le urla non erano le sue.

Ed ecco il prologo! Grazie mille per la lettura, chiaramente da questo piccolo trancio di racconto non si può capire molto, ma continuerò ad aggiornare. Godetevi la storia, al prossimo capitolo! Baci,Viv💕

IL RAGAZZO DELLA RADURA - #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora