CAPITOLO 4

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Correva, di nuovo, e le gambe lo portarono al cimitero. Faceva zig zag tra le lapidi, ma inciampó. Continuava a diluviare ed era bagnato fradicio. Sentiva l'asfalto bruciare sotto le ferite sulle mani, mentre cercava di spingere il suo corpo sempre piú indietro. Sentì la schiena a contatto con la gelida pietra della lapide, ormai non c'era piú niente da fare.

"Non puoi scappare!"

"Vi prego, non fatelo, no!"

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Quella mattina l'alba non era un graché, era tutto coperto dalle nuvole. Non si vedeva niente...

Il prof di storia continuava a parlare, ma in quel momento i pensieri di Logan erano da ben altra parte , ed a suo parere, erano sicuramente piú importanti della rivoluzione industriale.

"Collins!"

Il sognante Logan cadde dalle nuvole, stavolta peró non fece un buon atterraggio.

"Sì prof" disse freneticamente rivolgendo l'attenzione al professore.

"Devi stare attento! Hai capito?! Hai pessimi voti! Non vorrai ripetere l'anno!?

"Se la sua lezione é noiosa come faccio a stare attento!?"

"Cosa? Come ti permetti? Va' subito nell'ufficio del preside!"

"E lei vada subito a prendersi un calmante!"

Logan si alzó ed uscì dall'aula.

"Questa me la paghi, Collins!" si sentì urlare alle spalle.

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Sia il prof che il preside lo guardavano male. Il primo era seduto sulla sedia accanto a quella di Logan: le folte sopracciglia scure erano aggrottate in modo da mostrare lo sguardo più severo possibile. Il secondo invece era seduto dietro la grande cattedra di ciliegio, che si abbinava al colore della sua pelle.

Il preside peró, a differenza del professore, sembrava molto, ma molto calmo.

"Allora Logan, il professor Brown mi ha riferito che durante la lezone tu eri disattento, e dopo aver avuto un rimprovero, tu hai risposto male, dicendogli che la sua lezione era noiosa e addirittura di prendere un calmante. È così?"

"Sì. Preside Anderson."

"Collins! Non puoi fare così! I professori lo fanno solo per aiutarti, hai pessimi voti! Non lo vedi?"

Il ragazzo dai capelli corvini sospiró, mentre il preside incroció le braccia.

"Logan, io voglio sempre il meglio per i miei studenti, e voglio che tu ti impegni. Non voglio proprio dover dire a tua madre che sei stato bocciato, davvero, non voglio."

"Non gliene fregherebbe." sussurró Logan guardando in basso.

Il preside sospiró, poi parló di nuovo.

"Voglio che tu chieda scusa al professor Brown, dal cuore."


Logan si giró verso l'uomo seduto acvanto a lui, che non aveva detto una parola per tutto il tempo.

IL RAGAZZO DELLA RADURA - #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora