Aprì gli occhi di scatto. Si mise seduto. Aveva il fiatone ed il sudore gli grondava dalla fronte, continuava a far roteare gli occhi: era in camera sua, ma riusciva ancora a vedere le lapidi intorno a sé. Gli facevano male le mani, come se si fosse davvero ferito.
Si prese un attimo per tranquillizzarsi, poi si sporse verso il comodino per riuscire a vedere il display della sveglia. Erano le tre, come al solito.
Sospiró pesantemente, si alzó dal letto ed i suoi piedi sclazi vennero a contatto con il tappeto grigio. Tolse la maglietta bagnata di sudore per poi gettarla sul pavimento, dove vi era già un mucchietto di vestiti sporchi, poi raggiunse il bagno.
Si guardò allo specchio.
Sono uno schifo...
I suoi bellissimi occhi verdemare erano rossi e lucidi, aveva un taglio sul labbro inferiore ed un grosso livido sullo zigomo, che nonostante i quattro giorni passati non era ancora andato via, per non parlare di quelli sul petto e sulla schiena.Rimase ancora un po' a guardarsi, toccando i lividi e mettendoci dell'acqua fresca con la speranza che sarebbero potuti sparire da un momento all'altro, ma essendo consapevole di non essere Percy Jackson, senza speranze si accontentó di spalmarci un po' di pomata.
Fece una smorfia al Logan nello specchio, riempì la vasca, si sedette dentro e lasciò la testa chinata verso il basso, lasciando il getto caldo della doccia bagnargli i capelli. Chiuse gli occhi. Cercò ei rilassarsi e di non pensare a niente, ma ebbe poco successo.
Non posso continuare così. Svegliarmi da un incubo e non rouscire ad addormentarmi più...
Non posso continuare così. Andare a scuola psr farmi prendre a calci...
Non posso coninuare così. A comprare nuovi scatoli di pomata, una volta che l'avrò finita...
Non posso continuare così, cazzo...Non aveva modo di uscire da quello strazio. E si ritrovava lì, come ogni mattina, a pensare a ciò che avrebbe potuto fare se la sua vita fosse stata un minimo più normale.
L'acqua iniziò ad essere bollente, quindi decise di chiudere il flusso e di alzarsi. Avvolse l'asciugamano in vita e si ritrovò di nuovo a guardarsi allo specchio. Si guardò di nuovo i lividi sul petto. Alcuni erano violacei, altri si erano schiariti. Qualche gocciolina d'acqua gli scendeva sugli addominali per poi venire assorbita dall'asciugamano. I capelli bagnati gli scendevano sulla fronte. Prese un'altra asciugamano ed iniziò a sfregarla sulla testa per rimuovere un po' d'acqua, ma il risultato che ottenne furono solo dei ricci spettinati.
L'immagine del nonno che gli scompigliava i capelli gli tornò alla mente, ma la scacció via.
Si asciugó strofinando con forza l'asciugamano silla pelle, ma imprecó quando per sbaglio toccò un brutto livido sil fianco. Uscì dal bagno e si rivestì, indossando i primi vestiti che gli capitarono tra le mani, per poi indossare le sue Nike Air. Era vestito totalmente di nero.
Tornò in bagno e strofinó ancora l'ascougamano tra i capelli fino ad asciugarli quasi totalmente. Mise un paio di libri nell'Eastpak, per poi metterlo in spalla e scendere al piano di sotto facendo attenzione a non fare troppo rumore per non svegliare i suoi.
Sbirció dalla porta della camera da letto, ma c'era soltanto sua madre che dormiva, così socchiuse la porta e si diresse verso la cucina in cerca di suo padre, trovandolo dormire sul divano, circondato da bottiglie di birra vuote.
Che schifo.
Con un'espressione disgustata spense ls tv che era ancora accesa da ieri sera, per poi gettare il telecomando sul divano, accanto al corpo del padre.
Le bollette sono tante, sì, ma voi potreste anche impegnarvi a spegnere la tv di sera, o a non lasciare le luci accese, ma tanto coi soldi ci comprate le sigarette, la birra. Cosa dovrebbe fregarvene delle bollette...
STAI LEGGENDO
IL RAGAZZO DELLA RADURA - #Wattys2019
RomanceLogan Collins ha 16 anni, e dalla morte del nonno sta passando il periodo più brutto della sua adolescenza. Tormentato dagli incubi, dai bulli, e dalle liti dei suoi genitori, si chiude in sé stesso e lascia passare le giornate una dopo l'altra, rim...