CAPITOLO 6

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Era davvero mio nonno? E che cosa ci faceva nel mio incubo?
Erano queste le due domande che tormentavano Logan.

Svegliarsi alle sette significava nienre cimitero, niente radura, solo scuola, e lui odiava la scuola.

Proprio per questo, quel giorno decise si non andarci. Fece una doccia, si vestì e prese la chitarra, per poi uscire di casa. Mise gli auricolari e prese la strada per arrivare al cimitero. Quando arrivó il cancello era aperto, non c'era piú bisogno di scavalcarlo. Camminó tra le lapidi come se fosse stata la prima volta ed arrivó davanti alla tomba del nonno.

Stavolta si sedette a gambe incrociate e rilesse innumerevoli volte il nome di William incisovi sopra, riflettendo su tutto quello che aveva visto nell'incubo.
Poi ripensó a lui, seduto al tavolo della sala da pranzo, leggendo il giornale con una tazza di té, di sera. Ripensó alle prime lezioni di chitarra, mentre lui suonava le corde a caso ma il nonno gli diceva comunque che era bravissimo.

Sospiró e il suo sguardo ricadde sulla rosa che giaceva sull'erba, ammortita.
Doveva prenderne una nuova.

**********

Era da un po' che camminava nel bosco. D'altronde quella mattina non aveva fretta. Non doveva fare a gara col sole, quindi se la prese con comodo, facendo sembrare la radura piú lontana. Saltó aldilá del ruscello sporcandosi le scarpe di fango, e buttó un occhio sul cartello che vietava di andare oltre, ma lo ignoró come al solito.

Si diresse verso il salice, e si sedette sotto la sua ombra. Prese la chitarra ed inizió a suonare Can't Help Falling In Love: la canzone che lui e nonno Willy cantavano sempre fino a tardi.
Erano anni che Logan non la suonava, piú che altro, non ne aveva mai avuto il coraggio... Era una delle poche canzoni che non sentiva sue.

Le note riempiva il silenzio dell'aria, e Logan cercó di scacciare i pensieri prima di iniziare a cantare.

"Wise man say, only fools rush in."

Un rumore interruppe la melodia, e solo dopo aver aperto gli occhi, logan si accorse che una corda gli si era letteralmente spezzata tra le mani.

Fece una smorfia. Questa non ci voleva. Non aveva voglia di restare nella radura senza avere nulla da fare, e tantomeno aveva voglia di andare a scuola.

Ritornó velocemente a casa e dopo essere entrato dalla finestra, senza fare rumore "prese in prestito" venti dollari dal portafogli di suo padre, che dormiva ancora sul divano, nel suo mare di bottiglie vuote.

Uscito di casa si incamminó verso la stazione e prese il primo treno per Memphis. Appena arrivato, si incamminó verso il centro, e dopo buoni dieci minuti trovó un negozio di strumenti.

Spinse la porta, facendo suonare i campanelli appesi. Lanció uno sguardo agli strumenti esposti, e fece un passo verso una bellissima chitarra elettrica, che si riveló piú costosa di casa sua.
Al bancone non c'era nessuno.

"Ehm, c'è nessuno?" disse alzando leggermente la voce.

"Ciao!"

Una ragazza fece capolino dalla penombra, era seduta dietro un pianoforte, ma in mano aveva un libro da leggere.
Era alta un po' meno di lui, e magra. Aveva i capelli castani lisci, lunghi fino alle spalle. I suoi occhi erano un verde smeraldo, sembravano gemme. Indossava una camicia bianca infilata dentro i jeans, con sotto degli stivaletti neri un po' malandati, ma nuovi in confronto alle vecchie nike che indossava Logan.

Posó il libro sullo sgabello, poi avanzó verso il ragazzo dai capelli corvini, che ebbe di nuovo modo di incontrare il suo sguardo.

"Come posso aiutarti?"

"Ho rotto una corda..."

"Chitarra?"

"Già"


"Ok" disse lei a vassa voce, per poi incamminarsi verso uno scaffale e tornare con una cordiera nuova.

"Fa' vedere."

Logan aprì la custodia e tiró fuori lo strumento.

"Wow, devi davvero suonare tanto!" disse passando un dito sulle corde rovinate e osservando quella spezzata. La sua voce era calma e rilassata, era quasi un sussurro, come se non volesse sprecare fiato, e se ci fossero state altre persone nella stanza, l'unico a sentire le sue parole sarebbe stato Logan.

"Diciamo di sì."

"Non ti ho mai visto da queste parti, di dove sei?"

"Sono di Westwood, ma vengo spesso qui, quando mi va..."

"Capisco. E da quanto suoni la chitarra?"

"Da quanto avevo quattro anni."

Gli sembravano troppe domande, erano troppe domande. Ma non gliene importava. Non finché quegli occhi avrebbero continuato a guardarlo.

"Tu invece suoni il pianoforte o ti siedi lì soltanto per leggere?"

Lei sorrise, mostrando le fossette.

"Diciamo che alterno musica e lettura."

"Capisco.."

Rimasero in silenzio. Lei intenta a cambiare le corde e lui a guardarla. Una ciocca le cadde davanti agli occhi, e di instinto Logan fece per spostargliela, ma poi rimise il braccio a posto.

"Logan Collins" disse lei in un sussurro "davvero una gran bella chitarra! Ma come hai fatto a fare quest' incisione?"

"Sinceramente non ne ho idea, non l'ho fatta io.."

Passó qualche attimo prima che la ragazza mettesse tutte le corde a posto.

"Ecco fatto! Vuoi che te la accordi?"

"Penso di potercela fare" rise Logan rimettendo a posto la strumento nella custodia.

"Non mi fai sentire qualcosa?"

"Magari la prossima volta. Allora quanto ti devo?" disse lui tirando fuori il portafogli.

"Magari, pagami la prossima volta" disse lei sogghignando.

Il ragazzo dai capelli corvini posó i venti dollari sul bancone e si avvió versó l'uscita.

"Logan?" si sentì chiamare.

"Comunque io sono Jamie, Jamie Sanders."

Le sorrise, e si richiuse la porta alle spalle.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 11, 2019 ⏰

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