Il giorno dopo era tornata nel saloon. Quando entró nessuno la degnò di uno sguardo, continuarono a fare quello che stavano facendo senza curarsi di lei. Era come se nessuno si ricordasse niente della notte precedente.
Era ormai un'ora che era seduta al bancone tracagnando Whiskey. Non aveva timore di ubriacarsi, un po' perché, con i soldi vinti ad una partita di Elementos, quel giorno andata a buon fine, si era comprata un piatto di fagioli e quindi aveva lo stomaco pieno, un po' perché in vita sua non si era mai ubriacata.
Un uomo che non aveva mai visto si avvicinò al bacone, con quella che doveva essere la sua donna. La signora continuava a guardarla con disprezzo. Era una donna elegante: vestiva con un abito blu lungo e ornato di perline, in mano teneva una piccola borsetta bianca, aveva i capelli raccolti in uno chignon, nascosto da un cappello abbinato al vestito. La rossa le guardó il busto, chiaramente stretto in uno di quegli strumenti infernali che le donne chiamavano corsetto.
La signora non sembrava intenzionata a smettere di guardarla. Così la ragazza le sorrise e la salutò con un cenno del capo, con lo scopo di infastidirla ancora di più.- Ma guarda che sfacciata questa! - disse la donna
La rossa andò avanti a bere la sua bottiglia di Whiskey, come se non avesse sentito. Si limitó solo a sorridere, soddisfatta per essere riuscita ad infastidire la donna.
- Lo sai che non è bello per una signorina in età da marito stare seduta al bancone di un saloon a tracagnare Whiskey? -
- Ma non mi dica - disse la rossa senza guardarla, con aria di scherno.
- Ma non ti vergogni? Seduta qui come un ubriacone, con due pistole nel cinturone, in pantaloni per di più! -
- Ho fatto cose più utili io che indosso i pantaloni che lei che indossa la gonna, signora - disse per poi nascondere il proprio sorriso divertito facendo finta di bere un altro sorso.
- Ma sentila questa! -
- Tesoro, lascia perdere - il marito, che fino a quel momento era stato zitto e in disparte, aveva deciso di intervenire.
- Non è colpa sua. Dev'essere nata da un rapporto sessuale tra suo padre e una donna dai facili costumi -
La faccenda si faceva sempre più divertente. Lei i suoi genitori non li aveva mai conosciuti fino in fondo: suo padre non l'aveva mai visto, sua madre era morta quando lei aveva tre anni, ma una cosa la sapeva lei lavorava in un bordello.
- Devo ammettere che non ho passato molto tempo con mia madre. Ma una cosa la so: lei era la miglior puttana di tutta Periquito e chiunque sia stato mio padre, per un'ora o per un anno, è stato la persona più felice del mondo -
Si voltò a guardare coloro con cui stava parlando e sorrise ancora di più nel vedere le loro facce sprezzanti e schifate. Sì, doveva ammetterlo, si stava divertendo veramente tanto.
- Beh, cara - proseguì la donna - Chiunque ti abbia educato o ha fatto un lavoro schifoso o era esattamente come te -
La rossa andò avanti a sorridere.
- E cioè un buono a nulla, un ubriacone, uno scarto della società, un... -
Non riuscì a finire. La ragazza non si stava più divertendo, anzi era infuriata. Si era alzata di scatto, girandosi per poi lanciare la bottiglia vuota di Whiskey contro la parete dietro di sé. La bottiglia si ruppe in mille pezzi, che schizzarono ovunque.
Ora la rossa non sorrideva più, ma guardava i due coniugi con l'espressione più infuriata che fosse riuscita ad avere. Li stava letteralmente fulminando con gli occhi. Non ci vedeva più dalla rabbia.- Mio fratello - fece una pausa per imporsi di non estrarre la pistola o picchiare uno dei due - Mio fratello, non era niente di tutto ciò -
I due coniugi erano terrorizzati e sembravano essersi pentiti di averle parlato in quel modo.
- Magari c'è stato un avvenimento particolare che mi ha fatto diventare quello sono -
Così dicendo si avviò verso l'uscita. Prima di spalancare le porte si voltò un'ultima volta.
- Voi non potete conoscere la storia di tutti - quindi uscì allontanandosi a passo svelto
Suo fratello, le mancava molto. Per anni aveva cercato di dimenticarlo, non ci era mai riuscita. Dopo un po' il dolore era passato e il suo ricordo faceva meno male. Suo fratello era la persona più dolce del mondo. Per lei era stato tutto: un padre, una madre, un fratello, il suo migliore amico. Non poteva sopportare che lo insultassero. Era sempre sorridente, i capelli rossi spettinati, come se gli fosse esplosa della dinamite in testa. Era sempre stato al suo fianco, finché... No, basta. Non ci voleva più pensare.
Aveva camminato senza meta per un po' e ormai era molto lontana dal saloon. Non aveva idea di dove sarebbe andata, forse a casa. Sì, sarebbe andata a casa, voleva solo stare sola. Ci sarebbe voluto un po' per arrivare fino là. Lei non aveva cavalli, quello con cui aveva viaggiato da Perequito a Mapache le era stato rubato. Comprare un nuovo cavallo costava troppo, quindi aveva deciso che sarebbe rimasta a piedi. Presto le case finirono e cominciò il deserto. Non si sentiva volare una mosca, quel posto era desolato. Gli unici rumori erano quello del vento e il tintinnare degli speroni attaccati agli stivali della ragazza. Ogni tanto spuntava qualche cactus o qualche cespuglio secco, per il resto non c'era nulla lì, assolutamente nulla.
Dopo circa un'ora era arrivata a casa. Era una piccola baracca polverosa in mezzo al deserto. Chi l'aveva costruita doveva essere morto molto tempo prima e, per qualche ragione, voleva starsene lontano dal resto del mondo, come lei d'altra parte. La casa era di legno scuro, con un solo piano e un piccolo portichetto sull'entrata. Una volta arrivata, salí le scale del portichetto, prese le chiavi dalla tasca dei pantaloni, aprí la porta ed entró. L'interno era piccolo, sufficiente per una persona: al centro della stanza c'era un falò, che fungeva sia da camino che da fornello, sul lato sinistro, accanto a una finestra, c'era un tavolo con quattro sedie, sul lato destro della casa c'era un letto e, poco lontano da lì, vicino ad uno specchio crepato, c'era un grosso mobile pieno di cassetti, in cui lei aveva riposto delle posate, dei piatti, dei vestiti, delle lenzuola, delle munizioni e qualche coltello. C'era poi un fucile appeso a destra della porta, affianco ad una delle due finestre a lato dell'entrata.
Non sapeva cos'avrebbe fatto esattamente, non aveva voglia di fare niente. Voleva solo dimenticare quelle due ultime giornate: la giornata precedente perché aveva inseguito un uomo messicano scambiandolo per Martin, rischiando così di farsi ammazzare, la giornata che stava vivendo la voleva dimenticare perché avevano insultato suo fratello. La sua era una vita di fallimenti. Erano dieci anni che cercava Martin, ma era sempre stata ad un passo dal prenderlo e poi, quando era vicina al successo, tutto andava a rotoli. Cominciava a pensare che si dovesse rassegnare all'idea che sarebbe morta prima di riuscire a catturarlo.¥ ¥ ¥ ¥ ¥ ¥ ¥
Era il tramonto. Lei era seduta su una sedia a dondolo, sotto al portichetto. Aveva indossato un poncho giallo con le righe azzurre per proteggersi dal freddo. Al lato della sedia aveva il suo fucile, carico e pronto all'uso. La luce aveva iniziato a scarseggiare, così aveva acceso una lanterna e l'aveva appesa sopra alla porta.
Mentre si dondolava giocava con il fuoco che le usciva dalle mani. Era abbastanza divertente. Ogni volta formava una fiamma di forma e sfumatura diversa. Quando la fiamma si formava lei la guidava per farle prendere una forma allungata o vorticosa.
Il sole era quasi tramontato del tutto. Presto avrebbe cominciato a fare più freddo e allora si sarebbe dovuta chiudere in casa, con il falò acceso.
Improvvisamente iniziò a sentire un rumore strano, offuscato dallo scricchiolare della sedia a dondolo. Si fermò per ascoltare meglio. Sembrava una musica, era anche molto bella, orecchiabile, con un qualcosa di triste e inquietante. Ma la musica non veniva fuori dal nulla, qualcuno doveva produrla. Ma chi? La risposta poteva essere solo una: l'uomo che aveva inseguito la notte prima stava suonando un'armonica nel bel mezzo del deserto.
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Pelirroja
FantasyPelirroja, questo è il nome dato da Fèlix Santiago ad una ragazza dall'identità sconosciuta e dagli strani poteri. Ella è alla ricerca di un uomo, chiamato Alexander Martin, un bandito, con l'apparente scopo di intascarsi la taglia sulla testa di qu...