15.Sei stata il nulla

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Sento il campanello suonare da più di dieci minuti,perché Mary non va ad aprire?

Scendo lentamente le scale della mia villa per poi precipitarmi alla porta principale.

Apro la porta e davanti a me vedo un Daniel infuriato.

《O santo cielo cosa vuoi ora》sospiro chiudendo gli occhi.

《Posso entrare?》

《Certo》dico spostandomi e facendolo entrare.Chiudo la porta e seguo Daniel su per le scale per poi entrare in camera mia.

《Che ce》chiedo incrociando le braccia.

《Non dovevi dire quelle cose a mio fratello,mia mamma non vuole mandarlo lo stesso》dice con tono arrabbiato mentre chiudo la porta.

《Ma perché scusa?Ci sei anche tu e poi-》

《Non sono maggiorenne,Stella!Vuoi capirlo?》

《Ma andremo con l'agenzia di mia mamma!》

《Non conosciamo queste persone come posso fidarmi di te?》chiede avvicinandosi a me.
Si rende conto di quello che ha detto e sospira mettendosi una mano in faccia e strizzandosi gli occhi.

《Scusa Stella io-》sussurra ma lo fermo.

《Esci di qui Daniel》

《Davvero mi dispiace Stella》

《Daniel,ti ho detto esci,non farti vedere mai più》dico.
Lui sospira e mi guarda l'ultima volta negli occhi prima che va verso la porta.

《No,non me ne vado》dice di scatto girandosi.

《Come scusa?È casa mia e tu te ne andrai》dico.

《No invece,ora basta,tu non mi comandi》

《Questa è casa mia!》urlo.

《Non mi interessa!》appena finisce la frase gli tiro uno schiaffo e gli faccio girare il capo.

Si tocca la guancia e poi mi guarda,con il suo solito sguardo arrabbiato.

《Mi hai rotto il cazzo Daniel,ho resistito fino a che ho potuto,ora vattene via da qui》dico indicandogli la porta.

Mi da le spalle e va verso la porta.
《Per me sei sempre stata il nulla,non ero geloso di Astol,non volevo farlo avvicinare a te proprio perché è mio amico..e non volevo fargli conoscere la vera persona che sei,cioè una stronza》dice.

Rimango zitta.
《Ricordati una cosa Stellina,a me non piace per niente perdere》

《Bhe ma hai già perso in partenza》dico.《E ora hai perso me》continuo.

《Io non ti ho mai avuta》

《Potevi,e invece non ci hai neanche provato》

《Non potevo mai vincere》

《Ma non potevi neanche perdere》

《Addio stellina》sospira e apre la porta,uscendo dalla camera rimanendo me sola.

Le lacrime iniziano a scendere da sole,tutto quello che provavo dentro usciva attraverso le lacrime.
Mi accascio a terra e metto le mani sul volto facendo uscire pienamente le mie lacrime,non volevo soffrire,ma non potevo rimanere il dolore dentro di me,dovevo sfogarmi in qualche modo anche se nel pianto è come rimanere in silenzio.

Odiavo tutto quello che sono stata.
Cioè una ragazza timida che a stento riesce a relazionarsi con due o tre persone nell'arco di un anno.

Sono una di quelle persone che agli occhi delle persone può sembrare antipatica,e ho sempre odiato chi mi giudicava senza conoscermi.

Odiavo tutte le critiche che avevo quando andavo a scuola.
Quando avevo la faccia quasi completa di brufoli perché era l'età di tutti in qui si avevano.

Quando non ero troppo alta,o quando ero troppo alta.
Mi criticavano quando ero magra,così magra che mi si vedevano le ossa.
Mi giudicavano soprattutto sul mio aspetto fisico,che a dieci anni altre ragazze avevano già le prime forme mentre io no.
E solo a 14 anni è cambiato tutto.

Ma le critiche sono rimaste.
Ricordo che ogni volta quando uscivo da scuola mi ritiravo in camera,e senza farmi vedere da mia mamma piangevo,piangevo ogni volta che lei non era presente.
Piangevo perché era l'unico modo in cui io potevo sfogarmi,e non bastava parlare con le mie migliori amiche per avere supporto,perché non sarebbe servito a niente.

Mi alzo da terra e vado fuori al balcone,affacciandomi e appoggiando le braccia alla ringhiera,guardavo il vuoto davanti a me mentre le mie lacrime continuavano a rigarmi il viso.

E io stavo lì,a guardare il vuoto,il mio vuoto.

Quel voto che ho sempre tenuto dentro e nessuno è riuscito a colmare,mi sentivo all'età adolescenziale,anche se lo sono ancora,tra tipo i dieci e i quindici,mi sentivo vuota,ero vuota.

Era quel vuoto che vedevo solo io,la depressione.
Mi sentivo davvero depressa in quell'età,perché nessuno mi stava accanto.

Nessuno mi stava accanto quando mio padre lavorava lontano,e non lo vedevo nove mesi su dodici all'anno.

Odiavo la mia vita e la odio tutt'ora,vorrei partire,cambiare identità e farmi una nuova vita dandomi per scomparsa o morta.
Ma so che non posso,non potrei mai.
***
Mi risveglio.
La luce del sole rifletteva sul mio volto,pensavo ancora alle parole mie e di Daniel.

Mi alzo lentamente dal mio letto stropicciandomi gli occhi.
Vedo il cuscino bagnato,ho davvero pianto così tanto?

Scendo giù e vedo la colazione già pronta,ma a mio dispiacere c'era ancora Mary lì.

《Buongiorno》dico entrando in cucina.

《Buongiorno signorina》sorride Mary.
《È successo qualcosa?Ha gli occhi-》

《Sto bene Mary,non ho dormito bene per il caldo》mento.

《Oh..va bene,le ho preparato la colazione,ora vado a sbrigare le faccende》sorride e ricambio prima che vada via dalla cucina.

《Signorina》mi richiama dai miei pensieri Mary.

《Hm?》

《Il signorino Daniel mi ha chiesto di darle questa》dice dandomi una lettera.

La afferro e poi va via.
Apro subito la lettera e la leggo.
"Vieni davanti la Torre Eiffel domani alle 7 di sera,ti aspetto.
-Sconosciuto♡"

Non ci andrò.
Non ci andrò per niente.
Per il semplice motivo che sono stata male tutta la sera per lui.
Non importa cosa penserà,io non ci andrò.
Dovrà stare male..come me.






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Il mio sbaglio migliore-Daniel PiccirilloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora