Capitolo 10

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“Namjoon mi ha mandato da te. Aveva detto che se mi avessi rivisto, avresti avuto almeno una piccola gioia in questo periodo” dice il ragazzo preparando una tazza di cioccolata calda.
“Namjoon si preoccupa troppo… Sono io che non mi preoccupo abbastanza per lui...” ammetto, abbassando il capo.
“Ti ha quasi persa per sempre, è preoccupato per te, ma vuole che tu abbia tutto il meglio, per cui non gli importa se non…”
“No. Lui fa sempre così tanto per me, mi sta dando così tanto conforto negli ultimi tempi e io che faccio? Sono davvero un caso disperato io... Vorrei solo dimostrargli che a lui ci tengo così tanto, ma sono concentrata solo su me stessa”.
Jackson sospira.
“Beh… ora potremo andare a casa no?”
“Si, tanto non ho altro da fare”.
Nemmeno il tempo di fare un passo che comincio a singhiozzare. Jackson si volta allarmato verso di me.
“Ehi… Non piangere, Ari, dai va tutto bene”
“No, non va tutto bene, Jackson. Nulla va tutto bene. La mia migliore amica è in coma, il suo ragazzo piange tutto il giorno, l'unica persona che può aiutarci abita probabilmente in un'altra dimensione e non vorrà nemmeno avere a che fare con me, in più…”.
Jackson si avvicina e mi stringe forte tra le sue braccia.
“Shh… Ari, stai calma okay? Andrà tutto per il meglio”
“Non voglio sentire bugie quando so che non sarà mai così”.
La porta viene spalancata, ma io continuo a piangere.
“Namjoon…” lo saluta Jackson con un cenno del capo. Il moro ricambia, per poi avvicinarsi a me.
“Piccola, cosa succede? Non piangere”.
Il ragazzo mi leva con il polpastrello una lacrima che stava solcando la mia guancia. Mi butto senza pensarci due volte tra le sue braccia, lasciandomi ai miei singhiozzi.
“Piccola, calmati. Dai, stai tranquilla…”.
Il ragazzo, cercando di darmi conforto, mi bacia la fronte e la tempia.
“Adesso andiamo a casa, okay?”.
Annuisco sulla sua spalla e lui mi prende in braccio, per poi uscire dal camerino e, seguito da Jackson, portarmi in auto. In macchina, nessuno spiccica parola. Ci dirigiamo velocemente verso il nostro appartamento. Appena arrivati, mi catapulto in camera mia e continuo la mia frignata tra i cuscini, finché non mi addormento.
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Una mano che passa tra i miei capelli, un corpo caldo affianco al mio e un paio di labbra che mi accarezzano il collo. Socchiudo gli occhi e riconosco la mano di Namjoon che intreccia le due dita con le mie. Fingo di dormire ancora e ascolto i discorsi dolci che mi rivolge Namjoon.
“Sei così dolce, piccola, innocente… Amo starti vicino, non so come farei senza averti intorno a me. Sei la mia cucciolotta, la mia bellissima luce. Vorrei trovare un modo per renderti felice ogni volta che sei giù di morale”.
Mi volto verso di lui e lo bacio, per poi mettermi a cavalcioni su di lui.
“Quindi eri sveglia” sghignazza Joonie.
“Lo ammetto”.
Gli sorrido e mi accorgo che mi sono spuntate le orecchie e la coda da lupo. Poco dopo, spuntano anche su Namjoon. Mi avvicino al suo viso e lo bacio di nuovo. Lo stringo forte, forte tra le mie braccia.
“Non abbandonarmi mai” gli sussurro.
“Non lo farò”.
Veniamo interrotti da Jackson che fa irruzione nella stanza.
“Non per disturbarvi, piccioncini, ma ci sarebbe un tipo strano con due canini affilati alla porta che chiede di voler parlare con voi”.
Ridacchio e guardo Jackson.
“Jackie, per piacere, fai entrare Adachiagara”.

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