Dopo aver riattaccato con Andrea mi sentivo più tranquilla. Sasha, era la mia famiglia. Saperla bloccata in casa da sola per giorni mi aveva angosciato troppo e come dicevano i medici dovevo evitare ogni tipo di stress. Devo ricordarmi di fare un regalo all'inserviente che porta il cibo. Quando gli ho chiesto di poter fare una telefonata non ha battuto ciglio. Mi ha dato il suo telefono ed è anche uscito per permettermi di parlare da sola. Quando Andrea mi ha risposto non potevo crederci. Sentire la sua voce mi aveva sollevato, e quando mi ha detto che sarebbe venuto a trovarmi più tardi... ero felice. Di solito non ero mai veramente felice. Vivevo in una totale apatia che mi era sempre parsa sufficiente. Mi sbagliavo.
Tutti continuavano a dirmi che ero stata miracolata, che dovevo ringraziare Dio d'essere ancora viva. Ma io non sono religiosa, non lo sono mai stata. E l'unico che dovevo e dovrò ringraziare a vita è proprio lo sconosciuto che ora sta usando la mia Jacuzzi. Mi viene da sorridere pensando a lui, anche se non ho nessun motivo per farlo. Lui in realtà non è nessuno eppure...
Un' infermiera entra senza bussare distraendo i miei pensieri.
«Signorina domani le è stato fissato l'appuntamento con lo psichiatra di turno... alle undici e venticinque.»
«Psichiatra?» Non sono una malata di mente! «Non mi serve. Non ci vado, lo disdica.» Ci manca solo che un cretino in camice bianco mi dia dei farmaci che mi rimbambiscano.
«È la procedura. Ma se non vuole incontrarlo domani non c'è problema.»
«Lei non ha capito. Ne domani, ne nessun altro giorno.» È tarda o cosa?
«Mi scusi ma credo che sia lei a non aver capito. Deve visitarla e darle una terapia prima di firmare le dimissioni. Niente visita. Niente dimissioni.» Dice con un sorriso fin troppo gentile per i miei gusti.
Non ho scelta. «Ok. Va bene.» Sbotto incrociando le braccia sul petto.
L'infermiera scrive sulla cartella aperta che ha in mano. «Allora la confermo alle undici e venticinque. Buona giornata.» Sorride ancora ed esce.
La giornata procede con me che dormo ogni tanto e un controllo dopo l'altro di medici e infermieri. Qualcuno mi guarda con comprensione e gentilezza. Alcuni invece sono indifferenti, freddi e mi guardano come se non meritassi di vivere. Di solito non m'interessa il giudizio degli altri. In realtà ho sempre fatto il contrario di quello che mi si diceva, sia che fosse giusto, sia che fosse sbagliato. Ma oggi questi sguardi mi feriscono più di quanto voglia ammettere.
Sono le sei di pomeriggio quando finisce il via vai di medici e davanti a me c'è il vassoio della cena. Ma come per il pranzo è ancora intatto. Non ho minimamente fame, ho lo stomaco chiuso in una morsa dolorante e di certo il cibo su questo vassoio non me lo rende appetitoso. Lo sposto e mentre sto per chiudere gli occhi qualcuno bussa alla mia porta.
«Avanti.» Pronuncio esausta cercando di tirarmi su con il busto.
La prima cosa che vedo sono i suoi occhi nocciola... sono veramente belli.
Sorrido per la prima volta nella giornata. «Ciao, entra.»
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Nessun Domani.
ChickLit//Attenzione! La storia è su kindle e su kobo, questi capitoli sono un anteprima per darvi modo di capire se la storia possa interessarvi. Andrea e Sara. Due sconosciuti. Due vite diverse. Andrea vive in un quartiere di periferia, lavora studia fa...