Capitolo 2

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«Cristo santissimo!»

L'imprecazione urlata proveniente dal soggiorno mi ricorda che stanotte non sono rientrata da sola.

Il ringhio che ne segue, mi ricorda, che devo alzarmi velocemente prima che la mia guardia del corpo lo sbrani. Mi accorgo di essere completamente nuda e solo perché non ho idea di chi mi ritroverò davanti al volo infilo una maglia extra large.

«Sasha, stai buona, è tutto ok piccolina.» La mia cucciola vedendomi inizia a scodinzolare ma tornando con gli occhi su di lui ringhia.

«Ma che cazzo! Hai un cazzo di pittbull in casa?!» Alzo vistosamente un sopracciglio alla sua voce terrorizzata.

«Un po' troppi "cazzo" in una sola frase non ti pare?» Preciso fissandolo male come il mio cane.

L'uomo davanti a me indossa solo un paio di boxer e devo dire che ha un fisico niente male il che vuol dire che non sono nuda per caso ma perché probabilmente ci sono finita a letto.

«No cazzo! Stavo andando a pisciare e me lo sono ritrovato davanti. È veramente brutto cazzo!»

Non me lo ricordavo così deficiente ieri sera. Lo guardo meglio cercando di ricordarmi di lui ma niente di niente. Il vuoto più assoluto. Continuo ad accarezzare Sasha sul grosso testone a tranquillizzarla visto che ringhia ancora. Non gli piace mai nessuno di quelli che porto a casa e questa mattina concordo con lei.

«Primo non è un maschio ma una femmina...»

«Ma è tutto nero. Cazzo!» Obietta.

«Secondo. Non è nero ma grigio, ha un bellissimo manto grigio fumo. Terzo, il bagno è nella camera dove presumo tu abbia dormito. Quarto... perché sei in casa mia?»

Alza il braccio a grattarsi la nuca titubante. «Mi chiamo Tiziano e ieri sera mi hai invitato.»

Cavolo, non mi ricordo niente. «Mi ricordo di un certo Nik...»

«Nicola è mio cugino. Eravamo insieme ieri sera.»

«E perché ci sei finito tu nel mio letto?»

Lui mi guarda visibilmente sconcertato. «Mio cugino era strafatto e tu... beh, tu ti sei buttata su di me e allora io...»

«Ok. Ho capito.»

«Dai, ci siamo divertiti un sacco.» Afferma malizioso come se dovessi ricordarlo.

«Sono felice per te. Fai quello che devi fare e vattene.» Pronuncio seria senza lasciare possibili fraintendimenti.

«Che? Fai sul serio?» Lo fisso impassibile con lo sguardo di chi come me, in questo momento, ha solo una certezza.

«Non piaci al mio cane e questo vuol dire che non piaci a me.»

Nessun Domani.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora