Il ragazzo che ho davanti e che mi sta scrutando con profondi occhi nocciola sembra esausto. Non so chi sia. Forse solo un altro che vuole risposte a domande che non sopporto più. Non posso dire sia brutto, ma non ha assolutamente il minimo tratto interessante per me. Nessuna barba, capelli scuri con un taglio ordinario dove stona un accenno di onde mosse sulla parte alta della testa l'unica parte che in qualche modo non mi fa distogliere lo sguardo da lui sono i suoi occhi, sono di uno strano color nocciola quasi irreali, ma forse è solo frutto della flebo che ho attaccata al braccio. Molto probabilmente spera di ottenere un pompino dalla bionda salvata nel bagno delle signore.
«Lui è Andrea.» Dice l'infermiera che parla troppo. Non capisco a cosa mi serva sapere il nome di questo sconosciuto e vorrei mandare al diavolo entrambi ma non riesco a muovere nemmeno un arto perché ho dolore ovunque e mi limito a fissarlo come lui fissa me. L'infermiera dopo qualche attimo di silenzio alza gli occhi al cielo spazientita.
«Devi ringraziare lui se ancora respiri!»
Devo cosa? Ma all'improvviso ricordo. L'ho già visto. La prima volta... mi ha sorriso. Credevo di essere morta. Credevo che fosse un angelo poi la seconda volta... cazzo la droga! L'ho data a lui!
Sento un forte calore salirmi sul viso e un dolore lancinante al petto mi toglie il respiro facendomi serrare gli occhi e gemere.
«Sara.» Sento la sua voce vicino e riaprendo gli occhi lui è accanto a me cosa che istintivamente mi fa arretrare. Il ragazzo mi guarda con compassione e dopo posando una mano sul bordo del letto si volta per rivolgersi all'infermiera.
«Michela ci puoi dare cinque minuti?» L'infermiera gli fa gli occhi dolci. E' chiaro che si conoscono.
«Due Andrea. Di più non posso.»
«Ok, grazie.» Risponde lui con un debole e grato sorriso.
Aspetta che l'infermiera esca e prende la sedia accanto al letto. Si siede passandosi le mani sul viso con un gesto che credo sia di esasperazione e sospira.
«Ho qualcosa che ti appartiene. Che ci devo fare?» Chiede serio.
«Pensavo l'avresti buttata...» Era questo che avrei fatto io ma forse lui ha altri progetti. Vuole tenerla per sé? Venderla? Nel primo caso andrebbe bene nel secondo decisamente meno.
«In quella bustina ci saranno venti dosi. Sono parecchi soldi... sono tue?»
Abbasso lo sguardo alle mani, veramente sono quindici, vorrei rispondere, cosa che non faccio. Non so chi sia questo ragazzo ma è chiaro che non le ha contate quantificando una cifra e anche sotto l'effetto di farmaci comprendo che per qualche strano motivo vuole aiutarmi. Perché?
«Dovevo consegnarle ma poi sono andata in bagno...e...» Poi non ricordo più nulla. Che cosa mi è successo in quel bagno? Ho veramente avuto un infarto?
«Sei una che spaccia?» La sua domanda detta con disprezzo cancella tutte le domande precedenti lasciandone solo una. Che vuole questo da me?
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Nessun Domani.
Chick-Lit//Attenzione! La storia è su kindle e su kobo, questi capitoli sono un anteprima per darvi modo di capire se la storia possa interessarvi. Andrea e Sara. Due sconosciuti. Due vite diverse. Andrea vive in un quartiere di periferia, lavora studia fa...