Dopo non molto tempo qualcuno bussa alla porta, era Davide, si è messo a parlare con noi, ci diceva che dovevamo essere forti, che in noi vedeva una grande forza, poi ci dice : "sapete ragazze... so che è dura, ci sono passato prima di voi, so cosa vuol dire sentirsi diversi dagli altri, so cosa vuol dire avere degli ostacoli prevalentemente mentali, non vi dovete abbattere mai. Voi siete forti, non dovete temere che non arrivi il domani, per questo vi ho proposto di parlare con una psicologa, oppure potete sfogarvi con noi infermieri, ma parlatene, sfogatevi, dopo sarà peggio"
Io e Sara ci guardiamo, rimaniamo in po' in silenzio e lui fa "capisco questo vostro silenzio, molto probabilmente è imbarazzo, molto probabilmente non vi aspettavate che vi venissi a parlare così ma parliamone ragazze..."
Io cavalco l'onda della "difesa" e dico che non mi va di parlarne, perché mi sono stancata di piangermi addosso e più ci penso, più mi viene di piangermi addosso, Sara invece ha un carattere molto diverso dal mio quindi ci sdammatizza su, così noi cerchiamo di non pensarci e andare avanti, siamo consapevoli del fatto che i nostri coetanei mentre noi siamo in una clinica, magari sono nelle discoteche o al centro commerciale, ma va bene così, non ci possiamo fare nulla e non possiamo cambiare né il passato tantomeno il presente o il futuro.
Lui fece un sorrisino quasi di compassione e ci propone di andare in un ospedale specializzato sul cancro, ci sono soltanto ragazzi dai 14 ai 24 anni, e fanno tutte attività, terapia di gruppo, giochi e cose così, lì potremmo trovare tutti i tipi di ragazzi, dal timido col tumore alla gamba, allo spavaldo con il tumore ai polmoni e potremmo aprirci nuovi orizzonti, almeno conosciamo nuove persone della nostra età e facciamo nuove amicizie. Io dissi subito di no, Sara era un po' confusa, non sapeva che dire, Davide ci disse di pensarci bene.
Io e Sara ne abbiamo parlato, a me non sembra il caso, lei sembra quasi tentata, però ha timore di andare lì, alla fine qui ci troviamo bene, perché c'è ne dovremmo andare, abbiamo anche l'infermiere figo. Il pomeriggio viene da noi una psicologa, voleva fare terapia di gruppo soltanto con noi due, noi contribuimmo, ma ci tenevamo molto distaccate dai dettagli, in poche parole parlavamo molto alla vaga. Anche lei ci ha proposto di andare in questa clinica, noi le spiegammo le ragioni per le quali non ci volevamo andare, lei accettava il fatto che noi fossimo contrarie a questa sua proposta, ma si dimostrava un po'in disaccordo con le nostre idee.
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La ragazza della stanza 202
General FictionNoa è una ragazza costretta a passare i migliori anni della sua vita in un reparto d'ospedale a causa della sua leucemia che non le permette di passare l'adolescenza come tutti i suoi coetanei, nel reparto trova un'amica molto importante con cui si...