Capitolo 7

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Anche in questa clinica io e Sara abbiamo un nostro posto, la terrazza, che però è frequentata da medici e infermieri, quindi ci mettiamo sempre  in un angoletto a parlare e guardare il cielo. Oggi siamo saliti e a nostra sorpresa non c'erano i “salvavita” come li chiamiamo noi, ma un ragazzo, più o meno della nostra età, sembrerebbe arrabbiato, è seduto su una sedia, a mani incrociate, guarda dritto e nemmeno saluta.
Io penso subito che oggi sia una giornata no per lui, quindi mi dirigo verso il mio angoletto.
Sara invece gli fa “ciao, ti diamo fastidio se ci mettiamo dietro di te a parlare i gente figa e dottori stronzi?”
Lui non risponde e Sara gli fa: “okk perfetto lo prendo come un no, allora noi iniziamo a parlare, se vuoi unirti a noi non ci dai fastidio”
Lui, con voce rabbiosa e non spostandosi di un millimetro pronuncia un “no” secco.
E Sara: “ cosa no? , Non ci possiamo mettere o non vuoi unirti alla nostra chiacchierata?”
“ vorrei non essere disturbato, se voi volete parlare delle vostre cazzate fate pure, ma se non mi prendete in considerazione mi fareste un favore grazie.”
“Vedo che sei abbastanza agitato” dico io, “beh se vuoi sfogarti con noi non esitare” aggiungo.
E lui dice con voce ancora più arrabbiata : “ non voglio parlare con nessuno, vi ho chiesto di non calcolarmi, se il messaggio non arriva ditemelo che me ne vado.
Io ribadisco: “ non volevamo mica farti arrabbiare più di quanto già non lo sia, volevamo solo proporti di parlare e sfogarti un po’, sai anche a noi oggi ci hanno fatto questa proposta e anche noi non abbiamo accettato quindi tranquillo, non ti obblighiamo mica…”
Lui si alza e se ne va.
“Sarà una giornata no” dico alzando le spalle e guardando Sara, intanto noi ci mettiamo  nel nostro angoletto, e parliamo mentre il sole s’è ne va e le prime stelle compaiono.
Arriva Loredana, l'infermiera che ogni volta ci manda via dalla terrazza e di tanto in tanto viene a controllare se dormiamo, Ci dice di andare in camera che domani dobbiamo cambiare entrambe terapia e sarà una giornata faticosa, noi come brave ragazze ubbidiamo e andiamo un po’scoccate in camera.
All' indomani viene Davide e darci in buongiorno mettendoci in vena altre medicine, erano circa le 6:00 di mattina, quella terapia ci faceva venire tipo delle vampate di calore, quindi decidiamo di andare in terrazza a prendere un po’ di aria fresca e parlare con mio sole che sorgeva, trovammo il ragazzo di ieri, nella stessa posizione del giorno prima, oggi sembra agitato, ha le gambe accavallate e quella sopra non smette di battere, noi lo salutiamo, e appena ci vede si alza e se ne va,
“Non saremmo di suo gradimento” dice Sara, ma sinceramente un po’ ci sono rimasta male. La giornata procede normalmente, viene la madre di Sara a farle visita con i suoi fratellini, parliamo un po’ con Davide e scopriamo un botto di cose su di lui, poi lui ci dice che deve andare a cambiare la terapia ad un paziente, quindi va, noi lo seguiamo, ma mentre lui entra in una stanza noi andiamo avanti, e vediamo il ragazzo della terrazza che gira  per l'androne su una sedia rotelle, era senza una gamba e la parte della coscia fasciata, noi ci pietrifichiamo, lui ci vede e viene da noi; “Ciao, sono Marco, scusate per come mi sono comportato sia ieri che oggi con voi ma ero davvero tanto agitato, scusate ancora.”
Io impietrita lo guardo e gli dico “ no, vabbè dai tranquillo, ti capisco bene, ti va di venire a prendere un gelato con noi?”
E lui ci fa: “si, volentieri ma non in terrazza, non posso perché non riesco a sorpassare il gradino prima della porta”
E Sara : “che problema c’è? Tu aiutiamo noi, qui dobbiamo fare squadra…”
Allora ci dirigiamo tutti verso l'ascensore per andare all' ultimo piano.
Arrivati lì Sara spinge Marco e iniziamo a conoscerci.
Lui aveva un tumore alla tibia, per il quale ha dovuto amputare la gamba, per questo ieri era nervoso

La ragazza della stanza 202Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora