CAPITOLO 2: "Notizia"

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PASSATO

DANICA P.O.V.

È già passato un'anno da quando io e Blaze ci siamo conosciuti. E non c'è stato nemmeno un giorno in cui io non vado a cercarlo nella sua classe oppure nel campo da calcio.
Anche quel giorno appena suonò l'intervallo corsi verso la sua classe.
"Dan aspetta! Mica dovevamo dividere il pranzo oggi, visto che me lo sono dimenticata?" chiese una mia amica appena mi vide correre fuori nel corridoio.
"Ah sì, tu inizia pure a mangiare Jane...io devo andare in un posto" risposi esitando.
"Devi andare in un posto...o devi andare da qualcuno?" chiese lei con le sopracciglia alzate, a forma di ali da gabbiano.
"Siamo in classe insieme da un bel po'...pensi che non sappia dove vai ogni volta?" continuò.
Mi girai verso di lei con un'espressione del tipo: "sono fottuta".
"C'è io no, in verità quello che voglio dire eh-" non sapevo cosa fare, ero andata in crisi.
Jane si mise a ridere.
"Non ti sto mica trattenendo, l'unica cosa che non capisco è perché non vai da lui e non gli parli, se ti interessa così tanto" chiese con quasi compassione.
"Io non pretendo che provi quello che provo io. Ne tanto meno che diventiamo migliori amici o robe del genere. Mi basta vederlo da lontano" risposi con un grande sorriso. Già. Mi bastava vederlo da lontano...che brava bugiarda. Odio il mio essere insicura. Odio il fatto di non riuscire a combattere per ciò che voglio davvero. È successa la stessa cosa con la musica e mi pento di non aver combattuto per la mia passione. Ero così vicina. Se solo mi fossi opposta...se avessi detto ciò che provavo davvero.

Arrivai davanti alla sua classe.
"Non c'è. Dove sarà finito?" chiesi tra me e me. Girai per tutta la scuola ma di lui non c'era traccia.
Passai davanti all'ufficio del preside e notai un colore a me familiare. Mi fermai all'improvviso e facendo finta di usare il cellulare mi appoggiai sul muro e puntai l'occhio sulla piccola fessura della porta, che non era chiusa bene.
"Cavolo, non si sente niente" pensai innervosita.
"Sono consapevole che ascoltare le conversazioni altrui è sbagliata, non dò torto a nessuno se pensano che sono una stalker...ma il destino è dalla mia parte e non posso farci niente" parlai con la mia coscienza.
Infatti la campana suonò e tutti gli studenti si recarono in classe. Finalmente c'era silenzio.
"Non voglio espellerti. Però non ho altra scelta e lo sai pure tu" sentii la voce del preside.
"La capiamo. Dopo quello che è successo, è anche meglio per mio figlio abbandonare Daegu. Qui ci sono troppi brutti ricordi" disse una voce femminile.
"Capisco. Me ne andrò il più presto possibile. Mi dia solo il tempo di salutare i miei amici" era la voce di...Blaze. Non mi sbagliavo allora. Era proprio lui. Non è vero. Questo non sta succedendo davvero.
"Mi dispiace tesoro. È tutta colpa mia se solo-" continuò la voce femminile. Non riuscì a sentire il continuò perché la bidella urlò "CHE CI FAI QUI?! È FINITO L'INTERVALLO. VAI IN CLASSE!"
"Si, mi scusi" dissi a bassa voce per non farmi sentire. Corsi subito in classe. Il mio viso era bagnato, non riuscivo a capire se fosse il sudore...oppure le lacrime. Il mio cuore batteva forte, non sapevo se fosse la corsa o qualcos'altro...ma una cosa era certa: lui se ne andrà e io non potrò fare niente per fermarlo.

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