CAPITOLO 8

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Mi svegliai.
Ero in un letto. All'inizio non ricordavo dove fossi. Poi girandomi su me stessa, vidi Gianluca che dormiva, accanto a me.
Era bellissimo anche mentre dormiva.
Lo guardai, sorrisi e mi addormentai di nuovo.
Dopo poche ore, mi svegliai. I suoi occhi marroni mi fissavano. Lui mi accarezzava i capelli.

-Buongiorno!- mi disse continuando ad accarezzarmi i capelli.

"Buongiorno?! Quanto ho dormito?!? Era sera quando mi sono addormentata, saranno state le 8. Perché non mi ha svegliata per tornare a casa?!?" Pensai.

-Emh... buongiorno- gli risposi.

-Ma... perché non mi hai svegliata ieri sera?- continuai confusa.

-Eri così bella, non c'è l'ho fatta a svegliarti, allora ti ho presa e ti ho messa sul letto- mi rispose.

"Ha detto che sono bella??! Ora muoio".

Feci segno con la testa di aver capito, mi misi le scarpe e chiesi dov'era il bagno.
Lui mi indicò dov'era, ed entrai.
Mi lavai la faccia con l'acqua fredda, per capire se fosse un sogno, magari mi sarei svegliata buttandomi l'acqua fredda in faccia.

Non mi svegliai, era la realtà.

Uscii dal bagno e feci per mettermi la giacca.

-Vai già via?- mi fermò Gianluca con le sue braccia.

Il mio cuore si fermò per un istante, al suo tocco.

-Si, do..dovrei tornare a casa, mia madre si starà preoccupando- risposi un po' balbettante.

-Tranquilla, ti ha scritto ieri sera e tu stavi dormendo, quindi ho risposto io al posto tuo, dicendo che saresti rimasta a dormire qui-.

"In effetti non mi è arrivata nessuna chiamata da parte di mia madre, ora capisco il perché." Pensai.

-Facciamo colazione?- mi chiese facendomi un enorme sorriso.

"Quanto è bello quando sorride.
È bellissimo!
Amo le sue fossette, amo il suo sorriso, le sue labbra.
Vorrei che quelle labbra siano sulle mie e..."

"Non succederà mai, perché sei una sfigata, grassa e in più hai un aspetto orribile; ma ti sei vista allo specchio?!
Guarda che faccia orribile, sembri uscita da un film horror." Mi interruppe il mio subconscio.

-Ehilá! Terra chiama Nicolee!! Ci sei?!- mi gridò Gianluca inclinando un po' la testa e interrompendo i miei pensieri.

-Si, scusami...Facciamo colazione?!- risposi.

Facendo finta che non stessi pensando a niente, che non stessi pensando alle sue labbra sulle mie.

Dopo aver fatto colazione, decisi di tornare a casa. Gianluca mi accompagnò.
Facemmo la strada insieme fino sotto casa mia. Suonai il campanello, ma nessuno rispose.
Iniziai a preoccuparmi.

-Mia madre mi avvisa sempre che esce, se non sono a casa- pensai ad alta voce.

Cercai le chiavi, con le mani tremanti, nelle tasche.
Le presi, le infilai nella serratura con fatica, per via delle mani che tremavano, ed entrai.
Salii le scale, seguita da Gianluca.
Arrivata al secondo piano, vidi che la porta di casa era aperta.
Gianluca dietro di me, cercò di fermarmi per far andare davanti lui.
Lui entrò e io lo seguii.
Non appena entrammo, vedemmo per terra tantissimi piatti e bicchieri rotti.
Io non riuscivo a parlare, a muovermi, a respirare.

Avevo solo paura.
Avevo paura che se mi fossi mossa e fossi andata nelle altre stanze, avrei trovato mia madre svenuta per terra, o addirittura morta.
Avevo il terrore di sapere cosa fosse successo. Ero nel panico più totale.
Gianluca si accorse che ero in panico e cercò di tranquillizzarmi, ma non appena iniziò a parlare, iniziai a vedere tutto nero, pian piano sempre di più.
Sentivo la sua voce lontana e non sentivo più nessuna parte del mio corpo.
Caddi tra le sue braccia.
Poi, buio totale.

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