CAPITOLO 10

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Arrivammo a casa sua, ed entrando, vedemmo in cucina una donna, pensai fosse sua sorella, per quanto sembrava giovane, ma capii che era sua madre, quando Gianluca la salutò.

-Ciao mamma!- disse Gianluca, andando ad abbracciarla e posandole un bacio sulla guancia.

Dopo aver visto quella scena, pensai che lui fosse molto protettivo e affettuoso, nei confronti di sua madre.
Non sapevo se lui avesse fratelli o sorelle, però lo avrei potuto scoprire quella sera.

- Ciao Gian, chi è quella bella ragazza sulla porta?- chiese a Gianluca, con un'espressione esageratamente felice sul volto.

-È un'amica... può restare qui a dormire?-
chiese Gianluca.

-Certo, sei la benvenuta!- disse, rivolgendosi a me.

-Piacere, Karen-.

-Nicole- dissi sorridendo e stringendole la mano.

Era molto simpatica.
Karen iniziò a preparare la cena, nel frattempo io e Gianluca andammo nella sua stanza.

-Vieni- mi disse sedendosi sul letto, facendo segno di sedermi accanto a lui.

Io annuii e mi sedetti accanto a lui. Restammo in silenzio finché, lui mi cinse in vita e mi avvicinò a lui.
Io non capii più niente, non appena le sue labbra erano ad un millimetro di distanza dalle mie.
I suoi occhi mi scrutavano.
Lui mi guardò negli occhi per pochi istanti, che mi sembrarono ore, poi spostò il suo sguardo sulle mie labbra, spostò le sue mani sul mio viso e mi baciò.
Ero pervasa da tantissime emozioni e sensazioni.
Lui mi stese sulla schiena, continuando a baciarmi e si mise su di me.
All'improvviso smise di baciarmi e si spostò.

-Scusami, io...io non so cosa mi sia preso...è sbagliato...-

Sua madre, per fortuna, interruppe quella conversazione, che mi aveva messo ampiamente a disagio, bussando alla porta, per dirci che la cena era pronta.

"Perché ha smesso, mi sento così stupida di aver pensato che gli sarei piaciuta. Ma cosa mi passa per la testa.."

Ero completamente distrutta dalle sue parole.
Per lui quel bacio era stato un errore, per lui era soltanto un fottutto sbaglio, per me no, per me significava qualcosa quel bacio. Significava tanto.
Continuai a vagare nei miei pensieri mentre ci dirigevamo a tavola e vidi che arrivarono due persone; un ragazzo e una bambina.
La bambina corse nelle braccia di Gianluca.

-Ciao, Gian!!!- disse sorridendo.

Quella bambina, era dolcissima.

-Ehi, Karol! Com'è andata?- chiese Gianluca, facendo riferimento a non so cosa.

-Benissimo!- disse esaltata.

-Questi sono i miei fratelli; lui è mio fratello Jackson e ha 13 anni. Una peste. Lei invece è Karol, ha 6 anni ed è dolcissima. Senza di lei non sarebbe lo stesso- mi disse Gianluca.

"È assurdo il modo in cui si rivolge a me, come se prima non fosse accaduto nulla, come se fosse niente. Beh, d'altronde ha detto che era sbagliato, quindi per lui non è stato importante. Non è significato niente." Pensai.

-È bellissima- sentii sussurrare queste due parole e vidi Jackson che parlava all'orecchio di Gianluca.
Lui sorrise mentre mi guardava e gli rispose:

-Lo so-.

-Chi sei tu?-

Sentii qualcuno che da dietro mi tirava la maglia, mi girai e vidi Karol che mi guardava con degli occhi dolcissimi.

-Un'amica di Gianluca, mi chiamo Nicole- le dissi sorridendo.

Lei mi sorrise a sua volta.

-Forza, lavate le mani e venite a tavola!- disse Karen.

-Papà quando torna?- chiese Karol a Karen, speranzosa della risposta che sperava.

-Amore, papà torna stanotte, lo vedrai domattina appena sveglia- le rispose con un sorriso sul volto.

Karol fece un gridolino di gioia. Poi si mise a tavola. Così fecero tutti, compresa me.
Sembrava una famiglia perfetta, quella che avrei sempre voluto avere.
Gianluca era molto protettivo nei confronti di sua madre e di sua sorella. Anche nei confronti di suo fratello, anche se non sembravano molto in sintonia, ma si vedeva che si volevano bene.

Finito di cenare, aiutai Karen a sparecchiare e pulire, anche se mi aveva pregata di non farlo.
Però accettò comunque il mio aiuto, sorridendomi.
Finito di pulire, salutai Karen e sentii una voce chiamarmi, era Gianluca, io mi avvicinai e lui mi prese per un braccio e mi portò nella sua stanza.

-Ehii! Che cosa fai?!- dissi in tono irritato.

-Ti porto in camera mia!- rispose, continuando a portarmi con la forza in camera sua.

Io non volevo parlargli per il resto della serata e invece lui mi stava obbligando a stare con lui, in pratica.
Non mi diede il tempo di controbattere, che chiuse la porta dietro di sé e iniziò a baciarmi, di nuovo.
Mi baciò prima sulle labbra poi sul collo, poi di nuovo sulle labbra.

"Perché mi stava baciando, di nuovo? Dopo avermi detto che quel bacio era uno sbaglio. Perché??! Io volevo che continuasse a baciarmi più di ogni altra cosa, ma non ero un giocattolo, non poteva fare così, cambiare idea ogni cinque minuti!"

-Smettila..SMETTILA!!!- dissi irritata.

Lui si fermò, mi guardò, ma poi riprese a baciarmi sul collo. Io lo allontanai con la forza.

-Perché lo fai? Prima mi baci e dici che è sbagliato e poi mi baci di nuovo?! Cosa ti passa per la testa?- gli dissi gridandogli contro.

Lui non mi rispose, mi guardò soltanto, con un'espressione triste. Poi mi oltrepassó e si stese sul letto, su un fianco.
Io lo guardai esterefatta.

-Non hai niente da dire a riguardo?!-

Lui non mi degnò nemmeno di uno sguardo.
Dopo qualche istante, mi fece segno di mettermi sul suo letto.

-Dormi qui, io dormirò sul divano. Buonanotte - disse uscendo dalla stanza senza darmi nemmeno il tempo di rispondergli.

Mi misi nel suo letto, le lenzuola avevano il suo profumo.
Mi coprii del tutto con le coperte e mi addormentai, avvolta da quel profumo.
Il suo.

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