Finita quell'interminabile giornata di scuola, andai alla fermata per prendere il pullman di ritorno.
Arrivata alla fermata, vidi Gianluca appoggiato al muro.
Sembrava turbato da qualcosa, ma appena mi vide, sul suo volto si disegnò un ampio sorriso.
Amo il suo sorriso. Mi faceva perdere completamente la testa. Io ricambiai il sorriso e gli andai incontro.-Passato una bella giornata?- gli chiesi, per capire se c'era qualcosa che lo turbava.
-Alquanto noiosa, tu?- mi disse.
-La solita giornata faticosa-.
Continuammo a parlare per tutto il tragitto nel pullman.
Mi sentivo così felice con lui, era come se lui fosse la luce in fondo al tunnel della mia vita.
Arrivai a casa, salii le scale e fuori dalla porta si sentivano delle grida. Erano i miei genitori che litigavano, come al solito. Entrai in casa, mi chiusi in stanza e loro smisero non appena mi videro.
Ogni volta che li sentivo gridare, mi saliva il panico, perché avevo paura.
Mio padre non era mai stato un tipo tranquillo, era violento, a volte. Molto probabilmente perché beveva sempre. Ogni volta che faceva finta che gli importasse qualcosa di me e si avvicinava per abbracciarmi, sentivo una puzza di alcool misto a fumo. Avevo paura di mio padre, perché un giorno, quando era più piccola, tornò a casa arrabbiato, per qualcosa di cui non ero a conoscenza. Lui se la prese con me, mi picchiò.
Succedeva spesso; arrivava a casa arrabbiato, con la puzza di alcool addosso e sfogava tutta la sua rabbia su di me.
Lui cercò di riallacciare i rapporti, di essere gentile e amorevole, ma io, avevo il terrore della sua presenza, non riuscivo a pensare nemmeno di abbracciarlo.
Non ci riuscivo.
Ogni volta che ripensavo a quello che mi aveva fatto passare, a come mi aveva fatta sentire, io piangevo.
Ogni volta che litigava con mia madre avevo paura che le faccesse del male. Ma non aveva mai alzato le mani su di lei.
Si sfogava solo su di me.
Ero spaventata, vivevo ogni giorno nel terrore che lui potesse farmi nuovamente del male.
Mia madre non sapeva nulla di tutto ciò e nessuno sapeva che io piangevo o stavo male, per i loro litigi e per quello che avevo passato.
Mi nascondevo sempre quando stavo male, perché non volevo far pena a nessuno, non volevo ricevere la pietà di nessuno e tanto meno volevo essere guardata come si guarda un cucciolo abbandonato.
Ogni volta che litigavano, cercavo di non farmi prendere dal panico e ascoltavo la musica, così da far vagare la mente altrove. Così da non pensare alla realtà.-Tiin!- era una notifica.
Era Gianluca. Mi aveva chiesto se mi andava di andare a casa sua.
Il cuore iniziava a battere più velocemente."Perché mai vuole che vada a casa sua?!"
Io subito risposi che sarei stata li entro 15 minuti. Così misi le scarpe, riposi il libro nella libreria ed uscii di casa.
Arrivata davanti casa sua, notai che era una casa abbastanza grande, con un piccolo giardino e due cani stupendi.
Amo gli animali, soprattutto i cani.
Sono la mia vita.Suonai il campanello, lui mi aprì e mi invitò ad entrare. Entrata, vidi subito un soggiorno spazioso e una cucina molto ampia, poi in fondo c'era un lungo corridoio con molte porte.
-Bella casa!- dissi.
-Grazie, mia madre è fissata con l'arredamento- rise e io risi con lui.
In effetti era veramente arredata alla perfezione.
-Vieni, qui c'è la mia camera- mi disse, indicando una delle tante porte.
Entrammo nella sua camera; c'era un letto abbastanza grande e alto, una televisione ed una scrivania, con su varie cose e un computer.
-Cosa vuoi fare?- mi chiese, con una strana espressione sul volto.
Io lo guardai persa e lui rise, probabilmente perché mi ero imbambolata.
-Vuoi guardare un film?- mi chiese.
Io annuii e ci mettemmo seduti su una poltrona, davanti al televisore gigante. Iniziammo a guardare un film. A circa metà del film, mi accorsi che lui non stava guardando il film, ma stava guardando me.
-Che c'è?- gli chiesi imbarazzata.
-Niente. È che sei bellissima quando ti concentri su qualcosa- .
Io rimasi in silenzio, arrossii e sentii il cuore esplodermi nel petto.
Lui mi continuò a guardare e tutto ad un tratto, iniziò ad avvicinarsi verso di me.
Mancai un battito. Non stavo capendo più niente. Le sue labbra erano a pochissima distanza dalle mie.
Volevo baciarlo, ma aspettavo che lo facesse lui, perché pensavo mi avrebbe baciata e invece poi si tirò indietro, ridacchiando.-Perché ridi?- gli chiesi.
-So che non sai resistermi- mi rispose con un ghigno sulle labbra.
-Cosa te lo fa pensare?- ribattei.
-La tua espressione sul viso- mi rispose.
Io rimasi in silenzio, confusa.
"Aveva forse capito che ero innamorata di lui?!"
Continuammo a guardare il film senza rivolgerci la parola. Verso la fine del film, mi addormentaii sulla sua spalla.
Era così bello sentire il profumo della sua pelle. Era così bello addormentarsi così, cullata da quel profumo che amavo così tanto.
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Per Sempre
RomanceÈ la storia di un'adolescente con problemi familiari che non le permettono di andare avanti, ma improvvisamente qualcuno le cambia la vita, semplicemente con la sua presenza.