Se potessi tornare indietro di qualche mese, tornerei sicuramente a quel sabato di marzo, ritirerei il mio sfogo, la mia rabbia, tratterrei dentro di me il mio nervoso, scoppierei di rabbia da sola. Se solo esistesse una macchina del tempo chiederei di ritornare a qualche ora prima del nostro litigio, dove baci e abbracci erano all'ordine del giorno, dove fare l'amore era la cosa più dolce e pura dell'universo, dove il suo sguardo complice era la mia forza. Se solo avessi una gomma cancellerei per sempre quel maledetto giorno dal calendario e quelle stupide parole che la mia bocca ha pronunciato.
"Sono stufa, mi sono rotta i coglioni! Ultimamente sei un padre assente e un marito assente...ti stai comportando di merda! Tuo figlio ti chiama e tu sei sempre attaccato al telefono e gli rispondi dopo tre ore! Basta sono stanca, non ne posso più! Per me già non é facile con due figli... ho paura di togliere a uno e all'altro, non sono ancora organizzata e tu cosa fai? Un cazzo...potevi prendere e portarlo tu sui carri mentre io finivo dall'allattare, invece no, usare il cervello é difficile, é piu facile dire che é sempre colpa mia"
Ecco, io testarda e arrabbiata urlo parole forti, sbatto la porta del bagno e con infinite lacrime di rabbia agli occhi mi butto sotto la doccia, cercando di calmarmi. Rifletto sulla cruditá e sulla durezza delle mie parole. Oggi é stata una giornata difficile. Avrò forse esagerato?
É carnevale, dovevo portare Chicco sul carro della scuola entro le 14.30. Lo vesto da Geco dei Pj Mask, lo trucco. Guardo l'ora e sono le 13.50. Prima di uscire voglio allattare Teo, così posso stare alla sfilata dei carri per più tempo senza dover sventolare la tetta in mezzo alla gente e soprattutto, cosa più importante, godermi la festa con Chicco. Mio marito gira per casa, un po' perso con un po' di pensieri. Ecco, siamo tutti pronti. Riguardo l'ora. É tardissimo; di fretta e furia chiudiamo casa e corriamo verso la piazza. Bene! Il carro é ancora li, mancano 2 minuti al rintocco delle campane.
"Scusa" grido alla maestra "riesco a far salire Chicco?"
"Vieni vieni che lo prendo al volo!" Mi risponde mentre chiama il volontario del carro per farsi aiutare a mettere su il bambino.
Purtroppo il vigile in quel momento dice di non far salire più nessuno perché la sfilata inizia.
"Per piacere, ci metto un secondo!?" Replico, ma il vigile, fermo su ciò che ha detto, fa partire il carro. Chicco scoppia a piangere tra le mie braccia ed io, d'istinto rispondo sgarbatamente "cazzo, ci mettevi veramente un secondo a farlo salire, che cosa ti costava? Fanculo!" E intanto il mio cuore si stava frantumando dal dispiacere nel vedere piangere mio figlio. Anche i miei occhi si riempiono di lacrime.
"È colpa tua, inutile che ti incazzi, fai sempre tutto all'ultimo, hai sempre avuto sto vizio di merda. É colpa tua!" Lo sguardo arrabbiato di mio marito e la freddezza delle sue parole mi attraversano il corpo fino a giungere al cuore.
Chicco guarda il suo papà e forte di avere un alleato risponde "É colpa tua mamma!"
Potete immaginare i miei sensi di colpa alle stelle. Se in quel momento un tir mi sarebbe venuto addosso avrei provato meno dolore. Non rivolgo la parola a mio marito per tutto pomeriggio, sfilo a piedi nella massa di gente vestita e in festa. Mi sento una pessima mamma. Voglio piangere. Dividere l' amore in due non é facile. Non ho ancora capito. Teo ha solo un mese e io sono ancora in lotta con un carico di ormoni sbizzarriti. Chicco ha tre anni, é nella fase dei primi no e delle piccole ribellioni, non é facile da gestire. Mio marito, un padre e un marito perfetto, ma che ultimamente é preso da mille pensieri e mille cose, che forse nemmeno io capisco più.
Quelle mie parole forti e dure, in un suo momento così fragile, l'hanno fortemente destabilizzato, innervosito al punto tale che la nostra fantastica storia d'amore comincia ad essere appesa ad un filo e i suoi sentimenti iniziano a spegnersi giorno dopo giorno.
E io? Io sto male.
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L' ultima chiave del mazzo
RomanceQuando ti sembra di volare, di toccare il cielo con un dito, di camminare tre metri sopra il cielo ecco che arriva un uragano che ti sbatte in aria, violento e aggressivo, e tu, inerme e priva di forze davanti a una tale potenza ti lasci trasportar...