ad armi cariche

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E non potrà mai esserci pace finché le armi sono ancora cariche e ci sono munizioni in abbondanza. Queste armi possono essere davvero letali.
Siamo a letto, é appena passata la mezzanotte. Federico e Matteo dormono.
"Buonanotte" dico. Mi risponde con un semplice notte senza nemmeno guardarmi in faccia. No, non può continuare così.
"Mi dai un bacio?" E lo prendo per i fianchi. Mi toglie le mani e di sfuggita appoggia le sue labbra alle mie, con un bacio che non si può definire neanche tale. Si stacca velocemente e sussurra tra i denti "che palle che sei".
Come un leone che sta per azzannare la sua preda, fingo di girarmi, mando giù il groppo che mi si é formato in gola e attacco.
"Adesso basta! Mi hai rotto i coglioni" grido e lui non risponde.
"Io non sono un giocattolo, io sono stanca di te che ti  comporti cosi"
"Che palle che sei, é tardi non possiamo dormire?"
"Che cosa? La nostra storia é finita e tu l'unica cosa che sai dirmi é questo? Adesso ascoltami bene...tu non meriti un cazzo dalla vita, tu mi hai deluso, non puoi dire di amarmi, sposarmi, fare due figli..ho appena partorito, mi hai scritto le cose più belle del mondo e ora mi dici che non provi nulla per me? E da tanto per di più..perché abbiamo fatto Matteo? Perche?" Ho il magone.
"Lascia stare i bambini, loro non c entrano e poi basta"
"Cosa? Loro non c'entrano? Ma ti rendi conto che li abbiamo fatti perché ci siamo amati? Loro c'entrano eccome...tu mi hai messo incinta quando gia dubitavi dei nostri sentimenti...tu mi hai preso per il culo dicendomi ti amo fino a qualche giorno fa! Tu sei pessimo! Un padre non molla la mamma dei suoi bambini..un padre per essere nominato tale non abbandona la famiglia...i tuoi bambini pagano le conseguenze di queste tue scelte, sono loro che soffriranno..." abbraccio il cuscino e crollo nell ennesima crisi di panico. Non voglio. Ma come al solito lei é più potente di me.
Davide si accorge, inizialmente brontola parole che non riesco più a decifrare. Poi mi abbraccia, solo perché sto male, e allora preferirei non lo facesse.
"Calmati" dice a voce bassa.
Mi alzo all'improvviso dal letto e corro in bagno a chiudermi dentro. Ho bisogno della mia solitudine, non voglio farmi vedere così. Picchio la testa contro il muro e tiro un calcio al mobile. Deve passarmi presto, odio stare male.
Forse é proprio vero: se si vuole la pace bisogna essere sempre preparati alla guerra.

L' ultima chiave del mazzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora