9. Non sai quanto bene mi fai.

929 83 3
                                    

Emma Muscat.

Queste settimane a scuola sono state veramente pesanti ed io già non vedo l'ora dei prossimi giorni di pausa, nonostante le vacanze di Natale siano finite da poco più di un mese. A causa degli innumerevoli compiti, non ho avuto molto tempo di uscire, tanto che qualche volta io e Lauren abbiamo addirittura rinunciato al nostro appuntamento settimanale. Adesso che è finito il primo quadrimestre finalmente posso respirare un po' e staccare la spina, Simone a tal proposito mi ha proposto di andare a casa sua per stare un po' insieme. "Mamma, io esco!" Esclamo, sperando che mi senta dalla cucina. Quando sento la sua voce in lontananza, mi chiudo la porta alle spalle. Sono un po' agitata perché non sono mai stata a casa di Simone e non so assolutamente come comportarmi. Dopo aver preso la metro, mando un messaggio al biondino per sapere l'indirizzo. Simo risponde dopo appena due minuti mandandomi la posizione e fortunatamente non è molto distante dalla stazione.
Arrivata davanti al palazzo, mi verrebbe voglia di tornarmene a casa. L'amicizia tra me e Simone si rafforza giorno dopo giorno, con lui non mi sento mai a disagio ma la sua famiglia è tutta un'altra cosa. Non so davvero cosa aspettarmi, Lauren mi ha detto che i suoi genitori sono molto benestanti ma sono bravissime persone e che ha una sorella più grande che frequenta l'università. Decido di farmi coraggio e busso al citofono.
Dopo pochi secondi il portone si apre, lasciandomi entrare; salgo velocemente le scale e al primo piano trovo una porta d'ingresso spalancata, con Simone appoggiato al muro.
Indossa una semplice canotta nera, anche se siamo all'inizio di febbraio - probabilmente è amante del freddo - e un pantalone della tuta. Cammino verso di lui, che sfoggia un sorriso meraviglioso nella mia direzione.
"Ciao" Sussurro timidamente, appena gli sono accanto. "Ciao Emmì" Strizza l'occhio e mi indirizza verso l'entrata. "Permesso" Dico, una volta entrata. Mi guardo attorno e mi rendo conto che è davvero una bella casa, ma c'è piuttosto silenzio. "I miei non ci sono, papà è a lavoro mentre mia mamma è andata dai miei zii, tornerà a breve. Mia sorella invece è uscita con le sue amiche." Mi informa e mi fa cenno di porgergli la mia giacca. Faccio come mi ha detto e, mentre lui la appende, tento di mascherare il nervosismo.
"Andiamo in camera mia!" Esclama. Annuisco e lo seguo, fino a che non entriamo in una stanza con le pareti azzurrine, sulle quali vi sono diverse foto di Simone da piccolo. Mi intenerisco osservandole e il diretto interessato sembra accorgersene, dato che arrossisce. "Che carino che eri! Sempre stato un rubacuori eh?" Domando divertita, indicandogli una foto in cui c'è lui con accanto una bambina dai capelli biondissimi. "Oh, puoi dirlo forte." Mi fa un sorriso malizioso, buttandosi a capofitto sul letto. "Sei uno scansafatiche!" Lo prendo in giro, continuando ad osservarmi intorno. "Ah sì? E cosa avresti intenzione di fare tu?"
"Ah, non lo so...sei tu che mi hai invitato perché ti mancavo troppo." Gli faccio la linguaccia e lui si mette a sedere. "Sei un po' troppo presuntuosa signorina Muscat. Dillo che morivi dalla voglia di passare del tempo con me perché sono simpaticissimo e bellissimo. Insomma, sono perfetto."
Scoppio a ridere, tenendomi la pancia con le mani. "Menomale che ero io quella presuntuosa." Mi avvicino a lui e gli scompiglio leggermente il ciuffo. Lui mi fissa senza dire niente mentre io gli tiro le guance. "Hai delle guanciotte troppo tenere, sembri un pupazzo" Continuo a sfotterlo e lui mi guarda malissimo. "Io non sono tenero, sono sexy." Mi corregge. "Ancora con questa storia sexy freddo? Non ci credi nemmeno tu." Mi siedo sul letto e sospiro. "Che vogliamo fare?"
"Ti va di preparare una pizza? Non ci crederai mai ma tra le mie infinite qualità c'è anche essere un ottimo cuoco." "Ma non sporcheremo? Insomma, tua mamma potrebbe arrabbiarsi." Ribatto. "Ma va, prepariamo la cena anche per lei. Su dai alzati!" Mi dà due schiaffetti su una coscia e si mette in piedi. Sbuffo e mi alzo anche io, per poi seguirlo fino alla cucina. Apre un cassetto e prende due grembiuli, uno lo indossa, mentre l'altro lo porge a me. Dopo essermelo infilato, mi volto e noto che sulla sua testa c'è un enorme cappello da cuoco. "No vabbè, non ci credo!" Rido, perché è davvero buffissimo. "Ridi ridi, ma questo" Indica il capello. "è importantissimo per uno chef."Prende tutti gli strumenti necessari e gli ingredienti, mettendoli sul tavolo. "Sai cos'è questa vero?" Domanda il biondino, con in mano il sacchetto di farina. "Lo so che è farina scemo!" Esclamo spingendolo leggermente. Seguendo tutti i suoi suggerimenti, riusciamo a formare un composto omogeneo. Cominciamo ad impastare ma la serietà viene subito sostituita dal divertimento. Prendo un po' di farina dal sacchetto e la getto in faccia a Simone. Lui, sorpreso, smette di impastare e cerca di togliersi la farina dagli occhi. Io intanto scoppio a ridere, fino a farmi scendere le lacrime."Ah, è così allora? Piccola peste!" Esclama lui e prende un altro po' di farina, per poi gettarmelo nei capelli. Lancio un urletto irritato perché ho fatto lo shampoo proprio nel pomeriggio ed è il suo turno di ridere. Come potete ben immaginare, la pizza è andata a farsi fottere. Ci stiamo lanciando la farina e la cucina sta diventando un vero e proprio schifo.
All'improvviso Simone mi prende per la vita e mi attira a sé. Smetto di ridere e lo guardo negli occhi, che luccicano di felicità. "Sai che sei bellissima anche così?" Domanda e mi toglie la farina dal mento. "Non dire cazzate Simo..."
Lui mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio ed io mi incanto a guardare il suo gesto. Approfittando della mia distrazione, mi getta la farina in faccia. "Sei uno stronzo!"
"Si chiama vendetta Emmì." "Menomale che non dovevamo sporcare eh!" Commento, osservando il pavimento sporchissimo. "Stai tranquilla, vado a prendere la scopa. Tu intanto pulisciti un po' i capelli." Dice, porgendomi un'asciugamano. Fortunatamente riusciamo a pulire tutto e a preparare anche una bella pizza prima che arrivino i suoi genitori, per poi sederci sul divano a vedere la tv mentre la pizza è in forno.
Suona il campanello e Simone quasi salta dal divano, spaventato. "Ehm...penso sia tornata mia mamma!" Avvisa. Ridacchio per il suo atteggiamento mentre lui va ad aprire. Dopo qualche secondo torna in soggiorno, seguito da una signora con i capelli biondi ed un dolce sorriso. "Salve" Saluto, alzandomi dal divano. "Ciao cara, io sono Maria, la mamma di Simone" Si presenta."Io sono Emma" Lei mi guarda attentamente e poi osserva il figlio, che ha le mani nelle tasche del pantalone.
"Mamma, abbiamo preparato la pizza." Interrompe il silenzio imbarazzante Simone. "Cosa? L'hai invitata qui e le hai fatto pure preparare la pizza? Potevi ordinarla...sei sempre il solito Simò!" Lo rimprovera, tirandogli leggermente l'orecchio. "Ma si figuri, mi sono divertita tantissimo!" Mi intrometto e Simone mi rivolge un sorriso enorme, che la mamma nota. "Ma voi due...?" Chiede maliziosa, alternando lo sguardo tra me e lui. Abbasso la testa imbarazzata, mentre Simo nega tutto scuotendo la testa. "Non dire scemenze mà, piuttosto andiamo a mangiare che mi sa che è pronto!"
"Ok, dato che voi avete preparato la cena io apparecchio mentre voi andate a lavarvi le mani." Posa la borsa e scappa letteralmente in cucina. "Che carina è tua mamma!"
"Sì, è il mio angelo. Quando è morto mio nonno è stata davvero male...si è ripresa da poco." Accenna un sorriso con gli occhi lucidi. Mi avvicino a lui e gli accarezzo le spalle, per poi abbracciarlo. So che questo lo farà stare meglio.
"Non sai quanto bene mi fai Emmì, non ne hai proprio idea." Sussurra nel mio orecchio e mi dà un bacio sulla spalla. "Ti voglio bene Simo."

stay » biemmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora